In catene in Procura contro omissioni istituzionali a Ostia a favore di persone vicine a un clan

In catene in Procura contro omissioni istituzionali a Ostia a favore di persone vicine a un clan

27/05/2014 0 Di Redazione

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Copia di foto procuraIn cate­ne in Pro­cu­ra con­tro omis­sio­ni isti­tu­zio­na­li a Ostia a favo­re di per­so­ne vici­ne a un clan
L’anziana pre­si­de Lucia Sal­va­ti ha mani­fe­sta­to anco­ra per por­ta­re alla luce l’incredibile vicen­da che la vede coin­vol­ta, chie­den­do di par­la­re col pro­cu­ra­to­re capo Giu­sep­pe Pigna­to­ne
 
Con­ti­nua la pro­te­sta di Lucia Sal­va­ti, l’ex pre­si­de in pen­sio­ne che ave­va già mani­fe­sta­to mesi fa in cate­ne davan­ti all’Ufficio del Giu­di­ce di Pace e nel­la sala con­si­lia­re del Muni­ci­pio di Ostia, alla pre­sen­za del sin­da­co Mari­no, in occa­sio­ne dell’assemblea per l’emergenza cri­mi­na­li­tà sul lito­ra­le, denun­cian­do ves­sa­zio­ni subi­te e omis­sio­ni com­mes­se da par­te di alcu­ni appar­te­nen­ti alle isti­tu­zio­ni del X Muni­ci­pio, in pri­mis alcu­ni vigi­li urba­ni e dipen­den­ti del loca­le uffi­cio tec­ni­co, per copri­re i vici­ni di casa, con­tro i qua­li ave­va pre­sen­ta­to un espo­sto per abu­si edi­li­zi ai suoi dan­ni, e che, per costrin­ger­la a desi­ste­re dal chie­de­re i suoi dirit­ti, non ave­va­no esi­ta­to a pre­sen­tar­si per minac­ciar­la davan­ti casa con un noto espo­nen­te di un clan mala­vi­to­so, la cui cara­tu­ra cri­mi­na­le è emer­sa in tut­ta la sua pie­nez­za a segui­to dell’inchiesta con­dot­ta con­tro le asso­cia­zio­ni mafio­se di Ostia, in cui è sta­to indi­ca­to come il capo del clan stes­so e man­dan­te di due omi­ci­di. La don­na, al cen­tro di una vicen­da kaf­kia­na che ha coin­vol­to anche i suoi due figli, que­sta vol­ta, come ave­va già annun­cia­to, si è pre­sen­ta­ta inca­te­na­ta all’ingresso del Tri­bu­na­le di Roma, chie­den­do di par­la­re con il pro­cu­ra­to­re capo Giu­sep­pe Pigna­to­ne, nel qua­le ripo­ne la mas­si­ma fidu­cia. Alla fine l’incontro con Pigna­to­ne non c’è sta­to, ma ha avu­to modo di incon­tra­re due uomi­ni del­la poli­zia giu­di­zia­ria del­la pro­cu­ra, a cui ha rac­con­ta­to, con dovi­zia di par­ti­co­la­ri e con l’esplicitazione di una con­si­sten­te mole di ipo­te­si cri­mi­no­se, la sua assur­da sto­ria, che l’ha sfian­ca­ta fisi­ca­men­te ed eco­no­mi­ca­men­te. La Sal­va­ti, che non ha alcu­na inten­zio­ne di desi­ste­re dal­la lot­ta intra­pre­sa per far emer­ge­re la sua incre­di­bi­le vicen­da, che “in uno sta­to di dirit­to non avreb­be moti­vo di esi­ste­re, ma che, inve­ce, gra­zie ai com­por­ta­men­ti omis­si­vi di alcu­ne cel­lu­le devia­te del­le isti­tu­zio­ni si è tra­sfor­ma­ta in un’odissea dove i delin­quen­ti sono diven­ta­ti vit­ti­me e le per­so­ne per bene delin­quen­ti, gra­zie a chi ha coper­to sog­get­ti in rap­por­ti con un clan mala­vi­to­so”.
