Piero PETRASSI (Consiglio Regione Lazio): “Pieno sostegno all’iniziativa lanciata da Zingaretti per gli Stati Uniti d’Europa”

Piero PETRASSI (Consiglio Regione Lazio): “Pieno sostegno all’iniziativa lanciata da Zingaretti per gli Stati Uniti d’Europa”

29/06/2016 0 Di Redazione

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Nicola Zingaretti

Nico­la Zin­ga­ret­ti

Pie­ro PETRASSI (Con­si­glio Regio­ne Lazio): “Pie­no soste­gno all’iniziativa lan­cia­ta da Zin­ga­ret­ti per gli Sta­ti Uni­ti d’Europa”

Oggi il Pre­si­den­te Zin­ga­ret­ti ha lan­cia­to l’iniziativa “cambiamo.eu”, una peti­zio­ne per chie­de­re una fase costi­tuen­te che ci por­ti ver­so gli Sta­ti Uni­ti d’Europa. “Sosten­go con gran­de for­za e con­vin­zio­ne l’iniziativa lan­cia­ta oggi dal Pre­si­den­te – ha dichia­ra­to il con­si­glie­re Petras­si, Pre­si­den­te del­la com­mis­sio­ne Affa­ri Comu­ni­ta­ri – non solo per­ché sono sem­pre sta­to un con­vin­to euro­pei­sta, ma per­ché pen­so che in que­sto momen­to par­ti­co­lar­men­te deli­ca­to per la nostra Euro­pa abbia­mo di fron­te a noi solo due alter­na­ti­ve: una di retro­guar­dia, vol­ta a difen­de­re l’esistente spe­ran­do che i movi­men­ti popu­li­sti non con­ti­nui­no ad avan­za­re, l’altra inve­ce un rilan­cio poli­ti­co vero, for­te, corag­gio­so dell’Unione stes­sa recu­pe­ran­do lo spi­ri­to dei padri fon­da­to­ri a comin­cia­re da Spi­nel­li.

Appe­na quat­tro gior­ni fa – ha pro­se­gui­to Petras­si — com­men­tan­do a cal­do l’esito del refe­ren­dum sul­la Bre­xit, scris­si: “Ades­so ser­ve una rispo­sta poli­ti­ca for­te. Pro­prio per­ché oggi abbia­mo tut­ti avu­to la pro­va che un’Europa debo­le, mera som­ma­to­ria di inte­res­si di par­te, in mano ai tec­no­cra­ti e ai buro­cra­ti di Bru­xel­les, e quin­di pri­va di un’anima poli­ti­ca vera in cui ogni cit­ta­di­no euro­peo pos­sa rico­no­scer­si, non ha un futu­ro. L’unica rispo­sta seria oggi è ripren­de­re con asso­lu­ta deter­mi­na­zio­ne lo spi­ri­to del Mani­fe­sto di Spi­nel­li e il per­cor­so ver­so gli Sta­ti Uni­ti d’Europa.

Per que­sto soster­rò con gran­de con­vin­zio­ne que­sta sfi­da e chie­de­rò a tut­ti di fare altret­tan­to, comin­cian­do con la sot­to­scri­zio­ne del­la peti­zio­ne onli­ne lan­cia­ta sul sito www.cambiamo.eu.

Avan­ti quin­di, — ha con­clu­so Petras­si — met­tia­mo­ci la fir­ma e la fac­cia. Que­sto è il momen­to giu­sto, come è giu­sto che a par­ti­re per pri­mi sia­mo pro­prio noi ita­lia­ni, ades­so che gra­zie allo straor­di­na­rio lavo­ro del Pre­si­den­te Ren­zi abbia­mo ricon­qui­sta­to una gran­de cre­di­bi­li­tà inter­na­zio­na­le”.

TESTO DELLA PETIZIONE

Ora gli Stati Uniti d’Europa

di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio

La scel­ta del­la mag­gio­ran­za dei cit­ta­di­ni del Regno Uni­to di abban­do­na­re l’U­nio­ne Euro­pea rap­pre­sen­ta un col­po dram­ma­ti­co al model­lo di demo­cra­zia costrui­to nel secon­do dopo­guer­ra.

