INDAGINE FEDERLAZIO: PER MAGGIORANZA IMPRENDITORI BUROCRAZIA PESA FINO A 10% DEL FATTURATO

INDAGINE FEDERLAZIO: PER MAGGIORANZA IMPRENDITORI BUROCRAZIA PESA FINO A 10% DEL FATTURATO

08/03/2016 0 Di Redazione

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burocrazia-4INDAGINE FEDERLAZIO: PER MAGGIORANZA IMPRENDITORI BUROCRAZIA PESA FINO A 10% DEL FATTURATO

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  Inda­gi­ne IL NODO DI GORDO
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Feder­la­zio Da una buro­cra­zia ‘con­tro’ ad una buro­cra­zia ‘per’ 1 mar­zo 2016

Feder­la­zio ha pre­sen­ta­to il 1 mar­zo a Roma, pres­so il Tem­pio di Adria­no, l’indagine “Il Nodo di Gor­dio – da una buro­cra­zia ‘con­tro’ a una buro­cra­zia ‘per’”. All’evento han­no par­te­ci­pa­to, in qua­li­tà di rela­to­ri, il Mini­stro per la Sem­pli­fi­ca­zio­ne e la Pub­bli­ca Ammi­ni­stra­zio­ne Marian­na Madia, il Pre­si­den­te del­la Regio­ne Lazio Nico­la Zin­ga­ret­ti, il Pre­si­den­te del­la Came­ra di Com­mer­cio di Roma Loren­zo Taglia­van­ti. Sono inter­ve­nu­ti, inol­tre, il Pre­si­den­te e il Diret­to­re Gene­ra­le di Feder­la­zio, Sil­vio Ros­si­gno­li e Lucia­no Moc­ci, non­ché il Vice Pre­si­den­te vica­rio Anto­nio D’Onofrio.

Tut­te le ricer­che svol­te sull’argomento a livel­lo nazio­na­le con­cor­da­no nel col­lo­ca­re l’Italia agli ulti­mi posti del­le clas­si­fi­che euro­pee dei Pae­si dove è più faci­le fare impre­sa. Il peso del­la buro­cra­zia in Ita­lia, ad esem­pio, gra­va sul­le PMI per oltre 31 miliar­di di euro l’anno. In altri ter­mi­ni, la mag­gior par­te del­le impre­se – quel­le più pic­co­le in modo par­ti­co­la­re – sono con­vin­te che la buro­cra­zia costi­tui­sca uno dei prin­ci­pa­li fat­to­ri di “fre­no al loro svi­lup­po”.

L’INDAGINE FEDERLAZIO

L’indagine, rea­liz­za­ta gra­zie al con­tri­bu­to del­la Came­ra di Com­mer­cio di Roma, è sta­ta svol­ta su un cam­pio­ne rap­pre­sen­ta­ti­vo di impre­se appar­te­nen­ti a tut­ti i set­to­ri dell’industria e dei ser­vi­zi di Roma e pro­vin­cia, con lo sco­po di ana­liz­za­re in par­ti­co­la­re il peso del­la buro­cra­zia che gra­va sul­le PMI in ter­mi­ni di dif­fi­col­tà, tem­po, risor­se uti­liz­za­te e costi.

Di rego­la, che tipo di pra­ti­che ammi­ni­stra­ti­ve svol­ge per la sua atti­vi­tà di impre­sa?” Gli adem­pi­men­ti rela­ti­vi alla deli­ca­ta mate­ria “ambien­te e sicu­rez­za”, con il 21,2% del­le rispo­ste, sono sta­ti mes­si al pri­mo posto dal­le impre­se. Seguo­no quel­li “fisca­li”, con il 16,5%, quel­li lega­ti alla “pre­vi­den­za” (14,6%) e quel­li alla “for­ma­zio­ne e lavo­ro” (14,2%). In meri­to alla doman­da su “chi svol­ge gli adem­pi­men­ti ammi­ni­stra­ti­vi in azien­da”, come dato com­ples­si­vo qua­si il 70% degli impren­di­to­ri inter­vi­sta­ti esple­ta gli adem­pi­men­ti ammi­ni­stra­ti­vi con l’ausilio di altre figu­re pro­fes­sio­na­li: da “per­so­na­le solo inter­no” (26,7%), da “per­so­na­le inter­no e con­su­len­ti ester­ni” (22,7%) e, infi­ne, “coa­diu­va­to da con­su­len­ti ester­ni” nel 18,7% dei casi. Solo il 14,7% degli impren­di­to­ri svol­ge que­ste man­sio­ni auto­no­ma­men­te.

