Roma: il 16 aprile Open Day ‘Amico del Cuore’ per evitare la recidiva dell’infarto

Roma: il 16 aprile Open Day ‘Amico del Cuore’ per evitare la recidiva dell’infarto

13/04/2016 0 Di Redazione

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Schermata 2016-04-13 alle 09.13.00Si può essere “amici del cuore” dopo l’infarto: colesterolo LDL sotto 70 e sane abitudini per tornare alla vita e ridurre il rischio di recidive. Open day a Roma il 16 aprile

Ogni anno in Ita­lia si regi­stra­no più di 135.000 even­ti coro­na­ri­ci acu­ti, dei qua­li cir­ca un ter­zo risul­ta­no fata­li. Dopo un pri­mo even­to coro­na­ri­co è mol­to ele­va­ta la pro­ba­bi­li­tà di svi­lup­par­ne un secon­do: per ridur­re il rischio, è fon­da­men­ta­le man­te­ne­re il cole­ste­ro­lo LDL ben al di sot­to di 70 mg/dL come dimo­stra­to nel più lun­go stu­dio di out­co­me car­dio­va­sco­la­re con­dot­to su pazien­ti con sin­dro­me coro­na­ri­ca acu­ta.

ANMCO, Fon­da­zio­ne “per il Tuo cuo­re” e Cona­cuo­re onlus con il sup­por­to non con­di­zio­nan­te di MSD Ita­lia pro­muo­vo­no il pro­get­to edu­ca­zio­na­le “Ami­co del cuo­re”.

Dopo l’infarto il cole­ste­ro­lo con­ta”. Saba­to 16 Apri­le gran­de even­to nazio­na­le di infor­ma­zio­ne in 14 cit­tà col­le­ga­te via satel­li­te: all’NH Col­lec­tion Roma Giu­sti­nia­no gli spe­cia­li­sti incon­tra­no pazien­ti e fami­lia­ri per rispon­de­re alle doman­de su aspet­ti chia­ve qua­li livel­lo di cole­ste­ro­lo LDL da rag­giun­ge­re, esa­mi e con­trol­li, ali­men­ta­zio­ne e atti­vi­tà fisi­ca, tera­pie ed ade­ren­za.

Tut­te le risor­se del pro­get­to edu­ca­zio­na­le sono dispo­ni­bi­li sul sito www.amicodelcuore.it

Ogni anno nel nostro Pae­se si regi­stra­no più di 135.000 even­ti coro­na­ri­ci acu­ti, dei qua­li un ter­zo risul­ta­no fata­li. E le per­so­ne che han­no avu­to un infar­to cor­ro­no un for­te rischio di svi­lup­par­ne un secon­do. Nei pri­mi due anni suc­ces­si­vi all’infarto la pro­ba­bi­li­tà di esse­re nuo­va­men­te rico­ve­ra­ti è supe­rio­re al 60% dei casi e il 30% di que­sti è dovu­to ad una nuo­va sin­dro­me coro­na­ri­ca acu­ta.

La buo­na noti­zia è che l’impatto del­le reci­di­ve da infar­to si può ridur­re con una die­ta equi­li­bra­ta, l’attività fisi­ca rego­la­re, evi­tan­do il fumo di tabac­co e, soprat­tut­to, con­trol­lan­do i fat­to­ri di rischio, in par­ti­co­la­re il cole­ste­ro­lo: tut­te le evi­den­ze indi­ca­no che man­te­ne­re sta­bil­men­te il cole­ste­ro­lo LDL al di sot­to di 70 mg/dL dimi­nui­sce di cir­ca il 25% il rischio di un secon­do even­to.

Alle per­so­ne che han­no avu­to un infar­to è dedi­ca­to il pro­get­to edu­ca­zio­na­le “Ami­co del cuo­re — Dopo l’infarto il cole­ste­ro­lo con­ta”, pro­mos­so dall’Associazione Nazio­na­le Medi­ci Car­dio­lo­gi Ospe­da­lie­ri, ANMCO, dal­la Fon­da­zio­ne “per il Tuo cuo­re” e da Cona­cuo­re onlus, con il sup­por­to non con­di­zio­nan­te di MSD.

