SICUREZZA DEI FARMACI IN OSPEDALE, DOPO IL CASO PIOMBINO INTERVIENE LA SIFO

SICUREZZA DEI FARMACI IN OSPEDALE, DOPO IL CASO PIOMBINO INTERVIENE LA SIFO

13/04/2016 0 Di Redazione

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PANI: “SERVONO ARMADI AUTOMATIZZATI IN CORSIA”

Roma, 12 apri­le – Dopo il dram­ma­ti­co caso di Piom­bi­no, dove un’in­fer­mie­ra è sta­ta arre­sta­ta con l’ac­cu­sa di aver ucci­so 13 pazien­ti in due anni, si impo­ne più che mai una rifles­sio­ne sul tema del­la sicu­rez­za dei far­ma­ci negli ospe­da­li. Sul caso inter­vie­ne anche la SIFO, Socie­tà dei far­ma­ci­sti ospe­da­lie­ri e dei ser­vi­zi ter­ri­to­ria­li, che fa il pun­to su ciò che la far­ma­cia ospe­da­lie­ra può fare di fron­te a situa­zio­ni di que­sto tipo. Sono pro­prio loro, infat­ti, i far­ma­ci­sti che lavo­ra­no negli ospe­da­li e nei ser­vi­zi ter­ri­to­ria­li, a gesti­re le con­fe­zio­ni di medi­ci­na­li che ven­go­no uti­liz­za­te nei repar­ti (e non solo). A Piom­bi­no, secon­do gli inqui­ren­ti, la don­na arre­sta­ta avreb­be ucci­so i pazien­ti con inie­zio­ni leta­li di epa­ri­na (far­ma­co anti­coa­gu­lan­te). Le con­fer­me arri­ve­reb­be­ro anche da riscon­tri ana­li­ti­ci effet­tua­ti dai medi­ci lega­li sui pazien­ti dece­du­ti.
Ebbe­ne, cosa si fa per tute­la­re la sicu­rez­za negli ospe­da­li e per far sì che i far­ma­ci, soprat­tut­to quel­li peri­co­lo­si, non vada­no a fini­re in mani sba­glia­te o di chi non ha com­pe­ten­za per maneg­giar­li?
Maria Gra­zia Cat­ta­neo, mem­bro del diret­ti­vo SIFO, spie­ga che “ci sono mol­te real­tà in cui è pos­si­bi­le, for­tu­na­ta­men­te, trac­cia­re tut­to il per­cor­so del­la tera­pia per­ché sono infor­ma­tiz­za­te”. In ogni caso, “qua­lun­que pez­zo esca dal­la far­ma­cia ospe­da­lie­ra, è regi­stra­to, per­ché c’è una nota di cari­co-sca­ri­co da par­te del­la far­ma­cia”. Il moni­to­rag­gio e il con­trol­lo, dun­que, sono costan­ti, “ed è comun­que dove­re del­la far­ma­cia garan­ti­re la trac­cia­bi­li­tà”. Negli ospe­da­li più all’a­van­guar­dia, poi, sono pre­sen­ti gli arma­di auto­ma­tiz­za­ti di repar­to e le car­tel­le cli­ni­che che per­met­to­no un livel­lo più alto di trac­cia­bi­li­tà.
Sul pun­to inter­vie­ne Mar­cel­lo Pani, Pre­si­den­te SIFO e coor­di­na­to­re dell’Area Scien­ti­fi­ca Logi­sti­ca ed Inno­va­zio­ne, che si occu­pa anche del pro­get­to “Pad­lock”, che riguar­da pro­prio la sicu­rez­za del­le far­ma­cie ospe­da­lie­re. “I far­ma­ci­sti ospe­da­lie­ri col­la­bo­ra­no atti­va­men­te per rea­liz­za­re una mag­gio­re inte­gra­zio­ne tra i siste­mi infor­ma­ti­ci del­la far­ma­cia e quel­li dei repar­ti, al fine di garan­ti­re la trac­cia­bi­li­tà del­la tera­pia e dell’operatore sani­ta­rio