Riguar­do la valu­ta­zio­ne sul livel­lo di dif­fi­col­tà di tali adem­pi­men­ti dal pun­to di vista pro­ce­du­ra­le, quel­li sul­la mate­ria “ambien­te e sicu­rez­za” con­di­vi­do­no il pri­mo posto con quel­li rela­ti­vi al “fisco”, entram­bi con l’87,9%. Subi­to dopo, con una per­cen­tua­le pari all’83,3%, le pra­ti­che in mate­ria di “edi­li­zia” e, a segui­re, gli adem­pi­men­ti in tema di “for­ma­zio­ne e lavo­ro” segna­la­ti dal 75,0% del cam­pio­ne.

Ma quan­to costa all’imprenditore “svol­ge­re gli adem­pi­men­ti ammi­ni­stra­ti­vi” in ter­mi­ni di inci­den­za sul fat­tu­ra­to com­ples­si­vo? I costi diret­ti e indi­ret­ti per le ore dedi­ca­te agli adem­pi­men­ti buro­cra­ti­ci (per­so­na­le inter­no e for­ma­zio­ne, con­su­len­ti ester­ni, soft­ware ed aggior­na­men­to, spe­se vive, ecc.), sono sti­ma­ti entro il 10% del fat­tu­ra­to nel 63,4% dei casi; il restan­te 36,6% dichia­ra inve­ce un costo che arri­va a supe­ra­re il 10% del fat­tu­ra­to. In par­ti­co­la­re, il per­so­na­le inter­no di ogni azien­da impie­ga in media 19 ore men­si­li solo per lo svol­gi­men­to del­le pri­me fasi degli adem­pi­men­ti buro­cra­ti­ci, con un costo quan­ti­fi­ca­bi­le in cir­ca 7500 euro l’anno.

Sem­pre in meri­to ai costi, la mag­gio­ran­za del­le impre­se (44,4%) affer­ma di aver rile­va­to nel cor­so degli ulti­mi 2 anni un “aumen­to note­vo­le”, cui si aggiun­ge un 34,7% che ha regi­stra­to un aumen­to sia pure “leg­ge­ro”. Lo stes­so anda­men­to lo si è regi­stra­to in rife­ri­men­to al nume­ro degli adem­pi­men­ti cui le impre­se sono sot­to­po­ste, che, nel cor­so del bien­nio, riten­go­no sia­no “aumen­ta­ti note­vol­men­te” per il 56,3% e “aumen­ta­ti leg­ger­men­te” per il 23,9%. Per quan­to con­cer­ne la com­ples­si­tà degli adem­pi­men­ti richie­sti dal­le nor­ma­ti­ve vigen­ti, la net­ta mag­gio­ran­za del cam­pio­ne (63,9%) con­cor­da nel rite­ne­re che que­sta sia dive­nu­ta pro­gres­si­va­men­te “più pesan­te” nel cor­so degli ulti­mi due anni.

Secon­do le impre­se, l’aspetto che oggi l’organizzazione buro­cra­ti­ca sem­bra tene­re in mino­re con­si­de­ra­zio­ne è, sen­za dub­bio, la “chia­rez­za” del pro­ce­di­men­to ammi­ni­stra­ti­vo, il qua­le dall’81,1% vie­ne giu­di­ca­to inu­til­men­te com­ples­so. Inol­tre, per la mag­gio­ran­za del­le impre­se (33,3%) la qua­li­tà dei ser­vi­zi del­la PA è “note­vol­men­te peg­gio­ra­ta” negli ulti­mi anni. Anche le pre­vi­sio­ni per il futu­ro sono nega­ti­ve: il 48,6% degli inter­vi­sta­ti ritie­ne che i ser­vi­zi PA peg­gio­re­ran­no.

