Giulianello di Cori: ‘Mani in Pasta’ entra nella scuola

Giulianello di Cori: ‘Mani in Pasta’ entra nella scuola

11/02/2016 0 Di Marco Castaldi

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MANI IN PASTA (4)L’Istituto Com­pren­si­vo Sta­ta­le ‘Cesa­re Chio­min­to’ ha accol­to tra i suoi pro­get­ti extra­cur­ri­cu­la­ri ‘Mani in pasta’, il roda­to cor­so di non­na Matil­de, cuo­ca pro­fes­sio­ni­sta per oltre 40 anni, oggi in pen­sio­ne, che si dilet­ta a tra­man­da­re il suo sape­re arti­gia­na­le che rischia di scom­pa­ri­re per sem­pre. Sono coin­vol­ti un cen­ti­na­io di stu­den­ti del­le clas­si II e IV del­la scuo­la pri­ma­ria ‘Don Sil­ve­stro Radic­chi’ di Giu­lia­nel­lo, per un tota­le di 30 ore a vener­dì pome­rig­gio alter­ni.

Ai pro­vet­ti pastai le volon­ta­rie dell’Asso­cia­zio­ne cul­tu­ra­le ‘Chi dice don­na’ stan­no inse­gnan­do a fare la pasta a mano, come face­va­no i pasta­ri e le mas­sa­ie di una vol­ta, arma­ti di ingre­dien­ti sem­pli­ci e genui­ni, di mat­ta­rel­lo e spia­na­to­ra, e tan­ta crea­ti­vi­tà. Duran­te le lezio­ni gli allie­vi sfo­gli­ni appren­de­ran­no le tec­ni­che e i segre­ti del­la lavo­ra­zio­ne manua­le del­la pasta. Ver­ran­no for­ni­ti uti­li con­si­gli per la scel­ta del­le mate­rie pri­me e del­le attrez­za­tu­re e per la pre­pa­ra­zio­ne dei con­di­men­ti.

Diver­se gene­ra­zio­ni all’opera in cuci­na, in un tri­pu­dio di odo­ri e colo­ri, un mesco­lar­si di pro­fu­mi ed emo­zio­ni for­ti ed auten­ti­che. Un gio­io­so ritor­no al pas­sa­to per un’alternativa occu­pa­zio­ne futu­ra, in un pre­sen­te in cui tra man­can­za di tem­po ed inva­sio­ne di paste ali­men­ta­ri, sta scom­pa­ren­do la bel­lez­za del­la manua­li­tà e dell’artigianalità. ‘Una mano di riguar­do’ è riser­va­ta alle tipi­ci­tà del ter­ri­to­rio, anche in un’ottica di recu­pe­ro e valo­riz­za­zio­ne del­le tra­di­zio­ni loca­li.

Dopo i pri­mi appun­ta­men­ti si vedo­no già alcu­ni risul­ta­ti: ogni incon­tro è una gran­de festa, dove regna l’allegria, la curio­si­tà e la com­pli­ci­tà. Ai figli si sono uni­te nume­ro­se mam­me che par­te­ci­pa­no con lo stes­so gio­va­ni­le entu­sia­smo. I ragaz­zi non vedo­no l’ora di tor­na­re a casa per cuci­na­re e man­gia­re in fami­glia i loro manu­fat­ti. Non sazi si rimet­to­no ad impa­sta­re, risco­pren­do, oltre ad un anti­co mestie­re, che è arte culi­na­ria, un moti­vo in più di con­di­vi­sio­ne con i geni­to­ri.

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