fino al pazien­te, otte­nen­do il tota­le con­trol­lo del far­ma­co (il cosid­det­to medi­ca­tion loop)”, spie­ga Pani. “I far­ma­ci­sti ospe­da­lie­ri- pro­se­gue il Pre­si­den­te SIFO- sono favo­re­vo­li all’installazione di arma­di auto­ma­tiz­za­ti e car­rel­li intel­li­gen­ti nel­le cor­sie e nel­le sale ope­ra­to­rie degli ospe­da­li, in sosti­tu­zio­ne di scaf­fa­li e arma­di tra­di­zio­na­li. La tec­no­lo­gia di tali appa­rec­chia­tu­re con­sen­te di limi­ta­re l’accesso e il pre­lie­vo agli ope­ra­to­ri sani­ta­ri auto­riz­za­ti tra­mi­te rico­no­sci­men­to degli stes­si e regi­stra­zio­ne dell’evento. L’erogazione del far­ma­co o del dispo­si­ti­vo medi­co avvie­ne in fun­zio­ne del pazien­te e del­la tera­pia pre­vi­sta, ven­go­no segna­la­te even­tua­li ano­ma­lie e ripri­sti­na­te auto­ma­ti­ca­men­te le scor­te dal magaz­zi­no del­la far­ma­cia”.
Par­lan­do del caso di Piom­bi­no, poi, c’è anche un altro pun­to di vista da con­si­de­ra­re, ed è quel­lo del “far­ma­ci­sta di repar­to”, il pro­fes­sio­ni­sta in cor­sia che affian­ca il medi­co nel suo ope­ra­to: nel­le sue mani pas­sa­no infat­ti le pre­scri­zio­ni di medi­ci­na­li ai pazien­ti rico­ve­ra­ti.
A que­sto pro­po­si­to, Pie­ra Poli­do­ri, Vice Pre­si­den­te SIFO, esper­ta in Rischio Cli­ni­co e coor­di­na­tri­ce scien­ti­fi­ca del pro­get­to inter­na­zio­na­le “Far­ma­ci­sta di dipar­ti­men­to in Anti­mi­cro­bial steward­ship”, atti­vo in 6 ospe­da­li ita­lia­ni. “Il far­ma­ci­sta di dipar­ti­men­to o di repar­to, ove pre­sen­te, con­tri­bui­sce a miglio­ra­re l’efficienza e la sicu­rez­za del­le tera­pie rivol­te al pazien­te”, affer­ma Poli­do­ri.
Pre­ce­den­ti espe­rien­ze SIFO in que­sto cam­po han­no mostra­to impor­tan­ti van­tag­gi nel­la gestio­ne del far­ma­co e anche il pro­get­to Anti­mi­cro­bial Steward­ship, in iti­ne­re, pro­met­te risul­ta­ti posi­ti­vi sia in ter­mi­ni di per­for­man­ce che di gestio­ne. “Il far­ma­ci­sta SIFO è sta­to sem­pre atten­to alla sicu­rez­za del pazien­te”, ricor­da Poli­do­ri, tan­to che SIFO “ha un’area nazio­na­le scien­ti­fi­co-cul­tu­ra­le sul Rischio cli­ni­co mol­to atti­va che ha svi­lup­pa­to diver­si pro­get­ti sul­la sicu­rez­za del pazien­te e ha col­la­bo­ra­to alla ste­su­ra del­le rac­co­man­da­zio­ni del Mini­ste­ro del­la Salu­te sul­la sicu­rez­za dei pazien­ti”. Infi­ne, Poli­do­ri ricor­da che “l’eparina è un far­ma­co ad alto rischio per il pazien­te e sia le rac­co­man­da­zio­ni del Mini­ste­ro del­la Salu­te che gli stan­dard Joint Com­mis­sion Inter­na­tio­nal, rac­co­man­da­no un dop­pio con­trol­lo da par­te degli ope­ra­to­ri sani­ta­ri duran­te tut­ta la filie­ra del far­ma­co”.

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