I moti­vi di que­sta scel­ta, al di là del­le dina­mi­che poli­ti­che inter­ne, sono sicu­ra­men­te lega­ti soprat­tut­to all’in­sod­di­sfa­zio­ne di milio­ni di cit­ta­di­ni ver­so la loro con­di­zio­ne di vita, alla sen­sa­zio­ne del­l’as­sen­za di una pro­spet­ti­va di riscat­to e alla ricer­ca di un capro espia­to­rio che, que­sta vol­ta, ha assun­to il vol­to del­l’Eu­ro­pa.

L’U­nio­ne con le sue timi­dez­ze, le sue fra­gi­li­tà e, spes­so, con la sua inca­pa­ci­tà di dare rispo­ste ade­gua­te ai biso­gni di cit­ta­di­ni e impre­se ha pre­sta­to il fian­co a que­sto rischio.

Ed è un para­dos­so, costa­ta­re come sia­no sta­te mol­to spes­so pro­prio le lea­der­ship ingle­si degli ulti­mi 20 anni quel­le che, con le loro pau­re, han­no sem­pre fer­ma­to il cam­mi­no ver­so la costru­zio­ne di un’Europa uni­ta, for­te e pro­ta­go­ni­sta sul­la sce­na glo­ba­le. Sono sta­te loro ad aver sem­pre chie­sto e lot­ta­to per “un’Eu­ro­pa mini­ma neces­sa­ria con­tro un’Eu­ro­pa mas­si­ma pos­si­bi­le”, tra­den­do lo spi­ri­to di Ven­to­te­ne.

Ora la scel­ta bri­tan­ni­ca raf­for­ze­rà in tut­ta Euro­pa, e for­se nel mon­do, i popu­li­smi, le destre, i nazio­na­li­sti che in manie­ra irre­spon­sa­bi­le e illu­so­ria cer­che­ran­no di caval­ca­re il males­se­re, indi­can­do nel pro­ces­so di unio­ne il “pro­ble­ma” e non la pos­si­bi­le solu­zio­ne. Sarà un movi­men­to popo­la­re e impo­nen­te che si ali­men­te­rà di un males­se­re dif­fu­so lega­to alla situa­zio­ne dell’economia, a cam­bia­men­ti socia­li che diso­rien­ta­no e che coin­vol­ge­rà in pri­mo luo­go le fasce debo­li del­le popo­la­zio­ni impau­ri­te, vit­ti­me del­la glo­ba­liz­za­zio­ne e cari­che di rab­bia, per­ché pri­va­te di una pro­spet­ti­va di riscat­to. Popo­li ai qua­li, negli ulti­mi anni, l’Europa è sta­ta indi­ca­ta come il pro­ble­ma spes­so per nascon­de­re con ipo­cri­sia i limi­ti di poli­ti­che nazio­na­li asso­lu­ta­men­te ina­de­gua­te.

Ina­de­gua­te spes­so pro­prio per­ché nazio­na­li.

Si dice, “ora costruia­mo l’Europa poli­ti­ca”. Ma l’Europa poli­ti­ca è fra­gi­le per­ché sono fra­gi­li i mec­ca­ni­smi demo­cra­ti­ci del­le deci­sio­ni euro­pee. Per qua­le moti­vo un cit­ta­di­no dovreb­be dele­ga­re a oscu­ri mec­ca­ni­smi deci­sio­na­li la pro­pria sovra­ni­tà? Nell’era del­la rete, del­la velo­ci­tà, del­la voglia di par­te­ci­pa­re e non solo di ascol­ta­re, i mec­ca­ni­smi deci­sio­na­li dell’Unione appa­io­no ai più come qual­co­sa di lon­ta­no o incom­pren­si­bi­le. Sono tol­le­ra­ti quan­do sono per­ce­pi­ti come uti­li, ma il più del­le vol­te sono deri­si e cri­ti­ca­ti per la loro asso­lu­ta impal­pa­bi­li­tà o, al con­tra­rio, per la loro pesan­tez­za buro­cra­ti­ca e per una con­ce­zio­ne da mol­ti per­ce­pi­ta come ves­sa­to­ria.

Per far ripar­ti­re il pro­ces­so euro­peo occor­re, innan­zi­tut­to, un nuo­vo slan­cio impron­ta­to a una con­ce­zio­ne di svi­lup­po soste­ni­bi­le che veda innan­zi­tut­to inve­sti­men­ti in ope­re pub­bli­che che dia­no miglio­ri ser­vi­zi in cam­pi sen­si­bi­li come la sani­tà, la scuo­la o i tra­spor­ti, que­sto è il pri­mo com­pi­to dei Gover­ni e bene ha fat­to l’Italia a carat­te­riz­zar­si su que­sto obiet­ti­vo.

