Marino: intervista a Ada Santamaita sulla questione ‘Città del Vino’

Marino: intervista a Ada Santamaita sulla questione ‘Città del Vino’

08/11/2016 1 Di Francesca Marrucci

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Ada Santamaita

Ada San­ta­mai­ta

Ha tenu­to ban­co in que­sti gior­ni la que­rel­le sul­l’u­sci­ta dal Con­sor­zio Cit­tà del Vino del Comu­ne di Mari­no, annun­cia­ta, non sen­za pole­mi­ca dal­l’As­ses­so­re Ada San­ta­mai­ta, con dele­ga alle atti­vi­tà pro­dut­ti­ve. Il rien­tro, alla fine, del Comu­ne ha susci­ta­to altre illa­zio­ni, pole­mi­che e qual­cu­no se ne è anche attri­bui­to il meri­to. Per capi­re cos’è suc­ces­so in que­sta vicen­da, qua­li i moti­vi di que­sta rot­tu­ra poi risa­na­ta, abbia­mo inter­pel­la­to la diret­ta inte­res­sa­ta, l’As­ses­so­re, che ci ha rac­con­ta­to non solo come sono anda­te le cose, ma anche cosa ha por­ta­to alla revo­ca, poi, del­la deli­be­ra di usci­ta dal­la Cit­tà del Vino.

di Fran­ce­sca Mar­ruc­ci

Asses­so­re San­ta­mai­ta, cos’è suc­ces­so con la Cit­tà del Vino? Per­ché è sta­ta mes­sa in discus­sio­ne que­sta ade­sio­ne?

Noi, arri­va­ti qui, ave­va­mo un com­pi­to pre­ci­so: capi­re in qua­li con­te­sti ope­ra­va il Comu­ne e se que­sti fos­se­ro effet­ti­va­men­te oppor­tu­ni o uti­li alla cit­tà. Per quel che riguar­da il mio asses­so­ra­to, inol­tre, la nostra pre­oc­cu­pa­zio­ne è soprat­tut­to pro­muo­ve­re il ter­ri­to­rio ed i nostri pro­dot­ti. In que­st’ot­ti­ca abbia­mo esa­mi­na­to l’a­de­sio­ne alla Cit­tà del Vino. Ci sia­mo docu­men­ta­ti, ho per­so­nal­men­te sen­ti­to i viti­col­to­ri chie­den­do che oppor­tu­ni­tà e risul­ta­ti aves­se por­ta­to que­sta appar­te­nen­za e tut­ti mi han­no det­to che in real­tà tran­ne che per nome, non c’e­ra nes­sun van­tag­gio tan­gi­bi­le. Ho sen­ti­to tele­fo­ni­ca­men­te il Vice Diret­to­re Nazio­na­le Cor­bi­ni e chie­sto che tipo di atti­vi­tà e che pro­mo­zio­ne que­sto Con­sor­zio orga­niz­za­va per i Comu­ni ade­ren­ti e lui stes­so mi ha con­fer­ma­to che sul Lazio le atti­vi­tà era­no mol­to dif­fi­col­to­se, per­ché la Regio­ne stes­sa mostra­va disin­te­res­se. Il com­pi­to del Comu­ne è pren­de­re ini­zia­ti­ve che pro­muo­va­no il ter­ri­to­rio e i nostri pro­dot­ti, se ce ne sono che inve­ce non fun­zio­na­no, cre­dia­mo sia bene ripen­sar­le e rive­der­le. In un pae­se addor­men­ta­to come il nostro, uno scos­so­ne a vol­te è fon­da­men­ta­le.

Ci sta dicen­do che tut­ta que­sta sto­ria è sta­ta volu­ta?

Da par­te nostra c’è sta­ta una stra­te­gia nel­l’in­te­res­se dei nostri viti­col­to­ri. Allo­ra, o la cosa ini­zia a fun­zio­na­re o meglio lasciar sta­re. Noi cre­dia­mo nel­le nostre risor­se e voglia­mo pro­muo­ver­le, se per far­lo ser­ve una pro­vo­ca­zio­ne o un brac­cio di fer­ro, ben ven­ga­no. Alle ammi­ni­stra­zio­ni pre­ce­den­ti impor­ta­va poco con­trol­la­re. Paga­va­no la quo­ta annua­le e se ne lava­va­no le mani, ma a che ser­ve sta­re in un Con­sor­zio che non ci dà visi­bi­li­tà?

La quo­ta annua­le. Si è sug­ge­ri­to che il Comu­ne voles­se rece­de­re per rispar­mia­re.

Non sono cer­to quei cir­ca 3.000 euro che fan­no svol­ta­re il Bilan­cio del Comu­ne, ma è una que­stio­ne di prin­ci­pio. L’Am­mi­ni­stra­zio­ne sta qui ad ammi­ni­stra­re i sol­di dei cit­ta­di­ni. Fos­se­ro sta­ti anche 10 euro al mese, se il loro impie­go fos­se risul­ta­to inu­ti­le, sareb­be sta­to uno spre­co dei sol­di che tira­no fuo­ri i mari­ne­si dal­le loro tasche.

