L’Opinione di Marco Cavacchioli. Raccontare Marino… Storia e Archeologia

L’Opinione di Marco Cavacchioli. Raccontare Marino… Storia e Archeologia

24/08/2016 0 Di Redazione

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Marco Cavacchioli

Mar­co Cavac­chio­li

L’O­pi­nio­ne di Mar­co Cavac­chio­li. Rac­con­ta­re Mari­no… Sto­ria e Archeo­lo­gia

Comu­ne di Mari­no, 26.10 km² di esten­sio­ne, 43.000 abi­tan­ti ca. tra il cen­tro sto­ri­co e le fra­zio­ni di S. Maria del­le Mole, Frat­toc­chie, Cava dei Sel­ci, Castel­luc­cia, Due San­ti, Fon­ta­na Sala. Ter­ri­to­rio che costi­tui­sce un per­no tra la Cam­pa­gna Roma­na e le pen­di­ci dei Castel­li Roma­ni, Comu­ne ospi­te di due par­chi, il Par­co dei Castel­li Roma­ni e il Par­co Regio­na­le dell’Appia Anti­ca ed ora un ter­zo, nato nel 2016, il Par­co Archeo­lo­gi­co del­la Via Appia Anti­ca con com­pe­ten­ze su tut­ti i siti archeo­lo­gi­ci lun­go la diret­tri­ce del­la Via Appia Anti­ca, che attra­ver­sa il ter­ri­to­rio comu­na­le da nord a sud. Un ter­ri­to­rio, quel­lo del Comu­ne di Mari­no, che van­ta secon­do uno stu­dio del­la Pro­vin­cia di Roma (aggior­na­to al 2010) ben 204 pre­sen­ze archeo­lo­gi­che, al net­to del­le nume­ro­se sco­per­te effet­tua­te dal­la Soprin­ten­den­za* negli ulti­mi 6 anni che han­no resti­tui­to evi­den­ze archeo­lo­gi­che impor­tan­ti qua­si ad ogni ope­ra­zio­ne pre­ven­ti­va di sca­vo. Un ter­ri­to­rio sot­to­po­sto a 31 leg­gi di vin­co­lo su resti archeo­lo­gi­ci e archi­tet­to­ni­ci, ema­na­te tra gli ini­zi del ‘900 fino al 2010. Ter­ri­to­rio con pre­sen­ze archeo­lo­gi­che, archi­tet­to­ni­che e arti­sti­che uni­che al mon­do sia nel cen­tro sto­ri­co, che  nel­le fra­zio­ni, come il Mitreo (anco­ra chiu­so) con la rap­pre­sen­ta­zio­ne del ciclo del Dio Mitra, con­si­de­ra­to da tut­ti gli stu­dio­si la più impor­tan­te raf­fi­gu­ra­zio­ne al mon­do del ciclo mitrai­co, la cit­tà sepol­ta di Bovil­lae nel­la fra­zio­ne di Frat­toc­chie, con la sua area archeo­lo­gi­ca cen­tra­le (in una pro­prie­tà pri­va­ta) con i resti dei car­ce­res (stal­li dipar­ten­za dei caval­li) del cir­co, uni­che strut­tu­re archi­tet­to­ni­che di un cir­co roma­no super­sti­ti in tut­to l’Impero Roma­no, la Via Appia Anti­ca, regi­na via­rum che attra­ver­sa la più popo­lo­sa del­le fra­zio­ni, S. Maria del­le Mole.

E non dimen­ti­chia­mo anche tut­te le testi­mo­nian­ze sto­ri­che del Medioe­vo e del Baroc­co e le immen­se risor­se natu­ra­li (oltre ai par­chi sud­det­ti), come il Bar­co Colon­na e il Bosco Feren­ta­no, le Cave di Pepe­ri­no sfrut­ta­te sin dall’epoca roma­na che costi­tui­sco uno dei più spet­ta­co­la­ri monu­men­ti dell’opera uma­na, mai valo­riz­za­te come meri­ta­no.

La lista sem­bra infi­ni­ta, in un ter­ri­to­rio che meri­ta di esse­re ama­to e soprat­tut­to rispet­ta­to, pre­ser­van­do­lo, tute­lan­do­lo, e attuan­do tut­te le misu­re neces­sa­rie tese ad una valo­riz­za­zio­ne che pos­sa inge­ne­ra­re un’offerta turi­sti­ca obiet­ti­va e degna dei teso­ri che custo­di­sce. Un ter­ri­to­rio, che meri­ta di esse­re apprez­za­to, sco­per­to dai turi­sti quan­to risco­per­to dal­le per­so­ne che ci vivo­no.

