Due donne anziane sopravvivono 25 mesi all’occupazione dell’ISIS di Qaraqosh

Due donne anziane sopravvivono 25 mesi all’occupazione dell’ISIS di Qaraqosh

02/11/2016 0 Di Redazione

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schermata-2016-11-02-alle-16-02-22Due don­ne anzia­ne soprav­vi­vo­no 25 mesi all’oc­cu­pa­zio­ne del­l’I­SIS di Qara­qosh.

“Sono rima­ste lì a Qara­qosh, la cit­ta­di­na a mag­gio­ran­za cri­stia­na. Non era­no scap­pa­te, non avreb­be­ro sapu­to come fare, era­no trop­po anzia­ne e avreb­be­ro ral­len­ta­to la fuga degli altri. Sono rima­ste sole con la pau­ra che se fos­se­ro sta­te sco­per­te non avreb­be­ro avu­to vita lun­ga. Inve­ce, la sto­ria è anda­ta diver­sa­men­te. - ha rac­con­ta­to Musta­fa Jab­bar coor­di­na­to­re di FOCSIV Kur­di­stan da Erbil – La dispen­sa era anco­ra ben rifor­ni­ta, nei pri­mi mesi ha per­mes­so loro di soprav­vi­ve­re nasco­ste agli occhi degli uomi­ni del­l’I­SIS, che non ave­va­no pre­so in con­si­de­ra­zio­ne la loro abi­ta­zio­ne. Poi sono sta­te sco­per­te, han­no temu­to il peg­gio, ma, con le minac­ce, le han­no obbli­ga­te a con­ver­tir­si reci­tan­do la pro­fes­sio­ne di fede. Così sono sta­te poco con­si­de­ra­te nei 25 mesi di occu­pa­zio­ne di Qua­ra­qosh. Ogni tan­to rice­ve­va­no un po’ di cibo, ma la salu­te ne ha risen­ti­to: non aven­do le cure appro­pria­te una del­le due don­ne ha per­du­to la vista, l’u­di­to e non rie­sce a cam­mi­na­re. Dopo il loro ritro­va­men­to, da par­te del­l’e­ser­ci­to ira­che­no, la più gio­va­ne ha spie­ga­to chi fos­se­ro e come fos­se­ro soprav­vis­su­te. Ora sono ad Erbil dove han­no riab­brac­cia­to i loro paren­ti.”

schermata-2016-11-02-alle-16-02-34FOCSIV da due anni è a fian­co agli sfol­la­ti nei cam­pi di Erbil, nel vil­lag­gio di Diba­ga ed a Kir­kuk. Il lavo­ro dei volon­ta­ri ita­lia­ni e loca­li è sta­to rivol­to, dopo aver prov­ve­du­to alle pri­me neces­si­tà nel­l’e­mer­gen­za, ai mino­ri pre­oc­cu­pan­do­si di alle­sti­re un asi­lo per i più pic­co­li, in modo che le madri potes­se­ro lavo­ra­re o fre­quen­ta­re dei cor­si di cuci­to, avvia­re atti­vi­tà spor­ti­ve per i più gran­di in modo da esse­re occu­pa­ti anche nel dopo scuo­la e di poter ave­re una vita il più pos­si­bi­le adat­ta a dei bam­bi­ni e degli ado­le­scen­ti e, infi­ne, orga­niz­za­re cor­si di for­ma­zio­ne e di lin­gua ingle­se e cur­da. Ci si occu­pa, soprat­tut­to, dei più vul­ne­ra­bi­li del­le don­ne con neo­na­ti, alle qua­li spes­so, a cau­sa del­la man­can­za del lat­te mater­no pro­vo­ca­to dal­la pau­ra e dal­lo stress, vie­ne for­ni­to lat­te in pol­ve­re; un’at­ten­zio­ne par­ti­co­la­re vie­ne rivol­ta ai disa­bi­li, con cure spe­ci­fi­che e medi­ci­na­li. A que­sto si aggiun­ge la distri­bu­zio­ne di cibo, sup­pel­let­ti­li e indu­men­ti, soprat­tut­to quel­li inver­na­li, l’in­ver­no in que­sta area è mol­to rigi­do e lun­go. 

 

 
 
HuMA­ni­ty – Esse­re uma­ni con gli esse­ri uma­ni

 

La cam­pa­gna è sta­ta per pri­ma volu­ta da FOCSIV insie­me a 6 tra i suoi Soci – Asso­cia­zio­ne Fran­ce­sco Real­mon­teCelim Mila­noENGIM Inter­na­zio­na­leFon­da­zio­ne Inter­na­zio­na­le Buon Pasto­reFMSI – Fon­da­zio­ne Mari­sta per la Soli­da­rie­tà Inter­na­zio­na­leAsso­cia­zio­ne Pun­to Mis­sio­ne — uni­ti in un con­sor­zio che sup­por­ta miglia­ia di per­so­ne in fuga dal­la guer­ra in ter­ra ira­che­na, cur­da, siria­na, liba­ne­se, gior­da­na e tur­ca; che si pone a fian­co alla gen­te intrap­po­la­ta in alcu­ne cit­tà siria­ne asse­dia­te; che acco­glie nei cam­pi pro­fu­ghi del Kur­di­stan ira­che­no lon­ta­ni dal­le aree con­trol­la­te dal Calif­fa­to e dal­l’I­SIS; che si pre­oc­cu­pa e si occu­pa del­l’e­du­ca­zio­ne e del­la for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le, del­lo svi­lup­po agri­co­lo, del benes­se­re sani­ta­rio e psi­co­lo­gi­co, del­la disa­bi­li­tà e del­le neces­si­tà e biso­gni di tan­ti uomi­ni e don­ne del Medio Orien­te tra­vol­ti da que­sti tra­gi­ci anni.

Tut­to il lavo­ro è rivol­to ai più vul­ne­ra­bi­li: le don­ne, i bam­bi­ni, gli anzia­ni ed i disa­bi­li con una par­ti­co­la­re atten­zio­ne ver­so pro­get­ti che han­no come obiet­ti­vo la rico­stru­zio­ne di un futu­ro soste­ni­bi­le per le per­so­ne, per pri­ma cosa, e per il pro­prio Pae­se di ori­gi­ne o di ado­zio­ne, poi.

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