Per quan­to con­cer­ne il gra­do di insod­di­sfa­zio­ne del­le impre­se cir­ca l’operato dei vari inter­lo­cu­to­ri, al pri­mo posto c’è il Tri­bu­na­le segui­to dagli Enti Pub­bli­ci Loca­li dei qua­li si dico­no “per nien­te” o “poco” sod­di­sfat­ti, rispet­ti­va­men­te il 73,9% e il 65,9% del­le impre­se. Tra quel­le, inve­ce, con un rela­ti­va­men­te più alto gra­do di sod­di­sfa­zio­ne, tro­via­mo l’INPS (59,1%), l’Agenzia del­le Entra­te (55,1%) e la Came­ra di Com­mer­cio (54%).

Infi­ne, in meri­to a qua­li van­tag­gi l’A­gen­da Digi­ta­le potreb­be appor­ta­re “all’u­ten­te-impre­sa” del­la PA, la mag­gio­ran­za degli impren­di­to­ri (39,4%) dichia­ra “mag­gio­re rapi­di­tà nell’espletamento dei pro­ce­di­men­ti” e subi­to dopo, con il 26,8%, la “ridu­zio­ni dei costi”.

CONCLUSIONI

L’indagine ha rile­va­to essen­zial­men­te che la buro­cra­zia è diven­ta­ta per le impre­se un poten­te ele­men­to di fre­no, di osta­co­lo alla loro capa­ci­tà di ope­ra­re e un limi­te al loro poten­zia­le com­pe­ti­ti­vo. Per inver­ti­re que­sta rot­ta biso­gna innan­zi­tut­to con­vin­cer­si che l’impresa non è un “nemi­co” del­la socie­tà da limi­ta­re e da con­te­ne­re, ma è un sog­get­to — l’unico —  in gra­do di crea­re ric­chez­za, occu­pa­zio­ne, valo­re e dun­que bene­fi­cio per tut­ta la socie­tà.

Una buro­cra­zia il più fun­zio­na­le pos­si­bi­le al mon­do pro­dut­ti­vo, poi, dovreb­be ispi­rar­si alme­no a quat­tro prin­ci­pi fon­da­men­ta­li: rapi­di­tà nel­le rispo­ste che l’Amministrazione rie­sce a for­ni­re all’impresa; snel­lez­za nel­le pro­ce­du­re; sem­pli­ci­tà del­la nor­ma e sua uni­vo­ci­tà (com­pren­si­bi­li­tà dei con­te­nu­ti stes­si); cer­tez­za del­la nor­ma (vali­di­tà cer­ta per un nume­ro pre­ci­so di anni).

E’ bene evi­den­zia­re, inol­tre, che una cre­sci­ta nel nume­ro e nel­la com­ples­si­tà del­le pro­ce­du­re buro­cra­ti­che, apre spes­so la stra­da, ine­vi­ta­bil­men­te, a pos­si­bi­li feno­me­ni di cor­ru­zio­ne. Oltre ad esse­re un pesan­te fre­no agli inve­sti­men­ti di ogni azien­da.

In con­clu­sio­ne, oggi un siste­ma buro­cra­ti­co, effi­ca­ce ed effi­cien­te, all’altezza del­le sfi­de che i pro­ces­si eco­no­mi­ci impon­go­no non può più esse­re con­si­de­ra­to un ele­men­to secon­da­rio e inin­fluen­te rispet­to ai fat­to­ri trai­nan­ti del­lo svi­lup­po. Al con­tra­rio, esso deve diven­ta­re un fat­to­re stra­te­gi­co in ogni area del pae­se.

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