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Al San Sebastiano di Frascati la chirurgia protesica salva la sessualità e la continenza conseguenze dell’asportazione della prostata per tumore
08/03/2016Questo articolo è stato letto 5677 volte!
Al San Sebastiano di Frascati, centro di eccellenza e di riferimento regionale per il Lazio, la chirurgia protesica salva la sessualità e la continenza conseguenze dell’asportazione della prostata per tumore.
“Tra le facilitazioni che siamo in grado di offrire”, dice Alberto Berardi direttore dell’andrologia chirurgica vi è quella economica che ci consente di impiantare protesi peniene di ultima generazione e sfinteri artificiali senza alcun costo da parte del paziente”.
L’andrologia chirurgica dell’Ospedale di Frascati è centro di riferimento nel Lazio per la cura dell’impotenza e dell’incontinenza urinaria conseguenze dell’asportazione della prostata per tumore, problema che affligge 3 milioni di italiani. Nel centro si praticano a livelli di eccellenza e con il Sistema Sanitario Nazionale tecniche chirurgiche all’avanguardia basate sull’impianto di protesi peniene tricomponenti (di nuova generazione) che consentono il ritorno alla sessualità e dell’inserimento di sling (benderelle) o di sfinteri artificiali per ripristinare la normale continenza.
Secondo recenti dati , dopo il tumore è crisi di coppia per circa tre milioni di italiani affetti da impotenza e incontinenza urinaria, conseguenze dell’asportazione radicale della prostata che ora si possono risolvere definitivamente con valide soluzioni. Le ultime evoluzioni terapeutiche puntano, quando i farmaci stimolatori dell’erezione sono inefficaci, sull’impianto di protesi peniene di nuova generazione che consentono il ritorno a una normale sessualità, e sull’inserimento di sling (benderelle), che, poste sotto l’uretra, ripristinano la normale continenza. “L’asportazione chirurgica della prostata”, spiega il dottor Alberto Berardi , dell’andrologia chirurgica dell’ospedale di Frascati , tra i centri di eccellenza e di riferimento nel Lazio , “causa impotenza in oltre il 50% dei pazienti, nonostante le tecniche laparoscopiche, robotiche e la nerve sparing, la procedure volta a risparmiare i nervi dell’erezione. Durante l’intervento chirurgico infatti i nervi possono comunque subire quei danni che causano una disfunzione erettile, spesso definitiva”.
Ritorna l’erezione. “Per tornare ad amare”, continua l’urologo, “se i farmaci non sono efficaci, la soluzione arriva dall’impianto di protesi peniene tricomponenti di nuova generazione. Rispetto a quelle del passato, le tricomponenti inducono un’erezione simile a quella fisiologica, con ingrossamento e allungamento del pene, ovviando anche alla riduzione delle dimensioni del pene, il quale dopo la prostatectomia si accorcia di 1,5 cm nei 15 giorni successivi all’intervento, fino ad arrivare a 2 cm entro l’anno”.
Una semplice pressione. Spiega il dottor Berardi : “L’impianto della protesi si effettua con l’inserimento, all’interno dei corpi cavernosi del pene, di due cilindri espansibili collegati a una pompa di controllo, posta sotto la pelle dello scroto tra i due testicoli, e a un serbatoio contenente liquido. L’uomo può ottenere un’erezione con la stessa sensibilità e capacità di orgasmo presenti prima dell’intervento premendo sull’area in cui è posizionata la pompa. In questo modo il liquido si trasferisce dal serbatoio ai cilindri e il pene si inturgidisce. Dopo il rapporto, azionando di nuovo la pompa il pene torna al normale stato di flaccidità”.
La protesi peniena costituisce la via risolutiva e definitiva del problema, con grande soddisfazione dei pazienti trattati. Le complicanze sono rarissime, a patto che ci si rivolga a Centri specializzati, come l’Unità di Andrologia Chirurgica dell’Ospedale di Frascati . Nonostante la protesi risolva definitivamente l’impotenza post prostatectomia, molti uomini non ne conoscono l’esistenza perché non vengono informati. Stessa mancanza di informazione riguarda i 400.000 italiani che soffrono di impotenza grave non legata a interventi alla prostata e che non risponde ai farmaci.
Le soluzioni per l’incontinenza. Prosegue il dottor Berardi : “L’incontinenza urinaria che si manifesta subito dopo la prostatectomia è molto frequente — fino al 60% dei casi — ma nella maggior parte delle volte si risolve o si riduce. La prima misura terapeutica è la riabilitazione del pavimento pelvico, che favorisce la ripresa della continenza. Tuttavia circa il 10% dei pazienti operati rimane incontinente. In questi casi la soluzione arriva dalle più recenti tecniche di chirurgia mininvasiva basate sull’applicazione di sling (benderelle) sottouretrali. Tra queste Advance, che consente di recuperare la normale continenza con l’inserimento di una retina di polipropilene con la quale si riposiziona l’uretra, dislocata dall’intervento sulla prostata, nella sua sede anatomica naturale. L’intervento si effettua in anestesia loco-regionale e con pochi giorni di ricovero. Per i casi più gravi, quando per danni o lesioni allo sfintere urinario l’uretra non si chiude più e causa continue perdite, si ricorre all’applicazione dello sfintere artificiale (il più collaudato è l’AMS 800) che consente di urinare quando si avverte lo stimolo”. In particolare, ricorda l’urologo, “l’impianto dello sfintere artificiale, una procedura che esige elevata esperienza, è riservato solo a centri altamente specializzati come il nostro di Frascati ”.
La posizione di eccellenza della struttura di Frascati si basa quindi su fatti concreti. All’andrologia chirurgica creata e diretta dal dottor Berardi e dal dottor Marco Bitelli ‚corresponsabile, afferisce un ambulatorio di Andrologia dedicato. Dice il dottor Berardi :”Eseguiamo tutti gli interventi andrologici tra i quali anche le Plastiche di Raddrizzamento per recurvatum penieno congenito e acquisito da IPP, con applicazione di patch autologo o eterologo.“Il nostro è un Centro di riferimento per un vasto territorio. Siamo in grado di trattare l’incontinenza dalla forma lieve a quella grave causata da danni permanenti dello sfintere uretrale, grazie all’impiego delle più avanzate tecniche chirurgiche basate sull’applicazione dello sfintere artificiale. Tra le facilitazioni che siamo in grado di offrire, vi è quella economica: il SSN ci consente di impiantare sfinteri artificiali e protesi peniene senza alcun costo da parte del paziente”.
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