ICAR — Zika virus: “Europa a rischio basso-moderato”. I consigli per chi viaggia

ICAR — Zika virus: “Europa a rischio basso-moderato”. I consigli per chi viaggia

14/06/2016 0 Di Redazione

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This 2006 photo provided by the Centers for Disease Control and Prevention shows a female Aedes aegypti mosquito in the process of acquiring a blood meal from a human host. On Friday, Jan. 15, 2016, U.S. health officials are telling pregnant women to avoid travel to Latin America and Caribbean countries with outbreaks of a tropical illness linked to birth defects. The Zika virus is spread through mosquito bites from Aedes aegypti and causes only a mild illness in most people. But there’s been mounting evidence linking the virus to a surge of a rare birth defect in Brazil. (James Gathany/Centers for Disease Control and Prevention via AP)

ICAR — Zika virus: “Europa a rischio basso-moderato”. I consigli per chi viaggia

L’infezione da virus Zika, dichia­ra­ta a feb­bra­io 2016 dall’OMS emer­gen­za sani­ta­ria pub­bli­ca, con­ti­nua a dif­fon­der­si tra­smes­sa attra­ver­so le pun­tu­re di zan­za­ra. L’OMS con­si­de­ra l’Europa a rischio lie­ve-mode­ra­to e si pre­pa­ra per l’arrivo di Zika quest’estate, con una serie di Rac­co­man­da­zio­ni per i pae­si mem­bri.

“Ammes­so che la pro­ba­bi­li­tà di infe­zio­ne da virus Zika sia asso­cia­ta a un’e­le­va­tis­si­ma per­cen­tua­le di casi con mal­for­ma­zio­ni a cari­co del feto come la micro­ce­fa­lia — spie­ga il Prof. Mas­si­mo Gal­li, vice­pre­si­den­te SIMIT — poi­ché i riscon­tri dico­no che le mal­for­ma­zio­ni sono par­ti­co­lar­men­te fre­quen­ti in Bra­si­le, ma potreb­be­ro riguar­da­re anche altri co-fat­to­ri riguar­dan­ti la popo­la­zio­ne o l’am­bien­te bra­si­lia­no. I Pae­si coin­vol­ti da que­ste epi­de­mie sono dun­que quel­li del­l’A­me­ri­ca cen­tro-meri­dio­na­le nel­la fascia tro­pi­ca­le. Pri­ma anco­ra c’e­ra­no sta­ti casi nel­la Poli­ne­sia fran­ce­se e in varie iso­le e in vari arci­pe­la­ghi del Paci­fi­co, quin­di sem­pre nel­la fascia tro­pi­ca­le del glo­bo, e pri­ma anco­ra era­no sta­te segna­la­te epi­de­mie in Afri­ca, dove ha avu­to ori­gi­ne il virus. Attual­men­te sia la Poli­ne­sia sia l’a­rea del­l’A­me­ri­ca cen­tro-meri­dio­na­le sono le più inte­res­sa­te con un nume­ro di casi par­ti­co­lar­men­te ele­va­to, soprat­tut­to il Bra­si­le e i Pae­si con­fi­nan­ti nel­la fascia equa­to­ria­le.”

IL CONGRESSO — Si è par­la­to anche di Zika ad ICAR, Ita­lian Con­fe­ren­ce on AIDS and Anti­vi­ral Research, a Mila­no pres­so l’Università Mila­no-Bicoc­ca, nel­la let­tu­ra magi­stra­le di Giu­sep­pe Ippo­li­todiret­to­re scien­ti­fi­co dell’Istituto di Malat­tie Infet­ti­ve L. Spal­lan­za­ni di Roma e rap­pre­sen­tan­te ita­lia­no del­la Task For­ce inter­na­zio­na­le crea­ta per com­bat­te­re l’infezione.