Un gran­de even­to di for­ma­zio­ne e infor­ma­zio­ne è in pro­gram­ma saba­to 16 apri­le in con­tem­po­ra­nea in 14 cit­tà ita­lia­ne col­le­ga­te via satel­li­te: l’appuntamento per i cit­ta­di­ni di Roma inte­res­sa­ti è all’NH Col­lec­tion Roma Giu­sti­nia­no in via Vir­gi­lio 1E/F/G, alle 11.30, con la tavo­la roton­da “La vita dopo l’infarto: cosa è impor­tan­te sape­re”. Oltre all’open day, anche il sito web www.amicodelcuore.it, un video e mate­ria­li edu­ca­zio­na­li distri­bui­ti attra­ver­so le UTIC e le car­dio­lo­gie ita­lia­ne infor­me­ran­no i pazien­ti sull’importanza di cam­bia­re il pro­prio sti­le di vita, con­trol­la­re rego­lar­men­te i valo­ri del cole­ste­ro­lo, assu­me­re con costan­za le tera­pie pre­scrit­te e, se non si rie­sco­no a rag­giun­ge­re i tar­get tera­peu­ti­ci, rivol­ger­si al medi­co che valu­te­rà tera­pie alter­na­ti­ve.

«Abbia­mo deci­so di pro­muo­ve­re, con il sup­por­to di MSD, que­sto pro­get­to edu­ca­zio­na­le per ricor­da­re che i veri ami­ci del cuo­re sia­mo noi stes­si, che dob­bia­mo voler bene al cuo­re e pren­der­ce­ne cura, seguen­do la die­ta medi­ter­ra­nea e tenen­do sot­to con­trol­lo il cole­ste­ro­lo che “con­ta” sem­pre e in modo par­ti­co­la­re dopo un infar­to», affer­ma Miche­le Mas­si­mo Guli­zia, Pre­si­den­te ANMCO, Diret­to­re U.O.C. di Car­dio­lo­gia, Ospe­da­le Gari­bal­di-Nesi­ma Azien­da Rilie­vo Nazio­na­le e Alta Spe­cia­liz­za­zio­ne “Gari­bal­di” di Cata­nia. «In que­sto pro­get­to il nume­ro chia­ve è 70: non supe­ra­re que­sto limi­te di cole­ste­ro­lo LDL ridu­ce in manie­ra signi­fi­ca­ti­va il rischio di un secon­do infar­to e aiu­ta a tene­re sot­to con­trol­lo anche tut­ti gli altri fat­to­ri di rischio, dal momen­to che per otte­ne­re que­sto obiet­ti­vo tera­peu­ti­co c’è biso­gno dei far­ma­ci oltre che di una die­ta par­ti­co­lar­men­te equi­li­bra­ta e dell’attività fisi­ca».

Quan­do si mani­fe­sta una sin­dro­me coro­na­ri­ca acu­ta è fon­da­men­ta­le arri­va­re pri­ma pos­si­bi­le in una del­le UTIC dif­fu­se sul ter­ri­to­rio nazio­na­le, repar­ti spe­cia­liz­za­ti nel­la pre­sa in cari­co e gestio­ne del pazien­te infar­tua­to che, attra­ver­so un per­cor­so dia­gno­sti­co tera­peu­ti­co assi­sten­zia­le spe­ci­fi­co, prov­ve­do­no a sta­bi­liz­za­re il pazien­te e ad attua­re le pro­ce­du­re di riva­sco­la­riz­za­zio­ne e le con­se­guen­ti tera­pie far­ma­co­lo­gi­che e fisi­che. «Nono­stan­te la pro­gno­si di que­sta pato­lo­gia sia allo sta­to attua­le rela­ti­va­men­te beni­gna, se con­fron­ta­ta a quel­la di alcu­ne deca­di or sono, l’infarto impat­ta for­te­men­te sot­to il pro­fi­lo sani­ta­rio per l’aspetto orga­niz­za­ti­vo del­la rete dell’emergenza-urgenza – dichia­ra Giu­sep­pe Fer­ra­iuo­lo, Respon­sa­bi­le UOSD Tera­pia Inten­si­va Car­dio­lo­gi­ca, Ospe­da­le San­dro Per­ti­ni, Roma – e impat­ta anche sot­to il pro­fi­lo socia­le, per­ché è comun­que neces­sa­rio ricon­dur­re il pazien­te soprav­vis­su­to a un infar­to alla sua vita quo­ti­dia­na e al lavo­ro attra­ver­so la ria­bi­li­ta­zio­ne, le tera­pie e i con­trol­li per abbas­sa­re il rischio car­dio­va­sco­la­re e di nuo­vi even­ti coro­na­ri­ci acu­ti».

