Dissesto, Geologi Lazio: “Istituzioni e cittadini devono fare di più per la tutela del territorio”

Dissesto, Geologi Lazio: “Istituzioni e cittadini devono fare di più per la tutela del territorio”

20/10/2015 0 Di Redazione

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164767Dis­se­sto, Geo­lo­gi Lazio: “Isti­tu­zio­ni e cit­ta­di­ni devo­no fare di più per la tute­la del ter­ri­to­rio”

L’on­da­ta di mal­tem­po che ha col­pi­to due gior­ni fa la nostra regio­ne, in par­ti­co­la­re la Val­le del­l’A­nie­ne, il ter­ri­to­rio metro­po­li­ta­no a sud di Roma e la Cio­cia­ria, non è sta­ta del­le più inten­se, ma sicu­ra­men­te ha fat­to più dan­ni di ana­lo­ghi even­ti veri­fi­ca­ti­si in un pas­sa­to non trop­po lon­ta­no. E que­sto acca­de per­ché, pas­sa­ta l’e­mer­gen­za, si ripren­de a costrui­re come sem­pre, sen­za con­si­de­ra­re che l’im­per­mea­bi­liz­za­zio­ne del suo­lo e le cana­liz­za­zio­ni che pre­ve­de ogni espan­sio­ne urba­ni­sti­ca, non fan­no altro che accre­sce­re il quan­ti­ta­ti­vo d’ac­qua da smal­ti­re, sem­pre negli stes­si cor­si d’ac­qua, che a vol­te pre­sen­ta­no anche restrin­gi­men­ti dovu­ti a costru­zio­ni, rifiu­ti o vege­ta­zio­ne. L’Ordine dei Geo­lo­gi del Lazio non si ras­se­gna e pun­tual­men­te denun­cia la cat­ti­va gestio­ne del ter­ri­to­rio da par­te del­le isti­tu­zio­ni e la man­ca­ta pre­pa­ra­zio­ne del­le comu­ni­tà nei riguar­di del rischio idro­geo­lo­gi­co.

“Le aree che si sono alla­ga­te a Tivo­li — esor­di­sce il pre­si­den­te dei Geo­lo­gi Lazio, Rober­to Tron­ca­rel­li — sono per lo più le stes­se che si era­no alla­ga­te nel 2008 e per le qua­li non solo la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne non ave­va fat­to nul­la, ma nean­che i cit­ta­di­ni era­no sta­ti sti­mo­la­ti a pren­de­re del­le ini­zia­ti­ve di ‘auto­pro­te­zio­ne’. Si è con­ti­nua­to, dun­que, a costrui­re e pia­ni­fi­ca­re con scel­te discu­ti­bi­li, che han­no com­por­ta­to un’an­tro­piz­za­zio­ne in spre­gio a ogni rego­la di buon­sen­so”. Tan­te, dun­que, le inot­tem­pe­ran­ze del­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne sul dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co e sul­la tute­la del ter­ri­to­rio. “Pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne — con­ti­nua Tron­ca­rel­li — anco­ra trop­po impe­gna­ta ad affron­ta­re le emer­gen­ze del momen­to con solu­zio­ni tam­po­ne, piut­to­sto che a met­te­re nero su bian­co misu­re atte alla pre­ven­zio­ne del dis­se­sto. Con costi socia­li abnor­mi”. Eppu­re, qual­che pas­so posi­ti­vo pare intra­ve­der­si: “Sia­mo anco­ra a un sta­to embrio­na­le ma devo ammet­te­re, e lo fac­cio con pia­ce­re, che le isti­tu­zio­ni ini­zia­no a rav­ve­der­si: sem­pre più spes­so, infat­ti, gli enti loca­li ci ren­do­no pre­ven­ti­va­men­te par­te­ci­pi nei pro­ces­si di pia­ni­fi­ca­zio­ne ter­ri­to­ria­le. Anche dal gover­no nazio­na­le stan­no par­ten­do poli­ti­che cer­ta­men­te più mira­te e desti­na­te a impor­si sul lun­go perio­do: un esem­pio vir­tuo­so, in que­sto sen­so, — spe­ci­fi­ca­no anco­ra dall’Ordine dei Geo­lo­gi — è il recen­te prov­ve­di­men­to del Gover­no, che desti­ne­reb­be risor­se ai comu­ni per inter­ven­ti con­tro l’abusivismo edi­li­zio. Si trat­ta di un altro aspet­to deci­si­vo alla lot­ta al dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co. Spe­ria­mo non riman­ga una goc­cia nell’oceano dell’inefficienza ammi­ni­stra­ti­va”.