“Zika è solo l’ultimo dei virus — spie­ga il Prof. Ippo­li­to - che dal con­ti­nen­te afri­ca­no sono pas­sa­ti dap­pri­ma in Suda­me­ri­ca e quin­di nel nostro con­ti­nen­te: ma diver­sa­men­te dagli altri, la sua rapi­da dif­fu­sio­ne ed alcu­ne carat­te­ri­sti­che inu­sua­li ci han­no costret­ti a con­fron­tar­ci e a gesti­re infor­ma­zio­ni del tut­to nuo­ve. Que­sta epi­de­mia è soste­nu­ta, infat­ti, da una “con­giun­tu­ra” mai capi­ta­ta pri­ma di diver­si fat­to­ri: l’infezione vie­ne tra­smes­sa non solo da un vet­to­re assai dif­fu­so (oltre alla comu­ne zan­za­ra Aedes egyp­ti anche da mol­te altre spe­cie di zan­za­re) ma uti­liz­za sia la tra­smis­sio­ne ver­ti­ca­le che ses­sua­le che la con­ta­mi­na­zio­ne attra­ver­so pro­dot­ti ema­ti­ci infet­ti (tra­sfu­sio­ni). 

I DATI - A fine mag­gio 2016, secon­do i dati di sor­ve­glian­za sul­le infe­zio­ni dell’European Cen­ter for Disea­se Con­trol (ECDC), era­no 51 i pae­si a segna­la­re casi autoc­to­ni di infe­zio­ne da virus Zika nei 9 mesi pre­ce­den­ti: il nume­ro casi di micro­ce­fa­lia o di altre mal­for­ma­zio­ni asso­cia­te a que­sta infe­zio­ne vede il pri­ma­to del Bra­si­le (1.326) segui­to dagli altri pae­si con nume­ri mol­to più con­te­nu­ti: Colom­bia (7), Pana­ma (5), Mar­ti­ni­ca (3), Capo Ver­de e USA (2), Iso­le Mar­shall e Spa­gna (1).  Tre­di­ci pae­si o ter­ri­to­ri in tut­to il mon­do han­no segna­la­to un nume­ro di casi del­la sin­dro­me di Guil­lain-Bar­ré, cor­re­la­ta a Zika, supe­rio­re all’atteso.

IL RISCHIO DELL’EUROPA -  A fine mag­gio non era­no sta­ti segna­la­ti casi autoc­to­ni di infe­zio­ne nell’Europa con­ti­nen­ta­le, ed i casi impor­ta­ti sono 607, in 18 pae­si: di que­sti, 34 in don­ne in gra­vi­dan­za.  Si trat­ta però di dati che, in man­can­za di una rete di sor­ve­glian­za, non pos­so­no esse­re con­si­de­ra­ti defi­ni­ti­vi.

Alcu­ni gior­ni fa il nuo­vo report dell’Orga­niz­za­zio­ne Mon­dia­le del­la Sani­tà (OMS) ha cal­co­la­to il rischio nel­la regio­ne euro­pea, che riguar­da 900 milio­ni di per­so­ne: il livel­lo del rischio varia da Pae­se a Pae­se ed è più alto in quel­li dove sono già pre­sen­ti le zan­za­re Aedes aegyp­ti, prin­ci­pa­li vet­to­ri dell’infezione.  Secon­do l’OMS,  per la pre­sen­za del­la zan­za­ra Aedes albo­pic­tus, o zan­za­ra tigre, il rischio di dif­fu­sio­ne loca­le dell’epidemia, è mode­ra­to in 18 Pae­si: tra que­sti c’è il nostro, con un pun­teg­gio di 8.12 su 10, dopo Fran­cia e pri­ma di Mal­ta. Solo nell’isola di Madei­ra e sul­la costa nord-orien­ta­le del Mar Nero, dove la zan­za­ra Aedes aegyp­ti è già pre­sen­te, il rischio è con­si­de­ra­to alto. Nei restan­ti 36 Pae­si il rischio di epi­de­mia è bas­so, bas­sis­si­mo o nul­lo, gra­zie all’assenza di zan­za­re del gene­re Aedes e alle con­di­zio­ni cli­ma­ti­che.

