Domenica 13 Dicembre 2015, alle ore 16:30, presso l’aula consiliare del Comune di Cori, la…
Siamo tutti Charlie
08/01/2015Questo articolo è stato letto 9360 volte!
Tutti i giorni c’è una conferma dalla cronaca. Più di una conferma. Tutti i giorni.
Non sono d’accordo con il mio amico Luca Mariotti che stamane sosteneva su Facebook che ogni religione è una merda. Ancora una volta perdiamo di vista il punto della questione. E la questione non è la religione.
Io, personalmente, non amo la satira che prende di mira i capisaldi religiosi, qualunque essi siano. Mi diverte quella, invece, che mette a nudo gli apparati religiosi, le gerarchie, le speculazioni utilitaristiche. Ciò non toglie che sia fondamentale garantire l’importanza di esprimere liberamente quello che si pensa e fare satira su cosa si vuole criticare liberamente.
Ma chi pratica la religione, molte volte, non capisce queste differenze. Non le applica, non ha voglia di applicarle, non vuole siano applicate.
Per tornare al mio amico Luca, non è la religione che è una merda. Sono quelli che la usavo a fini propri che sono una merda.
E’ molto diverso.
Non è utile spostare il fulcro del problema sulla religione, che quale sia il nome che assume nei vari contesti etnici, culturali e geografici, ha dei pilastri fondamentali positivi, didattici, morali importantissimi. Il problema è l’uomo. SEMPRE. Non lo dimentichiamo.
Quando Marx parlava dell’oppio dei popoli, non intendeva dire che l’oppio fosse una pianta maledetta e una iattura della natura. E’ quello che facevano gli uomini con l’oppio che annebbiava loro la ragione e così succede con la religione.
Come dicevo al recente seminario di Storia delle Religioni, quasi sempre i religiosi più fanatici sanno poco o niente della propria religione e quel poco che sanno è spesso anche sbagliato. Ma la religione è nata per rispondere a tante domande insolute, per rassicurare laddove non c’è certezza, per dare risposte dove non ce ne sono e quindi, cosa c’è di più facile di traviare chi ha bisogno di queste risposte, di queste certezze e di queste speranze, facendo credere ciò che si vuole? La gente è debole e si appella alla religione come un naufrago ad un salvagente, anche se non lo sa. Anche se ognuno per ragioni diverse.
Tra questi, tanti sono influenzabili, tanti hanno rabbie e rancori nascosti che nelle guerre pseudo-sante possono trovare una valvola di sfogo.
E’ così che un messaggio elementare e comune che predica fratellanza e amore, diviene una campagna d’odio e di rivalsa. Una vendetta contro un nemico non ben identificato. Contro un nemico che è tutti e nessuno. Contro un nemico che è l’esistenza stessa.
La propria (con gli attentatori-suicidi) e degli altri (con gli attentati, con le persecuzioni, con le privazioni dei diritti).
E cosa c’è di più facile, conveniente, rassicurante se non individuare nell’altro chi è diverso?
Cosa c’è di più facile, conveniente, rassicurante dell’omologazione di pensiero?
Quindi o sei come me, o la pensi come me o non meriti di esistere.
E’ facile. Indubbiamente. Ma non è giusto. E, soprattutto, non risolve i problemi. E’ solo uno sfogo per gli istinti più bassi del genere umano e i problemi li accresce.
Il problema non è solo di chi fa attentati nel nome di un falso Islam, di chi picchia a morte un nero, nascosto da un candido cappuccio, in onore della cristianità bianca, di chi schiavizzava e massacrava indigeni poco propensi alla conversione in nome di un Dio morto sulla croce o di un uomo che sedeva sul trono di Roma.
Il problema è anche di chi fa il gioco di questa gente e fa, dopo queste tragedie, di tutta l’erba un fascio. Di chi si abbassa al gioco del ‘sono tutti così’ e chiede ad alta voce i roghi in piazza anche per chi non c’entra niente. Di chi si affanna, compiaciuto, falsamente indignato, a gridare ‘ora fuori tutti’, eretto sul piedistallo del trionfo del ‘ve l’avevo detto io chi era sta gentaglia’. Come se ciò accrescesse la loro intelligenza o la loro capacità cognitiva.
Già. Gentaglia. Tutta gentaglia.
Anche quel disgraziato poliziotto di quartiere che ci ha provato a fermare i due attentatori, lui sì da eroe, con la sua bicicletta da poliziotto di quartiere, con il suo senso della giustizia, ricevendo in cambio una sentenza di morte senza appello. Eroe sì, ma meno. Meno, perché anche lui musulmano e, l’abbiamo detto, no? Sono tutti uguali, tutti fuori, tutti parassiti, tutti terroristi. Quindi nessuno in Italia spende una parola per questo povero Cristo (oh no! Non si può dire! Forse sono stata blasfema anch’io! Avvicinare Cristo a un immigrato islamico, integrato sì, ma islamico, cazzo. E magari era pure in combutta con quei due e l’hanno fatto fuori perché non parlasse…). Anzi no, due o tre l’hanno spese ed erano del genere appena citato, quindi stendo un pietoso velo.
