LATINA, ROSOLINO RISPONDE ALLA MATTEI SUI PIANI DI RECUPERO DEL CENTRO STORICO

LATINA, ROSOLINO RISPONDE ALLA MATTEI SUI PIANI DI RECUPERO DEL CENTRO STORICO

31/10/2016 0 Di Redazione

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piazzaAldoMoroLatinaLATINA, ROSOLINO RISPONDE ALLA MATTEI SUI PIANI DI RECUPERO DEL CENTRO STORICO

Le dichia­ra­zio­ni del­l’ex asses­so­re all’ur­ba­ni­sti­ca, Mas­si­mo Roso­li­ni, che rispon­de così alle cri­ti­che sui pia­ni di recu­pe­ro del Cen­tro Sto­ri­co avan­za­te all’am­mi­ni­stra­zio­ne Zac­cheo dal­l’at­tua­le pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne Urba­ni­sti­ca, Celi­na Mat­tei.

Gen­ti­le diret­to­re,

  è sem­pre più evi­den­te che l’urbanistica è una mate­ria dif­fi­ci­le. Dif­fi­ci­le da capi­re, dif­fi­ci­le da fare, dif­fi­ci­lis­si­ma da comu­ni­ca­re. Sul gior­na­le di qual­che gior­no fa  si leg­ge il tito­lo” I Pia­ni? Una mos­sa pro­pa­gan­di­sti­ca”. Non si capi­sce bene che signi­fi­ca, ma è abba­stan­za per man­te­ne­re ecci­ta­tigli ani­mi nei bar del­la cit­tà e ras­si­cu­ra­re tut­ti che la guer­ra con­ti­nua. Leg­gen­do l’articolo si viene a sape­re che la Com­mis­sio­ne Urba­ni­sti­ca del Comu­ne va esa­mi­nan­do i pia­ni di recu­pe­ro per il cen­tro sto­ri­co di Lati­na vara­ti dall’Amministrazione Zac­cheo e non li tro­va di suo gra­di­men­to. Si obiet­ta, per voce, sem­bra, del Pre­si­den­te del­la com­mis­sio­ne, Mat­tei, che nel pia­no è sta­to lascia­toincom­pren­si­bil­men­te un buco al cen­tro, che man­ca un’ idea omo­ge­nea, che i pro­get­ti­sti inca­ri­ca­ti furo­no trop­pi.

A me l’onere di dare qual­che spie­ga­zio­ne.

Come tut­ti san­no la cit­tà fon­da­ta, Lit­to­ria, dise­gna­ta dall’architetto Frez­zot­ti nel ’32 e nel ‘34coin­ci­de più o meno con l’attuale cir­con­val­la­zio­ne. Quel­lo che si sa di meno è che que­sto ambi­to sto­ri­co non ha avu­to mai, pri­ma dei pia­ni di recu­pe­ro di cui si par­la, una defi­ni­zio­ne come tale, ma è sud­di­vi­so in quar­tie­ri che si esten­do­no oltre il nucleo ori­gi­na­rio, ed il peri­me­tro dell’R0 trac­cia­to dai pro­get­ti­sti del PRG è solo una pic­co­la por­zio­ne del­la cit­tà di fon­da­zio­ne ed è rima­sto fino ad oggi sen­za un pia­no di attua­zio­ne (il che per cer­ti ver­si è sta­to un bene per­ché ha evi­ta­to che con­ti­nuas­se­ro gli scem­pi che sul pia­no Frez­zotti si sono per­pe­trati dal dopo­guer­ra fino all’entrata in vigo­re del PRG).

È  solo con l’amministrazione Zac­cheo che, per la pri­ma vol­ta da sem­pre,  si pro­ce­de ad indi­vi­dua­re la cit­tà sto­ri­ca e la si fa coin­ci­de­re con l’area del pia­no Frez­zot­ti, defi­ni­ta, sal­vo poche ecce­zio­ni,dal peri­me­tro del­la cir­con­val­la­zio­ne, rite­nen­do di dover trat­ta­re que­sta area pro­prio secon­do una “idea omo­ge­nea”, che fino ad allo­ra era man­ca­ta. 

Come si pote­va trat­ta­re urba­ni­stica­men­te un’ area rica­den­te in più pia­ni ese­cu­ti­vi , ma in real­tà omo­ge­nea, e biso­gno­sa di inter­ven­ti di recu­pe­ro e di riqua­li­fi­ca­zio­ne, con gran­di poten­zia­li­tà trasfor­ma­ti­ve ma anche di fon­da­men­ta­le valo­re iden­ti­ta­rio per la comu­ni­tà cit­ta­di­na e per la sua sto­ria?

E come si pote­va inter­ve­ni­re su un’area che - pur rico­no­scen­do­ne final­men­te la omo­ge­nei­tà  di fon­do — pre­sen­ta­va al suo inter­no tut­ta­via le dis-omo­ge­nei­tà deri­van­ti dal fat­to che per lun­ghi decen­ni essa era sta­ta non una par­te del­la cit­tà, ma la cit­tà nel suo insie­me, tut­ta la cit­tà di Lati­na, e dun­que ave­va cono­sciu­to dif­fe­ren­zia­zio­ni note­vo­li,   dina­mi­che di svi­lup­po diver­se secon­do le zone, spe­cia­liz­za­zio­ni fun­zio­na­li e  qua­li­tà edi­li­zia  distingui­bi­le per età e per qua­li­tà e  oggi veri e pro­pri buchi neri che è urgen­te risa­na­re?