Non riu­sci­re a por­ta­re il cole­ste­ro­lo LDL al di sot­to di 70 mg/dl è un pro­ble­ma piut­to­sto fre­quen­te tra i pazien­ti che han­no avu­to un infar­to, spes­so lega­to a una non sod­di­sfa­cen­te ade­ren­za alle tera­pie. A 12 mesi dal­la dimis­sio­ne, l’aderenza è già bas­sa, con una per­cen­tua­le che è di cir­ca il 24%: i pazien­ti con ridot­ta ade­ren­za han­no un rischio di com­pli­can­ze fino al 50% mag­gio­re. «Nel pri­mo anno dopo l’evento coro­na­ri­co acu­to la mor­ta­li­tà extrao­spe­da­lie­ra rag­giun­ge il 12%, e di que­sta il 10% è dovu­ta a reci­di­va di infar­to mio­car­di­co – spie­ga Gian Fran­ce­sco Mured­du, Diri­gen­te medi­co Car­dio­lo­gia III, AO San Gio­van­ni Addo­lo­ra­ta, Roma – le evi­den­ze ci dico­no che ridu­cen­do di 39 mg/dL in 5 anni il cole­ste­ro­lo LDL è pos­si­bi­le abbas­sa­re del 23% il nume­ro di nuo­vi even­ti coro­na­ri­ci mag­gio­ri. Se inve­ce il tar­get tera­peu­ti­co non vie­ne rag­giun­to, abbia­mo la cer­tez­za che si andrà incon­tro a un peg­gio­ra­men­to del­la pro­gno­si con un impat­to diret­to sul­la mor­ta­li­tà».

Altro ele­men­to chia­ma­to in cau­sa nel man­ca­to rag­giun­gi­men­to del tar­get tera­peu­ti­co riguar­da i far­ma­ci ipo­co­le­ste­ro­le­miz­zan­ti. Dosag­gi ele­va­ti di sta­ti­ne pos­so­no indur­re effet­ti col­la­te­ra­li in una per­cen­tua­le di casi non tra­scu­ra­bi­le, con­tri­buen­do alla sospen­sio­ne volon­ta­ria del­la tera­pia. «A tut­ti i pazien­ti vie­ne pre­scrit­ta una sta­ti­na con evi­den­ze di effi­ca­cia per il rag­giun­gi­men­to dei valo­ri tar­get – dice Mas­si­mo Uguc­cio­ni, Diret­to­re UOC Car­dio­lo­gia 1, Ospe­da­le San Camil­lo, Roma – ma cir­ca il 10–20% dei pazien­ti è intol­le­ran­te alle sta­ti­ne oppu­re non le tol­le­ra a dosag­gi ele­va­ti. In que­sti pazien­ti si segue una diver­sa stra­te­gia pre­scri­ven­do eze­ti­mi­be, un far­ma­co ipo­co­le­ste­ro­le­miz­zan­te che agi­sce ini­ben­do l’assorbimento del cole­ste­ro­lo a livel­lo inte­sti­na­le, in aggiun­ta ad una sta­ti­na».

Eze­ti­mi­be può esse­re usa­to in com­bi­na­zio­ne con una sta­ti­na a bas­so dosag­gio, come rac­co­man­da la Nota 13 AIFA, per i pazien­ti ad alto rischio che non rie­sco­no a rag­giun­ge­re i tar­get tera­peu­ti­ci nean­che con la dose mas­si­ma di sta­ti­ne o per quel­li intol­le­ran­ti alle sta­ti­ne.

Il mes­sag­gio fon­da­men­ta­le che il pro­get­to edu­ca­zio­na­le “Ami­co del cuo­re” vuo­le tra­smet­te­re è che dopo l’infarto si può tor­na­re alla vita, ma la vita ine­vi­ta­bil­men­te cam­bia e non biso­gna sot­to­va­lu­ta­re i rischi. Il ritor­no alla nor­ma­li­tà può esse­re lun­go e fati­co­so per il pazien­te e anche per i fami­glia­ri.  «Un infar­to può cam­bia­re in modo rile­van­te l’esistenza di ogni per­so­na – osser­va Gio­van­ni Spi­nel­la, Pre­si­den­te Cona­cuo­re onlus – mol­to dipen­de dall’intensità con la qua­le vie­ne vis­su­to l’evento. Cam­bia ovvia­men­te anche la quo­ti­dia­ni­tà, in qual­si­vo­glia dire­zio­ne, se non si vuo­le rica­de­re nel buco nero. Si riguar­da a quan­to e a come ci si ciba; dimi­nui­sco­no le ore tra­scor­se su una pol­tro­na o die­tro una scri­va­nia, aumen­ta­no, quan­to meno, le pas­seg­gia­te. Inol­tre, ci si deve cura­re, con­trol­la­re, pesa­re, levar­si le cat­ti­ve abi­tu­di­ni. Una com­po­nen­te impor­tan­te è quel­la di dedi­car­si al volon­ta­ria­to per atti­vi­tà inte­se ad evi­ta­re che il pros­si­mo abbia a subi­re la mede­si­ma “iat­tu­ra”».

Tut­te le risor­se del pro­get­to edu­ca­zio­na­le “Ami­co del Cuo­re” e le infor­ma­zio­ni sull’Open Day sono dispo­ni­bi­li sul sito www.amicodelcuore.it

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