L’Editoriale. La suburra marinese e il vaso di Pandora

L’Editoriale. La suburra marinese e il vaso di Pandora

23/10/2015 2 Di Francesca Marrucci

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1442469136-0-aiuti-alle-vittime-di-usura-una-campagna-dell-associazione-codici-in-provincia-di-trapanidi Fran­ce­sca Mar­ruc­ci

Cir­ca 15 anni fa, lavo­ra­vo come volon­ta­ria al Fon­do Anti­u­su­ra del­l’A­di­con­sum Nazio­na­le. Aiu­ta­va­mo, con una serie di pre­sti­ti con­trol­la­ti dal­lo Sta­to, le fami­glie ed i sin­go­li indi­vi­dui ad evi­ta­re di fini­re in mano agli usu­rai. Veni­va­no per­so­ne di tut­ti i ceti e di tut­te le età, mol­ti anche con posti di lavo­ro che garan­ti­va­no ric­chi sti­pen­di, anzi, i più inde­bi­ta­ti era­no, para­dos­sal­men­te, i più ric­chi, quel­li che rico­pri­va­no inca­ri­chi impor­tan­ti, quel­li, insom­ma, che pur essen­do bene­stan­ti, vive­va­no al di sopra del­le pro­prie pos­si­bi­li­tà.

Me ne ricor­do uno in par­ti­co­la­re, che alla fine man­dam­mo via, era com­mes­so alla Came­ra, ave­va uno sti­pen­dio di cir­ca 14 milio­ni al mese (poi sareb­be­ro diven­ta­ti 14 mila euro!), non spo­sa­to, con una fami­glia bene­stan­te alle spal­le, il SUV (era­no i pri­mi che si vede­va­no in giro), addos­so abi­ti fir­ma­ti ed era pie­no di debi­ti da far pau­ra. Eppu­re quan­do pro­vam­mo a dir­gli che dove­va rinun­cia­re ad alcu­ne cose per poter ade­ri­re al pia­no di rien­tro, non solo si rifiu­tò, ma con il padre pre­sen­te, qua­si aggre­dì l’o­pe­ra­to­re.

Era così che mi pas­sa­va­no davan­ti vite assur­de, fami­glie rovi­na­te dal biso­gno impe­ran­te del­l’ap­pa­ri­re, di vive­re al di sopra del­le pro­prie pos­si­bi­li­tà, schiac­cia­te dal ram­pan­ti­smo esa­spe­ra­to. E in que­sta uma­ni­tà dispe­ra­ta, tra quel­li che veni­va­no dai Castel­li Roma­ni, di Mari­no ce n’e­ra­no tan­ti. Trop­pi.

Mi ricor­do la respon­sa­bi­le che un gior­no mi con­fi­dò che il nume­ro dei casi a Mari­no era dav­ve­ro pre­oc­cu­pan­te. Ed era­no solo quel­li che ammet­te­va­no di esse­re inde­bi­ta­ti.

Anni dopo usci­ro­no varie inchie­ste del­la Cgil, del­la Con­f­com­mer­cio, del Labo­ra­to­rio Anti­u­su­ra e sem­pre in que­sta zona, il tas­so di cit­ta­di­ni che ricor­re­va­no all’u­su­ra era altis­si­mo. Negli anni non si è abbas­sa­to.

L’ar­re­sto di que­sta mat­ti­na, a cari­co di un mari­ne­se mol­to cono­sciu­to e che in mol­ti sape­va­no non pro­prio dedi­to ad ope­re di cari­tà, ha lascia­to tan­ti a boc­ca aper­ta. Per­ché, mi doman­do io. Per­ché ci pia­ce fare fin­ta di nien­te? Per­ché è più bel­lo far fin­ta che sia­mo tut­ti bra­vi e one­sti? Anni fa suc­ces­se ad un altro noto usu­ra­io esse­re vit­ti­ma di un’ag­gres­sio­ne. Era­no altri anni però, mi ricor­do mol­ti com­men­ti del­la serie ‘Se lo meri­ta­va!’ Inve­ce oggi, di nuo­vo lo scon­cer­to, la mera­vi­glia, come nel caso del­l’ar­re­sto del­l’ex-Sin­da­co Sil­va­gni, che in que­sta nuo­va inchie­sta è di nuo­vo pro­ta­go­ni­sta. Come se i mari­ne­si vives­se­ro su un altro pia­ne­ta, o meglio, come se pen­sas­se­ro che tali pra­ti­che fos­se­ro nor­ma­le ammi­ni­stra­zio­ne, quin­di la loro inter­ru­zio­ne ad ope­ra del­la giu­sti­zia diven­ta qua­si uno shock.