RISULTATI DI DIFFICILE INTERPRETAZIONE - Pur­trop­po nono­stan­te gli sfor­zi fat­ti per la mes­sa a pun­to di test dia­gno­sti­ci man­ca anco­ra uno stan­dard di rife­ri­men­to ed i risul­ta­ti sono di dif­fi­ci­le inter­pre­ta­zio­ne. Per que­sto è neces­sa­rio ricor­re­re a cen­tri spe­cia­liz­za­ti che pos­sa­no uti­liz­za­re più test viro­lo­gi­ci ed immu­no­lo­gi­ci per cer­ca­re di arri­va­re ad una dia­gno­si pre­ci­sa. Que­sto assu­me un’importanza anco­ra mag­gio­re nel caso del­le don­ne gra­vi­de, a cui è neces­sa­rio for­ni­re il mag­gior nume­ro di infor­ma­zio­ni pos­si­bi­li per con­sen­ti­re una scel­ta con­sa­pe­vo­le.

 In ogni caso l’epidemia da virus Zika sta deter­mi­nan­do lo svi­lup­po di tec­ni­che e meto­di­che che potran­no rive­lar­si uti­li per l’inquadramento cli­ni­co e la ricer­ca di altre infe­zio­ni vira­li del Siste­ma ner­vo­so, come anche per lo stu­dio di malat­tie neu­ro­lo­gi­che dege­ne­ra­ti­ve. Inol­tre i model­li ani­ma­li con­sen­ti­ran­no di stu­dia­re meglio altre infe­zio­ni in gra­vi­dan­za. 

Il rischio di un epi­de­mia in Euro­pa, basa­to sul­la pro­ba­bi­li­tà che Zika si dif­fon­da in una deter­mi­na­ta area e sul­la capa­ci­tà del sin­go­lo Pae­se di pre­ve­ni­re o fer­ma­re rapi­da­men­te la tra­smis­sio­ne loca­le del virus, è sta­to defi­ni­to bas­so-mode­ra­to dall’OMS: si par­la, infat­ti, di “pos­si­bi­li­tà”. Così, se le Rac­co­man­da­zio­ni per i pae­si a mag­gior rischio pre­ve­do­no atti­vi­tà di pre­ven­zio­ne dell’introduzione e dif­fu­sio­ne del­le zan­za­re, inter­ven­ti sani­ta­ri strut­tu­ra­ti entro le pri­me 24 ore dal­la dia­gno­si, sup­por­to alle cate­go­rie a mag­gior rischio (come le don­ne incin­te), in tut­ti gli altri pae­si, come l’Italia, è suf­fi­cien­te adot­ta­re stra­te­gie di con­trol­lo e con­tra­sto del vet­to­re sul­la base del­la tra­smis­sio­ne loca­le del virus, dia­gno­sti­ca­re pre­co­ce­men­te i casi impor­ta­ti e for­ni­re infor­ma­zio­ni ade­gua­te ai viag­gia­to­ri diret­ti a (o pro­ve­nien­ti da) zone dove l’epidemia è in atto, inclu­sa la pos­si­bi­li­tà di tra­smis­sio­ne ses­sua­le. Nel­la secon­da metà di giu­gno, è pre­vi­sta una pros­si­ma riu­nio­ne euro­pea degli esper­ti WHO per aggior­na­re gli inter­ven­ti in rela­zio­ne alla dif­fu­sio­ne del virus.

ICAR — Zika virus: i con­si­gli per chi viag­gia

 L’infezione da virus Zika, dichia­ra­ta a feb­bra­io 2016 dall’OMS emer­gen­za sani­ta­ria pub­bli­ca, con­ti­nua a dif­fon­der­si tra­smes­sa attra­ver­so le pun­tu­re di zan­za­ra. L’OMS con­si­de­ra l’Europa a rischio lie­ve-mode­ra­to e si pre­pa­ra per l’arrivo di Zika quest’estate, con una serie di Rac­co­man­da­zio­ni per i pae­si mem­bri.