“Basta fare un sopral­luo­go in loco — ha spie­ga­to l’anziana pre­si­de — e leg­ge­re atten­ta­men­te le car­te per com­pren­de­re imme­dia­ta­men­te ciò che è suc­ces­so. Con­ti­nue­rò a pro­te­sta­re affin­ché gli orga­ni com­pe­ten­ti fac­cia­no luce e puni­sca­no quei com­por­ta­men­ti ille­ga­li che denun­cio da tem­po, ma che per copri­re non si è esi­ta­to a muo­ve­re accu­se inven­ta­te con­tro la mia fami­glia, traen­do a vol­te in ingan­no anche i giu­di­ci chia­ma­ti a deci­de­re, anche se for­tu­na­ta­men­te in alcu­ne cir­co­stan­ze qual­che magi­stra­to par­ti­co­lar­men­te atten­to ha rile­va­to le fal­se accu­se limi­tan­do i dan­ni di una sto­ria che ha seria­men­te mina­to la sere­ni­tà del­la vita mia e del­la mia fami­glia. Abbat­te­rò quel muro di omer­tà isti­tu­zio­na­le che si è crea­to intor­no all’intera vicen­da e quel­la col­tre cen­so­ria che alcu­ni media inspie­ga­bil­men­te han­no oppo­sto fino­ra. Le mie pro­te­ste con­ti­nue­ran­no in for­ma sem­pre più ecla­tan­te, anche pres­so le sedi di que­gli orga­ni di stam­pa che fino­ra han­no igno­ra­to la noti­zia. Han­no pro­va­to di tut­to per far­ci desi­ste­re dal denun­cia­re gli abu­si com­mes­si. Dal­le denun­ce per ine­si­sten­ti abu­si edi­li­zi da par­te di alcu­ni vigi­li urba­ni, o più pre­ci­sa­men­te vigi­les­se, cor­re­da­te di dichia­ra­zio­ni fal­se in meri­to alla rego­la­ri­tà dei lavo­ri ese­gui­ti da colo­ro che ave­vo denun­cia­to, alle inti­mi­da­zio­ni dei vici­ni da me denun­cia­ti in com­pa­gnia di un noto espo­nen­te mala­vi­to­so, indi­ca­to da inqui­ren­ti e media a capo di un clan mafio­so. E pro­prio per disto­glie­re l’attenzione da quest’ultimo epi­so­dio, di tale gra­vi­tà, non han­no esi­ta­to a far­ci pio­ve­re addos­so, a ini­zia­re dal mese suc­ces­si­vo,  denun­ce di ogni tipo, asso­lu­ta­men­te inven­ta­te, che spes­so, come già det­to, han­no trat­to in ingan­no anche alcu­ni giu­di­ci, con l’utilizzo di affer­ma­zio­ni che viag­gia­no tra il sur­rea­le e il tra­gi­co­mi­co. Si par­la addi­rit­tu­ra di minac­ce di mor­te con l’utilizzo di armi, col­lo­ca­te tem­po­ral­men­te addi­rit­tu­ra un anno e mez­zo pri­ma. Se han­no sen­ti­to il biso­gno di denun­cia­re solo dopo così tan­to tem­po, la pau­ra deve esse­re sta­ta vera­men­te tan­ta! Io per­so­nal­men­te, e cre­do chiun­que capa­ce di inten­de­re e di vole­re, mi sarei bar­ri­ca­ta in casa e avrei imme­dia­ta­men­te aller­ta­to le for­ze dell’ordine. Oppu­re, in rela­zio­ne all’episodio dell’intimidazione con il capo del clan, que­st’ ulti­mo sareb­be rima­sto tal­men­te impau­ri­to dal­la pre­sen­za di mio figlio che, ‘vista la peri­co­lo­si­tà del sog­get­to’, sareb­be­ro sta­ti costret­ti a far­lo nascon­de­re den­tro la loro auto­vet­tu­ra. O anco­ra, rife­ren­do­si all’altro mio figlio, l’hanno defi­ni­to ‘sog­get­to mol­to peri­co­lo­so, in quan­to esper­to di arti mar­zia­li’. Pec­ca­to che que­sti non abbia mai mes­so pie­de in una pale­stra e per di più è affet­to da serie pato­lo­gie alla colon­na ver­te­bra­le. Se chi ha scrit­to non si è sen­ti­to ridi­co­lo, spe­ro che le isti­tu­zio­ni depu­ta­te affron­ti­no final­men­te tut­ta la vicen­da con atten­zio­ne, per rida­re a me sere­ni­tà e fidu­cia nel­le isti­tu­zio­ni, che ho rap­pre­sen­ta­to fedel­men­te per 42 anni, e per­se­gua­no le con­dot­te di chi fino­ra ha potu­to bel­la­men­te fare e dire ciò che ha volu­to, con la cer­tez­za di gode­re, come più vol­te anche dichia­ra­to a mo’ di van­to, di varie pro­te­zio­ni. Con­fi­do nel­la pre­sen­za a Roma del pro­cu­ra­to­re Pigna­to­ne e del suo pool, a cui aggrap­po la mia spe­ran­za di far emer­ge­re la veri­tà e otte­ne­re giu­sti­zia”.   
 

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