Ma non c’è solo un com­pi­to per i Gover­ni. Accan­to a que­sto occor­re tra i cit­ta­di­ni saper pro­spet­ta­re una nuo­va sfi­da basa­ta su una viso­ne inno­va­ti­va dei mec­ca­ni­smi demo­cra­ti­ci: no alla dife­sa dell’esistente, non solo cam­bia­men­to del­le poli­ti­che, occor­re pro­muo­ve­re una nuo­va svol­ta, direi una nuo­va fase costi­tuen­te

Di fron­te all’insoddisfazione che si tra­du­ce in distru­zio­ne, biso­gna esse­re in gra­do di pro­por­re un pro­get­to di rie­di­fi­ca­zio­ne e cam­bia­men­to. Se non sarà cosi il desti­no è scrit­to.

Con­tro l’opacità e la lon­ta­nan­za per­ce­pi­ta di oggi occor­re ren­de­re chia­ro chi deci­de e su cosa. I vol­ti dell’Europa non pos­so­no esse­re solo quel­li dei ban­chie­ri cen­tra­li, dei lea­der dei Pae­si for­ti, dei com­mis­sa­ri indi­ca­ti dai Gover­ni.

A que­sto pun­to del­la sto­ria, il cit­ta­di­no euro­peo deve rien­tra­re in gio­co e poter sce­glie­re. Come è sta­to ricor­da­to in que­sti gior­ni, le prio­ri­tà del movi­men­to fede­ra­li­sta euro­peo non era­no le ban­che, ma la pace e una gra­dua­le inte­gra­zio­ne poli­ti­ca e socia­le.

Occor­re dun­que corag­gio e, anco­ra una vol­ta, que­sto corag­gio per la sini­stra demo­cra­ti­ca deve anco­rar­si all’allargamento del­la sfe­ra del­la par­te­ci­pa­zio­ne e dell’inclusione socia­le. Per que­sto, occor­re costrui­re un gran­de movi­men­to di popo­lo per l’elezione diret­ta del Pre­si­den­te degli Sta­ti Uni­ti d’Europa.

Pen­so a un movi­men­to “Cam­bia­mo” che veda pro­ta­go­ni­sti i cit­ta­di­ni per difen­de­re il pro­prio futu­ro e i pro­pri dirit­ti; i sin­da­ci e gli ammi­ni­stra­to­ri per cura­re meglio le pro­prie comu­ni­tà; gli impren­di­to­ri per rilan­cia­re le pro­prie azien­de; il mon­do del­le rap­pre­sen­tan­ze per rimet­te­re al cen­tro il tema del­lo svi­lup­po del­la per­so­na attra­ver­so il lavo­ro; e la risor­sa dell’associazionismo, per con­ti­nua­re il per­cor­so euro­peo di allar­ga­men­to dei dirit­ti socia­li.

Accan­to alle piaz­ze del­la pau­ra e del ritor­no al pas­sa­to, dovran­no esser­ci le piaz­ze del­la spe­ran­za fon­da­te sul cam­bia­men­to.

È que­sta la pro­spet­ti­va che si deve ave­re per ripar­ti­re. Ognu­no dal­la pro­pria posta­zio­ne, ognu­no spen­den­do­si, attra­ver­so il pro­prio impe­gno quo­ti­dia­no, per far capi­re che la dimen­sio­ne euro­pea è l’unica che ci può per­met­te­re di sta­re nel­la com­pe­ti­zio­ne glo­ba­le e, insie­me, di lot­ta­re con­tro quel­le dise­gua­glian­ze alla base del­le situa­zio­ni dram­ma­ti­che che si stan­no viven­do.

Solo un’Europa demo­cra­ti­ca, plu­ra­le, dei dirit­ti e del­la par­te­ci­pa­zio­ne oggi ha un futu­ro.

Solo se que­sta idea tor­na a vive­re nel­le stra­de que­sto sogno potrà rea­liz­zar­si e que­sta con­sa­pe­vo­lez­za deve spin­ger­ci tut­ti all’impegno.

 

Nico­la Zin­ga­ret­ti
Pre­si­den­te del­la Regio­ne Lazio

PER FIRMARE: http://www.cambiamo.eu

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