Vie­ne scon­si­glia­to alle don­ne incin­te di recar­si nel­le zone dove il virus Zika è atti­vo: un elen­co aggior­na­to del­le zone col­pi­te è pub­bli­ca­to sul sito dell’European Cen­ter for Disea­se Con­trol (ECDC) http://ecdc.europa.eu/en/Pages/home.aspx.
Secon­do l’OMS, i viag­gia­to­ri che visi­ta­no que­sti Pae­si dovreb­be­ro uti­liz­za­re misu­re di pre­ven­zio­ne indi­vi­dua­le con­tro le pun­tu­re di zan­za­ra al chiu­so e all’aper­tosoprat­tut­to dall’alba al tra­mon­to. E’ bene uti­liz­za­re repel­len­ti per zan­za­re, secon­do le istru­zio­ni indi­ca­te sull’etichetta del pro­dot­to; repel­len­ti a base DEET non sono rac­co­man­da­ti nei bam­bi­ni sot­to i tre mesi di età, men­tre pos­so­no esse­re uti­liz­za­ti sen­za con­tro­in­di­ca­zio­ni spe­ci­fi­che da don­ne in gra­vi­dan­za. Si pos­so­no indos­sa­re cami­cie a mani­che lun­ghe e pan­ta­lo­ni lun­ghi, soprat­tut­to duran­te le ore in cui il tipo di zan­za­ra che tra­spor­ta il virus Zika (Aedes) è più atti­vo. Si con­si­glia di dor­mi­re o ripo­sar­si in came­re con zan­za­rie­re alle fine­stre  o cli­ma­tiz­za­te e di uti­liz­za­re zan­za­rie­re da let­to, anche duran­te il gior­no.

I viag­gia­to­ri che pre­sen­ta­no distur­bi del siste­ma immu­ni­ta­rio oppu­re malat­tie cro­ni­che gra­vi, le don­ne in sta­to di gra­vi­dan­za o accom­pa­gna­te da bam­bi­ni pic­co­li, devo­no con­sul­ta­re il pro­prio medi­co pri­ma del­la par­tenza, per otte­ne­re rac­co­man­da­zio­ni sull’uso di repel­len­ti e del­le altre misu­re di pre­ven­zio­ne. Si con­si­glia di ave­re rap­por­ti ses­sua­li sicu­ri (ad es. uti­liz­zan­do cor­ret­ta­men­te i pre­ser­va­ti­vi) o pra­ti­ca­re l’astinenza ses­sua­le duran­te la per­ma­nen­za in zone infet­te e fino a 6 mesi dopo il ritor­no a casa, in par­ti­co­la­re se han­no avu­to, o han­no attual­men­te, sin­to­mi di infe­zio­ne da virus Zika.

I sin­to­mi che fan­no sospet­ta­re la malat­tia da virus Zika sono: feb­bri­co­la e rash cuta­neo, ma anche con­giun­ti­vi­ti, dolo­ri musco­la­ri e arti­co­la­ri, mal di testa e aste­nia. Il virus gene­ral­men­te deter­mi­na una for­ma lie­ve di malat­tia; i sin­to­mi com­pa­io­no un paio di gior­ni dopo la pun­tu­ra e di soli­to scom­pa­io­no in 2–7 gior­ni. L’80% dei sog­get­ti infet­ta­ti è asin­to­ma­ti­co. Chi pre­sen­ta que­sti sin­to­mi entro 3 set­ti­ma­ne dal ritor­no da aree in cui è sta­ta ripor­ta­ta tra­smis­sio­ne loca­le del virus, sono invi­ta­ti a con­tat­ta­re il pro­prio medi­co, aven­do cura di rife­ri­re del loro recen­te viag­gio. Le don­ne in gra­vi­dan­za, che han­no viag­gia­to in aree a rischio, devo­no infor­ma­re del loro viag­gio duran­te le visi­te pre­na­ta­li, al fine di esse­re valu­ta­te e moni­to­ra­te in modo appro­pria­to.

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