Sanità, Petrangolini: Sul diabete il Lazio è all’avanguardia

Sanità, Petrangolini: Sul diabete il Lazio è all’avanguardia

07/04/2016 0 Di Redazione

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Diabète

Dia­bè­te

Sani­tà, Petran­go­li­ni: Sul dia­be­te il Lazio è all’avanguardia

“Sul dia­be­te il Lazio è all’avanguardia. Sia­mo la 1^ Regio­ne che ha rece­pi­to il Pia­no nazio­na­le per la malat­tia dia­be­ti­ca e che ha decre­ta­to il suo Pia­no regio­na­le. Un fat­to impor­tan­te per­ché avvie­ne con il Pia­no di rien­tro. Non ci sia­mo lec­ca­ti le feri­te, ma abbia­mo lavo­ra­to e inve­sti­to per il cam­bia­men­to”. Così Tere­sa Petran­go­li­ni, con­si­glie­re regio­na­le del Lazio, com­po­nen­te del­la Com­mis­sio­ne Poli­ti­che socia­li e salu­te, nel cor­so dell’evento svol­to nel­la sede del­la Regio­ne Lazio dal tito­lo: “Salu­te e par­te­ci­pa­zio­ne. Il Pia­no regio­na­le sul­la malat­tia dia­be­ti­ca”.

“Ricor­dia­mo che nel Lazio – con­ti­nua Petran­go­li­ni — sono affet­te da dia­be­te ben 382mila per­so­ne. In pra­ti­ca par­lia­mo di un pro­ble­ma che riguar­da il 6% del­la popo­la­zio­ne. inol­tre che un pazien­te dia­be­ti­co costa al SSR il dop­pio di uno sen­za dia­be­te, che le spe­se ospe­da­lie­re per que­sti pazien­ti rap­pre­sen­ta­no il 57% del costo com­ples­si­vo e che quel­le per i far­ma­ci ammon­ta­no al 29%. L’ambizione è quel­la di garan­ti­re ai cit­ta­di­ni – anche quel­li a rischio come chi sof­fre di obe­si­tà – un com­ples­so di ser­vi­zi atti­va­bi­li dal momen­to del rischio alla gestio­ne quo­ti­dia­na del­la malat­tia. In che modo? Con una rete quo­ti­dia­na di ser­vi­zi che per­met­te al pazien­te di entra­re in un pro­gram­ma”.

“Al cen­tro del Pia­no c’è la pre­ven­zio­ne. Quel­la pri­ma­ria – spie­ga — con inter­ven­ti che riguar­da­no gli sti­li di vita, l’attività moto­ria, il regi­me ali­men­ta­re. E quel­la secon­da­ria per scon­giu­ra­re com­pli­can­ze gra­vi come la ceci­tà, la dia­li­si, il pie­de dia­be­ti­co con rischio di ampu­ta­zio­ne degli arti infe­rio­ri. Biso­gna ricor­da­re che anco­ra trop­po pochi dia­be­ti­ci svol­go­no i neces­sa­ri esa­mi di con­trol­lo. Il livel­lo di pre­ven­zio­ne attua­le è tal­men­te bas­so che il fat­to di pro­por­la e rea­liz­zar­la è rivo­lu­zio­na­rio”.

“Que­sto Pia­no – aggiun­ge Petran­go­li­ni — è rivo­lu­zio­na­rio dal pun­to di vista del model­lo pro­fes­sio­na­le: il pazien­te non è più costret­to ad una serie di pas­sag­gi set­to­ria­li giu­stap­po­sti, ma può con­ta­re sul­la inte­gra­zio­ne tra diver­si pro­fes­sio­ni­sti con un approc­cio a 360° e sul­la col­la­bo­ra­zio­ne tra distret­to, Casa del­la Salu­te e medi­co di medi­ci­na gene­ra­le”.

“Il tema del­la par­te­ci­pa­zio­ne – con­clu­de Petran­go­li­ni — è sta­to cru­cia­le: abbia­mo pun­ta­to al coin­vol­gi­men­to e al raf­for­za­men­to del­le asso­cia­zio­ni fin dal momen­to del­la defi­ni­zio­ne del pia­no. Le misu­re del Pia­no, poi, diven­ta­no l’attività ordi­na­ria dei diret­to­ri gene­ra­li ed entre­ran­no a far par­te dei loro obiet­ti­vi di per­for­man­ce: insom­ma, un fat­to stra­te­gi­co. Per­ché non basta un decre­to ammi­ni­stra­ti­vo, ser­ve la sen­si­bi­li­tà e la pre­pa­ra­zio­ne degli ope­ra­to­ri che devo­no par­te­ci­pa­re e con­di­vi­de­re la fina­li­tà gene­ra­le”.

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