“Sono assolutamented’accordo con il presidente del Coni, Giovanni Malagò: la riformadello sport, voluta dal governo…
Ci scrive un cittadino marinese: quali sono i confini tra democrazia e invadenza?
15/06/2016Questo articolo è stato letto 5727 volte!
Egregio Direttore, Egregia Direttrice,
vi seguo da un po’, interessato soprattuto dalle cronache di Marino e Grottaferrata, ma non ho mai scritto prima ad un giornale. Lo faccio ora, da marinese, per esprimere un disagio.
Io vivo nel Centro Storico, dietro Piazza Matteotti, e lavoro a Roma tutto il giorno. Torno alle 7 la sera e amo cenare con mia moglie e portare a spasso il mio Biggy, pastore tedesco, tornare a casa, stendermi a guardare un po’ di tv o leggere un libro o ascoltare Duke Ellington, cercando di togliermi di dosso lo stress della giornata.
Non seguo la politica, se non tamite il vostro giornale, qualche chiacchierata al bar la domenica mattina e qualche cena con i miei cugini. Non ho tempo e mi disturbano i toni e gli esiti, soprattutto in quel di Marino. Mia moglie talvolta mi fa dare un’occhiata alle discussioni sul suo profilo social, ma rimango sempre più nauseato dai toni aspri e rabbiosi e dall’inconsistenza dei contenuti. Sono un convito oppositore dei social che ritengo mezzo di sfogo della natura umana più abbietta.
Questa premessa per spiegare Loro che non amo la discussione politica urlata, imposta, basata sulle accuse e sulla rabbia e la frustrazione di singoli che di argomenti dimostrano di avere scarsa se non nulla contezza. Ma siamo in democrazia, quindi rispetto chi ha voglia di gettarsi in questo ‘bordello’ mediatico, basta che non mi si chiami in causa.
Ed eccomi al motivo di questa mia missiva. Chiedo a Loro e ai marinesi, che forma di rispetto e democrazia è quella di imporre ai cittadini del Centro Storico di dover ascoltare a tutto volume un comizio elettorale?
Se sono interessato, incuriosito da quanto un soggetto politico anela dirmi, mi recherò presso il luogo in cui mi esporrà le sue tesi. Se decido di non andare è perché non ho voglia, interesse, fantasia di ascoltarlo, giusto? Perché quel politico o quei politici devono impormi l’ascolto dei loro comizi per forza, sparando decibel alle mie finestre nei soli momenti di riposo che ho nella mia vita?
Sto parlando, ovviamente dei 5 stelle. Non voglio entrare nel merito della contesa elettorale marinese, non mi interessa e non è questo lo scopo della mia missiva. Voglio esternare un disagio ed una preoccupazione e non sono l’unico a pensarla così.
Credo che questo modo di imporre l’ascolto dei loro comizi elettorali a tutto il centro storico sia una mancanza di rispetto per quanti, tra i cittadini non sono interessati al loro messaggio. Anche perché, visto che il comizio di ieri sera si svolgeva a 100 metri, chi era interessato poteva benissimo recarsi presso la piazza ad ascoltarlo. A cena non riuscivamo nemmeno a parlare, alla fine abbiamo dovuto chiudere le finestre anche noi, come già mi aveva suggerito di fare la mia vicina, che aveva fatto analoga esperienza alla chiusura precedente. Per fortuna, in quel caso eravamo fuori città, ma ieri ho compreso bene quanto mi era stato raccontato.
Fortunatamente la serata era fresca e stare tre ore con le finestre chiuse non è stato troppo pesante, ma se fosse stata, come mi diceva la vicina, una serata calda? Saremmo stati obbligati a stare con le finestre aperte e ad ascoltare.
Credo che questa sia una tecnica studiata e precisa di imposizione delle idee e non mi piace, non mi rassicura. Al bar in molti dicevano la stessa cosa, ma vedo che nessuno ha il coraggio di ribellarsi a questa imposizione che ritengo violentemente antidemocratica. Perché? Il marito della mia vicina è stato ancora più inquietante nell’affermare: ‘Questi vinceranno, meglio non farseli nemici’, anche se l’ha detto in dialetto ed io non sono in grado di riprodurlo adeguatamente.
Io mi chiedo, questo è il prodromo di quanto vedremo se i 5 stelle andranno a governare? Spero proprio di no. Intanto come cittadino protesto per questa imposizione che trovo sbagliata ed inefficace. Spero che i cittadini marinesi riflettano su questi episodi e che si cambi atteggiamento. Da cittadino marinese esigo rispetto per le mie idee e non accetto imposizioni, seppur strategiche per la campagna elettorale.
Spero che questo messaggio raggiunga chi di dovere e si lasci, da adesso in avanti, la libertà ai cittadini di scegliere se ascoltare o no un comizio elettorale, senza creare un clima che ricorda fortemente il triste e amaro ventennio.
Ringrazio Loro per la cortese attenzione e spero di vedere pubblicata questa mia.
Cordialmente,
Franco Buzzi
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Capisco il suo disagio, ma qui la democrazia e le idee politiche individuali non c’entrano molto. Una situazione simile si potrebbe verificare non solo per un comizio elettorale, ma anche per la Sagra dell’Uva, per un concerto sgradito, per uno spettacolo che non si vuole seguire o in occasione di una qualsiasi altra manifestazione pubblica che si svolge in piazza alla quale non si è interessati. Capisco che possa essere stressante, ma avere le finestre sulla piazza principale di una città, oltre a godere della sua bellezza, comporta necessariamente anche una serie di svantaggi e di limitazioni della libertà personale. D’altro canto, se nell’organizzazione di eventi pubblici si rispettano gli orari di quiete stabiliti dalle norme e dal buon senso, non si può neanche pretendere che una comunità smetta di utilizzare e vivere la sua piazza. Ragion per cui se le danno fastidio i rumori di piazza San Barnaba può sempre acquistare un climatizzatore, rivolgersi a un’impresa edile e fare dei lavori di isolamento acustico al suo appartamento. O in alternativa, come ha scelto di chiudere il suo social network, può decidere di vendere il suo appartamento e trasferirsi in una zona più tranquilla, dove potrà ascoltare Duke Ellington senza che nessun altro essere umano disturbi il suo desiderio di isolamento.