Un ter­ri­to­rio, la cui impron­ta sto­ri­co-arti­sti­ca, deve esse­re dif­fu­sa, ad appas­sio­na­ti e spe­cia­li­sti  attra­ver­so uno stu­dio ed un rac­con­to che ten­ga sem­pre la bar­ra drit­ta in dire­zio­ne dell’etica, del­la pro­fes­sio­na­li­tà, e dell’onesta intel­let­tua­le.

Ed è pro­prio rife­ren­do­mi a que­sti con­cet­ti che ho volu­to foca­liz­za­re l’attenzione su un arti­co­lo appar­so nel Gior­na­le del­la Pro­vin­cia, dal tito­lo “Mari­no. Un nuo­vo trat­to di stra­da roma­na” che inve­ce di rac­con­ta­re e di comu­ni­ca­re al pub­bli­co la bel­lez­za e la ric­chez­za sto­ri­ca, archeo­lo­gi­ca e arti­sti­ca del nostro ter­ri­to­rio, in modo tra­spa­ren­te, pro­po­ne una lun­ga serie di noti­zie erra­te e di inter­pre­ta­zio­ni sto­ri­che biz­zar­re e sen­za fon­da­men­to. L’articolo par­te subi­to con una serie di ine­sat­tez­ze: Un altro trat­to di stra­da roma­na incom­be sui lavo­ri (ripre­si) per l’apertura del MC Donald di Frat­toc­chie. Ad incap­pa­re nel­la nuo­va sco­per­ta archeo­lo­gi­ca sta­vol­ta sono sta­ti gli ope­ra­ri dell’Acea impe­gna­ti tra via del Sas­so­ne e via del­le Casta­gno­le di sot­to alla rea­liz­za­zio­ne dell’allaccio fogna­rio che dovrà ser­vi­re al fast food di pros­si­ma aper­tu­ra”, uni­ca noti­zia vera è l’esecuzione dei lavo­ri da par­te dell’Acea (ma sot­to la sor­ve­glian­za del­la Soprin­ten­den­za*) avve­nu­ti nei pri­mi gior­ni di Ago­sto, in Vico­lo del Tor­rac­cio a Frat­toc­chie per l’allaccio fogna­rio rela­ti­vo al Mc Donald’s di pros­si­ma aper­tu­ra. Men­tre il ritro­va­men­to di un trat­to di stra­da roma­na è noti­zia che non rispon­de a veri­tà, poi­ché duran­te i lavo­ri di sca­vo non sono sta­te rin­ve­nu­te testi­mo­nian­ze di alcun trac­cia­to stra­da­le anti­co.

L’articolo con­ti­nua, riguar­do ai lavo­ri del Mc Donald’s “di pros­si­ma aper­tu­ra e già dal mese di Gen­na­io fini­to al cen­tro del­la cro­na­ca per il ritro­va­men­to di un impor­tan­te sito archeo­lo­gi­co che com­pren­de le mura peri­me­tra­li dell’antica Bovil­lae”, sen­za nul­la toglie­re all’estrema impor­tan­za del ritro­va­men­to nell’area dell’ex Staff, duran­te i son­dag­gi pre­li­mi­na­ri all’edificazione del Mc Donald’s, di una stra­da roma­na per­fet­ta­men­te con­ser­va­ta e di alcu­ni muri di con­te­ni­men­to, una gros­sa frot­to­la evi­den­te è quel­la del­le “mura peri­me­tra­li dell’antica Bovil­lae”, in pri­mo luo­go per­ché le uni­che strut­tu­re mura­rie rin­ve­nu­te sono quel­le di con­te­ni­men­to atti­nen­ti alla stra­da roma­na, in secon­do luo­go per­ché le fon­ti sto­ri­che dimo­stra­no la tota­le incon­si­sten­za dell’ipotesi.

Altra ipo­te­si del tut­to a casac­cio: Vil­la di Tito Sestio Gal­lo dove attual­men­te sor­ge il con­ven­to dei fra­ti trap­pi­sti”; l’identificazione del­la vil­la di T.S. Gal­lo nel com­pren­so­rio dei Fra­ti Trap­pi­sti, tra l’XI e il XII miglio del­la Via Appia è total­men­te sbal­la­ta per­ché anche qui tut­te le fon­ti con­ver­go­no inve­ce sul­la rea­le posi­zio­ne del fon­do e dell’eventuale vil­la di T.S. Gal­lo, oltre Bovil­lae, pres­so il XIV miglio del­la Via Appia.