Resta il fatto, caro Luca che oggi mi sei stato fonte d’ispirazione, che l’uomo è capace di una sola cosa: di usare tutti i mezzi in suo possesso per creare odio.
Qualcuno, un po’ più illuminato, ha messo giù dei valori etici e morali, che poi si sono trasformati in religioni?
Qualcun’altro, anzi molti di più, si sono affrettati ad usare storia, potere, filosofia, questioni sociali per trasformare un messaggio d’amore in odio.
Ecco, tutto qui.
L’uomo corrompe tutto quello che tocca. Non è la religione a fare schifo. A fare schifo è sempre l’uomo che è votato alla distruzione di tutto ciò che gli sta intorno, compreso il pianeta in cui vive e le altre razze viventi lo stesso.
E’ bene non confondere la ragione di questo stillicidio continuo di cui parlavo all’inizio di questo lungo editoriale. E’ bene non fare di tutta l’erba un fascio.
Tanti musulmani sono oggi afflitti come e più di noi e hanno (giustamente) paura. Perché l’ignoranza è tanta. Perché l’ignoranza porta odio e l’odio porta la persecuzione indiscriminata e la Storia ci ha insegnato cosa significa.
Diamo la colpa ai colpevoli. Diamo speranza a tutti gli altri.
Perché è bene non dimenticare che, prima o poi, siamo tutti Charlie, nessuno escluso.
Nous sommes tous Charlie.
DAL BLOG DI MAURO MUNAFO’ sull’Espresso:
Lo so, siete lì pronti a condividere gli articoli di Oriana Fallaci che “ah, aveva capito tutto”, oppure state facendo like a qualche proposta di Matteo Salvini o Maurizio Gasparri, o vi date un tono andando sulla pagina di Marine Le Pen anche se non conoscete una parola di francese.
Non voglio interrompervi, per carità. Sai che palle questi “maestrini della sinistra buonista” (definizione che mi guadagno in automatico perché ho un blog sull’Espresso).
Giuro, vi rubo solo un minuto. Per elencarvi giusto alcuni FATTI che, ne sono certo, non incrineranno in alcun modo le vostre granitiche convinzioni sul fatto che i musulmani sono tutti estremisti e che comunque è colpa degli immigrati:
- Tra i dodici morti della strage di Parigi ci sono il correttore di bozze Mustapha Ourrad e il poliziotto Ahmed Meradet. Probabilmente sono musulmani anche loro;
- Il consiglio francese per il culto musulmano ha condannato senza discussioni la strage. «A nome dei musulmani di Francia, nella loro quasi unanimità, sono qui per condannare l’orrore di questo crimine indicibile»: lo ha detto il presidente del Consiglio francese per il culto musulmano, Dalil Boubakeur, giungendo davanti alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi. «Ci inchiniamo davanti a tutte le vittime di questo dramma orribile» (fonte);
- Per quelli che “vabbeh ma a condannare sono buoni tutti”: in Francia i musulmani hanno manifestato anche contro l’Isis mesi fa (fonte: Avvenire), cosa che è successa anche in Italia;
- I due principali sospettati dell’attentato sono franco-algerini. Cioè non sono immigrati e hanno il passaporto francese. Quindi tutto il discorso su Mare Nostrum e sull’immigrazione in Italia (che, attenzione, è un discorso assolutamente legittimo), non ha alcun senso venga fatto in questa circostanza. Perché, appunto, non c’entra nulla;
- Nel 2014 sono stati uccisi circa 90 tra giornalisti e operatori nel mondo. Tutti hanno in mente le immagini dei reporter americani decapitati dall’Is. In realtà, numericamente, sono molti di più i Mohamed, i Yusuf, gli Omar ammazzati tra Siria e Palestina: si tratta di giornalisti locali, quasi sempre musulmani, uccisi da terroristi, delinquenti e dittatori dei loro paesi. Quindi i musulmani non sono tutti uguali e vengono spesso ammazzati perché chiedono la libertà di stampa.
- In Europa ci sono tra i 20 e i 30 milioni di musulmani. Questa cosa può piacere o meno, ma è un dato di fatto. Non sono tutti terroristi, non sono tutte brave persone.
- Prima di invocare il ritorno della pena di morte (come chiede la Le Pen) o l’uso di torture gratuite sui terroristi, vale la pena ricordare che uno dei due sospetti attentatori, Cherif Kouachi, è diventato un fanatico islamista dopo aver visto le torture inflitte ai reclusi ad Abu Ghraib (fonte: New York Times). Quindi lo sfogo violento rischia di alimentare solo altra violenza.
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Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.