Poi, si vie­ne a sape­re che l’ex-Pre­si­den­te del Con­si­glio, Umber­to Minot­ti, è tra gli ‘usu­ra­ti illu­stri’, por­ta­to da ‘Ninac­cio­ne’ pro­prio da Sil­va­gni, a cui ave­va chie­sto un pre­sti­to di 2000 euro.

2000 euro! Qual­sia­si finan­zia­ria, con zero garan­zie, può pre­star­vi di più, per­ché met­ter­si in mano ad usu­rai? Minot­ti ha un buon posto di lavo­ro, fino a poco tem­po fa per­ce­pi­va anche il get­to­ne per il Con­si­glio Comu­na­le, per­ché met­ter­si in que­sta situa­zio­ne per 2000 euro? Il caso di Minot­ti mi ha ricor­da­to quel com­mes­so del­la Came­ra dei Depu­ta­ti, per­ché cre­do abbia­no tan­to in comu­ne.

Ma a pre­scin­de­re dal sin­go­lo caso, c’è da chie­der­si, ora che il Vaso di Pan­do­ra è sta­to sco­per­chia­to, quan­to altro ver­rà anco­ra fuo­ri? Quan­ti altri sali­ran­no al diso­no­re del­le cro­na­che? E quan­to ci met­te­ran­no i mari­ne­si a capi­re che in un siste­ma poli­ti­co come que­sto, c’è mol­to più del cele­bre mar­cio del­la Dani­mar­ca? A Mari­no si dice che ‘u più puli­tu tè ‘a rogna’ e sem­bra pro­prio che il det­to popo­la­re abbia azzec­ca­to il caso.

La poli­ti­ca che ha gover­na­to Mari­no fino­ra è lega­ta a dop­pio filo con il malaf­fa­re, pic­co­lo o gran­de che pos­sa esse­re. Un siste­ma for­te­men­te (da sem­pre) basa­to sul con­sen­so clien­te­la­re non potrà mai pro­dur­re di meglio. I nostri poli­ti­ci sono solo la risul­tan­te di quel­lo che chie­do­no loro gli elet­to­ri. Gli stes­si che oggi si dico­no scon­cer­ta­ti. Gli stes­si, che con egua­li garan­zie, tor­ne­reb­be­ro a votar­li. Del resto che dice­va­no tut­ti all’in­do­ma­ni del­l’ar­re­sto di Siva­gni? Un coro di lamen­ta­zio­ni e lodi: ‘Pove­rac­cio, solo per­ché ha dato lavo­ro a tut­ti’.

Quin­di, a pre­scin­de­re dal­la noti­zia e dal fat­to che Mari­no è ormai pro­ta­go­ni­sta del­la cro­na­ca più inde­gna, io no, non mi sono stu­pi­ta, né pri­ma né dopo. E io non mi uni­sco nem­me­no al coro di quel­li che gri­da­no ‘È tut­ta col­pa dei poli­ti­ci’. La col­pa, non mi stan­che­rò mai di dir­lo, è di chi que­sta la chia­ma poli­ti­ca e con­ti­nua a vota­re per­so­ne che la por­ti­no avan­ti. La poli­ti­ca è altra cosa. I poli­ti­ci sono altra cosa. Gli elet­to­ri, inve­ce, sono sem­pre gli stes­si e voglio­no sem­pre le stes­se cose.

Gomor­ra e Subur­ra nasco­no dal bas­so. E i mari­ne­si lo san­no bene.

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