L’articolo pro­se­gue: Secon­do fon­ti del­la Soprin­ten­den­za che, come di pras­si vigi­la i lavo­ri in zone rite­nu­te sen­si­bi­li dal pun­to di vista archeo­lo­gi­co, si trat­ta di un per­cor­so che col­le­ga­va l’antica Castri­moe­nium (Mari­no) alle vil­le di Bovil­lae”, anche qui la noti­zia è sen­za fon­da­men­to poi­ché baste­reb­be già il buon sen­so a giu­di­ca­re come pras­si total­men­te fuo­ri luo­go la rive­la­zio­ne di inter­pre­ta­zio­ni archeo­lo­gi­che da par­te del­la Soprin­ten­den­za a chic­ches­sia,  soprat­tut­to è erro­neo pen­sa­re che chi ha effet­tua­to il son­dag­gio archeo­lo­gi­co, pos­sa comu­ni­ca­re dati cer­ti pri­ma di un’eventuale pub­bli­ca­zio­ne o pri­ma di una pre­sen­ta­zio­ne di risul­ta­ti. Nell’articolo poi vie­ne cita­to l’autore di così “fan­ta­sio­se” ipo­te­si:  “Non sono del­lo stes­so avvi­so i nume­ro­si appas­sio­na­ti di archeo­lo­gia del ter­ri­to­rio, assai nume­ro­si ai Castel­li Roma­ni. Tra di essi spic­ca la figu­ra viva­ce e irruen­ta fino all’entusiasmo di Mar­co Bel­lit­to da tem­po impe­gna­to alla sco­per­ta di pos­si­bi­li­tà in cam­po archeo­lo­gi­co fino ad oggi non con­tem­pla­te dagli stu­di acca­de­mi­ci”, il Deus Ex Machi­na di tut­te le ipo­te­si dell’articolo è pro­prio Mar­co Bel­lit­to, che ci con­du­ce subi­to e con leg­ge­rez­za attra­ver­so uno degli argo­men­ti più gon­fia­ti degli ulti­mi anni, la miti­ca e così deno­mi­na­ta “Via Fran­ci­ge­na del Sud”, nome com­ple­to che esi­ste solo nei tour del­le agen­zie turi­sti­che e nei siti del­le asso­cia­zio­ni che fan­no scor­raz­za­re pel­le­gri­ni e viag­gia­to­ri a pie­di dal sud a Roma e vice­ver­sa. Sia chia­ro, qui non stia­mo met­ten­do in dub­bio la sto­ri­ci­tà di un movi­men­to di fede, di flus­si di pel­le­gri­ni dall’età tar­do-anti­ca e per tut­to il Medioe­vo soprat­tut­to in dire­zio­ne del­la Ter­ra­san­ta, quel­lo che rima­ne dub­bio è un nome di bat­te­si­mo for­za­to e pen­den­te ver­so un discor­so più com­mer­cia­le e turi­sti­co che sto­ri­co. E pro­se­gue anco­ra con ipo­te­si a van­ve­ra sul­la Via Fran­ci­ge­na: “ritie­ne di poter affer­ma­re che pro­prio il trat­to di stra­da che sta venen­do alla luce ora fos­se il col­le­ga­men­to tra l’Appia Anti­ca e la Via Fran­ci­ge­na del Sud”, ulte­rio­re mostruo­si­tà al pari del­le “mura di Bovil­le”, poi­ché se è vero che è esi­sti­to un iti­ne­ra­rio di pel­le­gri­nag­gio ver­so sud e ver­so la Ter­ra­san­ta (det­to oggi com­mer­cial­men­te “Via Fran­ci­ge­na del Sud”) non poté esi­ste­re con­tem­po­ra­neo all’Appia (soprat­tut­to nel nostro ter­ri­to­rio), fu pro­prio l’Appia Anti­ca l’asse pre­fe­ren­zia­le di cam­mi­no e di pel­le­gri­nag­gio tra Roma e il Sud, alme­no fino al XIII seco­lo, fino a quan­do pian pia­no un trac­cia­to alter­na­ti­vo da Roma pas­san­te per Mari­no, diver­rà defi­ni­ti­vo nei seco­li XVI e XVII con il nome di Stra­da Posta­le, con iti­ne­ra­rio Roma-Mari­no-Vel­le­tri, e alter­na­ti­vo all’Appia Anti­ca come diret­tri­ce ver­so Sud.