“Ormai sia­mo pas­sa­ti dal­le cala­mi­tà natu­ra­li alle cala­mi­tà arti­fi­cia­li — incal­za Tizia­na Gui­da, segre­ta­rio del­l’Or­di­ne dei Geo­lo­gi del Lazio — per­ché se, a pari­tà di inten­si­tà di even­to, i dan­ni sono mag­gio­ri, vuol dire che le modi­fi­che, che l’uo­mo ha appor­ta­to al ter­ri­to­rio, incre­men­ta­no la poten­za del feno­me­no natu­ra­le”. Altro pun­to foca­le per la tute­la del ter­ri­to­rio è poi la con­sa­pe­vo­lez­za da par­te del­la col­let­ti­vi­tà dei rischi idro­geo­lo­gi, “anco­ra trop­po caren­te — denun­cia Tron­ca­rel­li -, soprat­tut­to se si con­si­de­ra che nel­la Regio­ne Lazio 372 comu­ni, il 98% del tota­le, pre­sen­ta­no alme­no un’a­rea a rischio di fra­na o di eson­da­zio­ne, in cui è a repen­ta­glio la vita uma­na e più di 350mila cit­ta­di­ni vivo­no in aree poten­zial­men­te a rischio idro­geo­lo­gi­co”.

“Occor­re crea­re un’o­pi­nio­ne pub­bli­ca infor­ma­ta par­ten­do pur­trop­po da zero — aggiun­ge Tizia­na Gui­da — se anco­ra assi­stia­mo a cit­ta­di­ni che con il loro com­por­ta­men­to met­to­no a repen­ta­glio, quan­do addi­rit­tu­ra non per­do­no, la vita. La cit­ta­di­nan­za deve sape­re che con il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co la loro vita non è più la stes­sa, ma non solo. Anche il ter­ri­to­rio cam­bia e quin­di cam­bia­no i rischi, e zone che pri­ma non era­no a rischio, maga­ri ora lo sono diven­ta­te. Dal­l’al­tra par­te chi ha la respon­sa­bi­li­tà del­la gestio­ne del ter­ri­to­rio non può più spe­ra­re di far­la fran­ca chiu­den­do un occhio sul­l’a­bu­si­vi­smo edi­li­zio o sul­l’oc­cu­pa­zio­ne del­le gole­ne dei fiu­mi. I feno­me­ni meteo­ro­lo­gi­ci estre­mi, diven­ta­ti più fre­quen­ti, capi­te­ran­no sem­pre più spes­so su un ter­ri­to­rio che è sem­pre meno adat­to a smal­tir­li. E dun­que biso­gna attrez­zar­si per affron­tar­li — con­clu­de la Gui­da -. In tal sen­so l’Or­di­ne dei Geo­lo­gi del Lazio sta avvian­do una cam­pa­gna infor­ma­ti­va nel­le scuo­le “I segre­ti del­la Ter­ra rac­con­ta­ti dai geo­lo­gi” per spie­ga­re come si for­ma­no que­sti feno­me­ni e come si ori­gi­na­no i rischi natu­ra­li più in gene­ra­le, per for­ma­re una con­sa­pe­vo­lez­za nei ragaz­zi, che poi potran­no tra­smet­te­re alle fami­glie”.

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