Deci­dem­mo di uti­liz­za­re lo stru­men­to del Pia­no di Recu­pe­ro che ci con­sen­ti­va di indi­vi­dua­re la cit­tà sto­ri­ca (ovve­ro quel­la cre­sciu­ta sul pia­no urba­no sto­ri­co), al di là della distin­zio­ne di essa nei diver­si p.p.e., sen­za modi­fi­ca­re i peri­me­tri di que­sti, e dotan­do­la di uno stru­men­to che si con­fa­ce­va alle mol­te dif­fe­ren­ti situa­zio­ni pre­sen­ti per­met­ten­do di dif­fe­ren­zia­re le uni­tà di inter­ven­to pos­si­bi­li secon­do par­ti o per­fi­no sin­go­li  iso­la­ti.

Vedem­mo che all’interno di que­sta area la prin­ci­pa­le dif­fe­ren­zia­zio­ne con­si­ste­va tra la parte sto­ri­caqua­si del tut­to con­ser­va­ta, con edi­fi­ci vin­co­la­ti,  e sul­la qua­le era insen­sa­to pro­gram­ma­re tra­sfor­ma­zio­ni con­si­sten­ti e  che inve­ce  sareb­be sta­ta dota­ta,  nel­lo step suc­ces­si­vo del lavo­ro, di uno spe­ci­fi­co Manua­le del Recu­pe­ro da stu­dia­re a par­te - e sul­la cosa sen­tim­mo il Prof. G. Mura­to­re  che avreb­be dovuto occu­par­sene– e par­ti più ester­ne sul­le qua­li si era­no avu­te nel tem­po le tra­sfor­ma­zio­ni degli anni ’50 e ’60  e su cui era necessario inter­ve­ni­re per rige­ne­ra­re, supe­ra­re cri­ti­ci­tà e svi­lup­pa­re oppor­tu­ni­tà urba­ne. 

Se si osser­va con un po’ di atten­zio­ne il Pia­no di Recu­pe­ro si vedrà dun­que che la par­te cen­tra­le non è“incom­prensi­bil­men­te” lascia­ta fuo­ri, ma inve­ce sal­va­guar­da­ta essen­do la par­te sto­ri­ca di mag­gior pre­gio che non va cer­to tra­sfor­ma­ta, ma solo restau­ra­ta, men­tre il resto divi­so in qua­dran­ti ed in uni­tà di inter­ven­to è la par­te su cui abbia­mo svi­lup­pa­to la par­te “ope­ra­ti­va” del pia­no.

Trat­ta­re per la pri­ma vol­ta il cen­tro del­la cit­tà come tale, signi­fi­cò pre­li­mi­nar­men­te stu­diar­lo in modo mai fat­to pri­ma. Esa­mi­nare volu­mi, abi­tan­ti, fun­zio­ni, veri­fi­car­ne lo spo­po­la­men­to e l’impoverimento fun­zio­na­le, il depe­ri­men­to edi­li­zio ed in alcu­ni casi il degra­do coin­ci­den­te con  dismis­sio­ni mai ricon­ver­ti­te. Key, ex-Con­sor­zio Agra­rio, ex-auto­li­nee, Pal. Por­fi­ri, etc.Con­si­de­ra­re la neces­si­tà di tor­na­re ad intro­dur­re nel cen­tro una mag­gior ric­chez­za di fun­zio­ni enuo­vi ser­vi­zi in un oriz­zon­te eco­no­mi­co che dove­va far leva su uni­ver­si­tà, cul­tu­ra, rivi­ta­liz­za­zio­ne del­la varie­tà com­mer­cia­le, turi­smo come rica­du­ta, recu­pe­ro edi­li­zio fina­liz­za­to a richia­ma­re resi­den­ti, rie­qui­li­brio del­la fun­zio­ne dire­zio­na­le  e ter­zia­ria con il Cen­tro Dire­zio­na­le  

Il lavo­ro fu affi­da­to ad un grup­po volu­ta­men­te nutri­to di tec­ni­ci del­la cit­tà di Lati­na tra cui il Pre­si­den­te dell’Ordine degli Archi­tet­ti e fu svol­to in coor­di­na­men­to con­ti­nuo con l’amministrazione comu­na­le pro­prio per­ché si vole­va che un atto di pia­ni­fi­ca­zio­ne di signi­fi­ca­to sto­ri­co per la nostra cit­tà fos­se con­dot­to con  la mas­si­ma cora­li­tà e cono­scen­za diret­ta  del tema.

I pro­get­ti­sti era­no trop­pi? A par­te la scar­sa per­ti­nen­za dell’osservazione in sede di Com­mis­sio­ne Urba­ni­sti­ca, se aves­si­mo fat­to il con­tra­rio oggi ci sareb­be qual­cu­no che ci accu­se­reb­be del con­tra­rio. Lamen­tan­do che non si può affi­da­re una cit­tà ad un solo stu­dio pro­fes­sio­na­le, maga­ri di chia­ra fama, maga­ri non del­la cit­tà o per­si­no stra­nie­ro etc etc…

È sem­bra­to poi, ai com­mis­sa­ri che il tem­po di lavo­ro per il PdR del cen­tro, dal 2006 al 2010, fu trop­po lun­go. Augu­ro alla nuo­va ammi­ni­stra­zio­ne di esse­re più rapi­da nell’affrontare e risol­ve­re que­stio­ni urba­ni­sti­che che come quel­la in que­stio­ne era­no pri­ma di noi all’anno zero.

Sono lie­to però di vede­re al Comu­ne di Lati­na abbia­mo lascia­to mol­to lavo­ro fat­to e pro­get­ti su cui pro­se­gui­re, uti­li tra l’altro a non per­de­re finan­zia­men­ti e a non far­si tro­va­re del tut­to impre­pa­ra­ti sul­la dif­fi­ci­le stra­da dell’amministrazione di una cit­tà.

 

Mas­si­mo Roso­li­ni

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