Il nostro dove­re è quel­lo di con­trol­la­re e, se si può, cor­reg­ge­re il tiro. Se non si può, si cam­bia stra­da. Per­so­nal­men­te, non ho pau­ra a com­bat­te­re per otte­ne­re risul­ta­ti e cre­do for­te­men­te nel com­pi­to che mi è sta­to dato. Non devo far con­ten­ti tut­ti per rac­ci­mo­la­re voti alle pros­si­me ele­zio­ni. La con­si­de­ra­zio­ne del­la deli­be­ra per usci­re dal Con­sor­zio è la pro­va di ciò ed è ser­vi­ta. Lavo­ro solo nel­l’in­te­res­se dei cit­ta­di­ni e mi pare che la stra­te­gia alla fine abbia por­ta­to dei risul­ta­ti. Abbia­mo dimo­stra­to di esse­re seri e fer­mi nel­le nostre inten­zio­ni e que­sto ha fat­to la dif­fe­ren­za.

Il risul­ta­to è quel­lo del rien­tro nel Con­sor­zio, ma cosa vi ha con­vin­to a revo­ca­re quel­la deli­be­ra?

Vista la situa­zio­ne, abbia­mo pen­sa­to a come ren­de­re uti­le que­sta ade­sio­ne. La nostra pro­po­sta alter­na­ti­va, la pri­ma di una serie, è sta­ta subi­to di por­ta­re a Mari­no l’As­sem­blea Nazio­na­le del Con­sor­zio pro­prio per discu­te­re di pro­gram­mi, pro­spet­ti­ve e pro­mo­zio­ne dei pro­dot­ti, quel­lo che dovreb­be esse­re lo sco­po per cui è nata la Cit­tà del Vino, e per pro­muo­ve­re il nostro ter­ri­to­rio che ospi­te­reb­be l’e­ven­to. L’ab­bia­mo illu­stra­ta al Vice Diret­to­re Cor­bi­ni e a quel­lo loca­le Schiaf­fi­ni e atten­de­va­mo un riscon­tro con­cre­to. Abbia­mo spie­ga­to loro che la nostra ade­sio­ne dove­va neces­sa­ria­men­te cor­ri­spon­de­re ad una visi­bi­li­tà ed ad una pro­mo­zio­ne su sca­la nazio­na­le di Mari­no e del nostro pro­dot­to viti­vi­ni­co­lo, cosa che fino­ra non era suc­ces­sa.

Tut­ti si lamen­ta­va­no di que­sto Con­sor­zio, ma nes­su­no face­va nien­te di con­cre­to per cam­bia­re le cose. Il paga­men­to di una quo­ta fine a sé stes­sa era fran­ca­men­te inu­ti­le, orga­niz­za­ta così, la Cit­tà del Vino non ser­vi­va ai nostri sco­pi. Quan­do abbia­mo visto che la nostra pro­po­sta era sta­ta rece­pi­ta e che c’e­ra una rea­le volon­tà di cam­bia­re per­cor­so, abbia­mo rivi­sto la nostra posi­zio­ne e ricon­si­de­ra­to la nostra par­te­ci­pa­zio­ne, del resto se si chie­de di cam­bia­re e la pro­po­sta vie­ne accet­ta­ta, biso­gna poi lavo­ra­re insie­me per ren­der­la con­cre­ta.

Il PCI di Mari­no ha riven­di­ca­to il meri­to del­la vostra deci­sio­ne di rien­tra­re. Quan­to è sta­to impor­tan­te il loro appor­to?

Sin­ce­ra­men­te, quan­to dichia­ra­to e pub­bli­ca­to dal PCI è sta­to inin­fluen­te nel­le deci­sio­ni di que­sta Ammi­ni­stra­zio­ne, tan­to­me­no ho con­ve­nu­to con que­sto par­ti­to qual­co­sa in qual­che incon­tro. La vicen­da si è svol­ta inte­ra­men­te in ambi­ti isti­tu­zio­na­li ed ammi­ni­stra­ti­vi, total­men­te estra­nei dai sin­go­li par­ti­ti.

Ma il PCI ha sol­le­va­to per pri­mo la que­stio­ne e l’ha por­ta­ta a cono­scen­za dei media.

Il PCI ha fat­to una serie di doman­de e si è rispo­sto da solo, seguen­do un model­lo di mono­lo­go auto­re­fe­ren­zia­le che ormai cono­scia­mo. L’Am­mi­ni­stra­zio­ne comu­na­le accet­ta le sol­le­ci­ta­zio­ni di cit­ta­di­ni e for­ze poli­ti­che, ma cer­ta­men­te non accet­ta impo­si­zio­ni di alcun gene­re.

Ora che la vicen­da è chiu­sa, di cos’al­tro si sta occu­pan­do il suo Asses­so­ra­to?

Stia­mo vaglian­do la que­stio­ne orti urba­ni, che fan­no par­te inte­gran­te del­lo svi­lup­po eco­no­mi­co e socia­le di una comu­ni­tà. Stia­mo indi­vi­duan­do le aree più adat­te e aggior­ne­re­mo la cit­ta­di­nan­za sul­la pro­ce­du­ra. Una vol­ta indi­vi­dua­te le aree si farà un ban­do che for­ni­rà anche ai vin­ci­to­ri la for­ma­zio­ne neces­sa­ria a por­ta­re avan­ti il pro­get­to.

Sto inol­tre rive­den­do com­ple­ta­men­te il Rego­la­men­to sul­le Can­ti­ne Sto­ri­che, per­ché voglio rico­strui­re un per­cor­so eno­ga­stro­no­mi­co nel Cen­tro Sto­ri­co. Anche que­sto sarà un argo­men­to da por­ta­re all’in­ter­no del­la Cit­tà del Vino, per­ché non basta fare le pro­po­ste, biso­gna anche dar loro un’ap­pli­ca­zio­ne con­cre­ta.

 

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