Si pro­se­gue poi alzan­do il tiro del­le spa­ra­te e del­le ine­sat­tez­ze: “Ed è pro­ba­bil­men­te a quest’ultimo filo­ne che la con­vin­zio­ne dell’appassionato Bel­lit­to va ad attac­car­si. In fon­do — ci dice con­clu­den­do il discor­so – i pel­le­gri­ni dove­va­no pur pas­sa­re e pro­prio sot­to il pasco­la­ro di Castel Gan­dol­fo, qual­che anno fa fu ritro­va­to il cada­ve­re di un pel­le­gri­no con un gruz­zo­lo di mone­te d’argento pro­ba­bil­men­te diret­to in Ter­ra­san­ta e lì vici­no ci sono i resti di una chie­set­ta dedi­ca­ta a S. Arcan­ge­lo”, ma ana­liz­zia­mo i dati rea­li, nel 2008 duran­te alcu­ni lavo­ri com­mis­sio­na­ti dal Comu­ne di Mari­no per la posa di una con­dut­tu­ra fogna­ria in zona Mon­te Cre­scen­zio, la Soprin­ten­den­za ha rin­ve­nu­to una serie di strut­tu­re di epo­ca roma­na, e al di sopra del­lo stra­to di abban­do­no di uno di tali ambien­ti è sta­ta sco­per­ta una sepol­tu­ra medie­va­le di un uomo con un gruz­zo­lo com­po­sto da 15 mone­te ricon­du­ci­bi­li al pri­mo perio­do feu­da­le del­la Fran­cia cape­tin­gia (X‑XI sec.). La pri­ma ipo­te­si è che que­sta sepol­tu­ra pos­sa esse­re mes­sa in rela­zio­ne ad una chie­set­ta di S. Ange­lo (e non S.Arcangelo come cita­to nell’articolo) atte­sta­ta dal­le fon­ti eccle­sia­sti­che fino al X seco­lo e che il pos­ses­so da par­te del­la sal­ma di mone­te fran­ce­si e la tota­le assen­za di mone­te ita­lia­ne ci con­du­ce ver­so l’identità del viag­gia­to­re pro­ve­nien­te dal­la Fran­cia, che con tut­ta pro­ba­bi­li­tà si trat­ta di un pel­le­gri­no. Ma a dif­fe­ren­za dell’ipotesi cita­ta nell’articolo: “In fon­do- ci dice con­clu­den­do il discor­so – i pel­le­gri­ni dove­va­no pur pas­sa­re”, pos­sia­mo affer­ma­re che, se que­sto era un pel­le­gri­no diret­to ver­so sud o ver­so la Ter­ra­san­ta, sicu­ra­men­te sape­va dove pas­sa­re per­ché nel X‑XI sec. (arco tem­po­ra­le nel qua­le è mor­to il pel­le­gri­no) era anco­ra atti­va come diret­tri­ce di cam­mi­no e di pel­le­gri­nag­gio ver­so sud la stes­sa Appia Anti­ca, che cor­re­va a 700 metri dal­la tom­ba del pel­le­gri­no.

L’analisi di que­sto arti­co­lo ci impo­ne del­le rifles­sio­ni. Il testo, così come è costrui­to, le noti­zie non veri­fi­ca­te, le ipo­te­si a caso sen­za alcun fon­da­men­to scien­ti­fi­co, la faci­li­tà con la qua­le si inca­sel­la­no even­ti sto­ri­ci sen­za un cri­te­rio ci por­ta a due con­si­de­ra­zio­ni: in pri­mo luo­go rite­nia­mo che l’Archeologia come la Sto­ria sia­no disci­pli­ne rigo­ro­se, soprat­tut­to nel­la meto­do­lo­gia di stu­dio, nel­la com­pren­sio­ne del­le fon­ti biblio­gra­fi­che, archi­vi­sti­che e mate­ria­li (stra­ti­gra­fia archeo­lo­gi­ca, reper­ti, ecc.) e neces­si­ti­no nel loro per­cor­so di ricer­ca di una gran­de one­stà intel­let­tua­le di fon­do, per­ché entram­be per­se­guo­no il fine nobi­lis­si­mo del­la rico­stru­zio­ne del­la cul­tu­ra mate­ria­le anti­ca la pri­ma, e dei fat­ti sto­ri­ci la secon­da, in sostan­za la nostra impron­ta nel­la Sto­ria; in secon­do luo­go, comu­ni­ca­re dati e noti­zie non vere,  riguar­do la Sto­ria e l’Archeologia del nostro ter­ri­to­rio signi­fi­ca non ama­re il nostro ter­ri­to­rio, così detur­pa­to e così biso­gno­so di un rac­con­to con le car­te in rego­la. Tut­to ciò, inol­tre, lan­cia un peri­co­lo­so mes­sag­gio, soprat­tut­to alle nuo­ve gene­ra­zio­ni, che si può dis­ser­ta­re su tut­to, che si può dire e scri­ve­re tut­to e il con­tra­rio di tut­to, sen­za stu­dio, sen­za sacri­fi­cio, sen­za il tem­po, e soprat­tut­to sen­za il dub­bio che è e rima­ne il sen­so e il moto­re di ogni one­sta e tra­spa­ren­te atti­vi­tà di ricer­ca sia in cam­po uma­ni­sti­co sia scien­ti­fi­co.

Tut­to il resto è vani­tà o inte­res­se per­so­na­le.

*Soprin­ten­den­za: si inten­de la Soprin­ten­den­za Archeo­lo­gia del Lazio e del­l’E­tru­ria meri­dio­na­le

Mar­co Cavac­chio­li

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