Cori: mercoledì mattina manifestazione contro la nuova cava di Monte Maiurro

Cori: mercoledì mattina manifestazione contro la nuova cava di Monte Maiurro

01/02/2016 0 Di Marco Castaldi

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 2802 vol­te!

MONTE MAIURRO - ATTUALE CAVA E SITO DELLA NUOVAMer­co­le­dì 3 Feb­bra­io, alle ore 11, in loca­li­tà fos­so Sco­la­guar­dia, in via San Nico­la, sito indi­vi­dua­to per l’apertura del­la nuo­va cava di cal­ca­re a Cori, nei pres­si del Mon­te Maiur­ro, recen­te­men­te auto­riz­za­ta dagli uffi­ci del­la Regio­ne Lazio, si ter­rà una mani­fe­sta­zio­ne pro­mos­sa da Cir­co­lo Legam­bien­te ‘Cora Viri­dis’, Ammi­ni­stra­zio­ne comu­na­le di Cori e Comi­ta­to ‘NO Cava’. Sarà pre­sen­te il Sin­da­co Tom­ma­so Con­ti, i suoi asses­so­ri e con­si­glie­ri, e i volon­ta­ri ambien­ta­li­sti. Tra gli invi­ta­ti i pri­mi cit­ta­di­ni di: Ser­mo­ne­ta, Maen­za, Sez­ze, Pon­ti­nia, Nor­ma, Roc­ca­sec­ca, Bas­sia­no e Car­pi­ne­to Roma­no.

Sul­la scia del­le ini­zia­ti­ve intra­pre­se dal Comu­ne di Cori e del­la mozio­ne appro­va­ta in Con­si­glio comu­na­le il mese scor­so, l’azione vuo­le riba­di­re la con­tra­rie­tà del­la comu­ni­tà loca­le e di altre real­tà pro­vin­cia­li a que­sto e ad ulte­rio­ri sfre­gi al pae­sag­gio, in un ter­ri­to­rio che ave­va fino­ra ret­to al pro­li­fe­ra­re indi­scri­mi­na­to di esca­va­zio­ni, in una regio­ne, il Lazio, tra le più sca­va­te d’Italia, come con­fer­ma uno degli ulti­mi rap­por­ti nazio­na­li del Cigno Ver­de, che nel­le pros­si­me set­ti­ma­ne ter­rà altri pre­si­di nel­le zone più sen­si­bi­li del­la pro­vin­cia di Lati­na.

In un perio­do in cui l’edilizia è in for­te calo non vi è alcun rile­van­te inte­res­se socio eco­no­mi­co sovra­co­mu­na­le a pro­ce­de­re, e nel caso spe­ci­fi­co l’eventuale pre­sen­za di tre cave in un faz­zo­let­to di ter­ra (Mon­te Maiur­ro, Con­tra­da Peru­nio, Col­le Medi­co) potreb­be addi­rit­tu­ra apri­re la stra­da all’ipo­te­si di costi­tu­zio­ne di un polo estrat­ti­vo, che signi­fi­che­reb­be poter con­ti­nua­re a sca­va­re ad oltran­za. Una situa­zio­ne ancor più gra­ve se si pen­sa all’irri­so­rio ritor­no di bene­fi­ci per la col­let­ti­vi­tà deri­van­te dall’attività estrat­ti­va, ed anche in que­sto caso il Lazio detie­ne un pri­ma­to nega­ti­vo.

Allo stes­so tem­po si pun­ta a ripor­ta­re l’intera mate­ria al cen­tro dell’attenzione e del­la deci­sio­ne poli­ti­ca, per evi­ta­re che scel­te così rile­van­ti con­ti­nui­no ad esse­re deman­da­te ai buro­cra­ti regio­na­li sen­za alcun con­trol­lo poli­ti­co. La pote­stà pro­gram­ma­to­ria in que­sto set­to­re spet­ta esclu­si­va­men­te ai Comu­ni, nell’ambito del Pia­no Regio­na­le del­le Atti­vi­tà Estrat­ti­ve. Per que­sto moti­vo si rin­no­va l’invito alla Regio­ne Lazio a rimet­te­re il tema cava­zio­ne in cima alla sua agen­da poli­ti­ca, a ripen­sa­re le moda­li­tà di pro­gram­ma­zio­ne dell’attività estrat­ti­va e a rive­de­re la nor­ma­ti­va di rife­ri­men­to.

Related Images: