Carceri, Moretti (Ugl): “A Rebibbia personale in protesta si autoconsegna e si astiene dal vitto”

Carceri, Moretti (Ugl): “A Rebibbia personale in protesta si autoconsegna e si astiene dal vitto”

20/02/2014 0 Di Redazione

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morettiCar­ce­ri, Moret­ti (Ugl): “A Rebib­bia per­so­na­le in pro­te­sta si auto­con­se­gna e si astie­ne dal vit­to”

Caren­za di risor­se uma­ne e mate­ria­li pre­giu­di­ca ser­vi­zio

 “Da lune­dì scor­so il per­so­na­le del Nucleo Tra­du­zio­ni e Pian­to­na­men­ti del Polo di Rebib­bia si è auto­con­se­gna­to e si astie­ne dal­la con­su­ma­zio­ne del pasto pres­so la men­sa obbli­ga­to­ria di ser­vi­zio per pro­te­sta­re con­tro la caren­za di risor­se uma­ne e mate­ria­li che inci­do­no nega­ti­va­men­te sull’andamento dei ser­vi­zi, ponen­do le don­ne e gli uomi­ni del Cor­po in costan­te peri­co­lo”.

Lo ren­de noto il segre­ta­rio nazio­na­le dell’Ugl Poli­zia Peni­ten­zia­ria, Giu­sep­pe Moret­ti, spie­gan­do che “nel repar­to, che alla fine degli anni 90 con­ta­va un orga­ni­co pari a 241 uni­tà, oggi ope­ra­no poco più di 140 agen­ti, men­tre la popo­la­zio­ne dete­nu­ta è aumen­ta­ta fino ad arri­va­re ad oltre 2500 uni­tà. In par­ti­co­la­re, — aggiun­ge — risul­ta­no insuf­fi­cien­ti le uni­tà fem­mi­ni­li, ora asse­sta­te a 7, e quel­le del per­so­na­le con il ruo­lo di Ispet­to­re e di Sovrin­ten­den­te, che non arri­va­no a 20. Per quan­to riguar­da i mez­zi, — pro­se­gue – sono del tut­to ina­de­gua­ti, soprat­tut­to se si con­si­de­ra che il Nucleo del Polo di Rebib­bia assi­cu­ra mol­te­pli­ci ser­vi­zi”.

 “Nell’esprimere la vici­nan­za del­la nostra Orga­niz­za­zio­ne agli agen­ti che da quat­tro gior­ni han­no deci­so di chiu­der­si all’interno del repar­to recla­man­do la giu­sta atten­zio­ne per le cri­ti­ci­tà men­zio­na­te, — aggiun­ge Moret­ti — ci unia­mo alla loro pro­te­sta chie­den­do all’Amministrazione peni­ten­zia­ria, con il Prov­ve­di­to­ra­to in testa, di ren­der­si con­to del­la deli­ca­tez­za del­le atti­vi­tà svol­te e di acco­glie­re le richie­ste del per­so­na­le che in fon­do chie­de solo di lavo­ra­re con i giu­sti cano­ni di sicu­rez­za e con mez­zi effi­cien­ti”.

“Cre­dia­mo inol­tre – con­clu­de il sin­da­ca­li­sta – che sia giun­to il momen­to che l’Amministrazione peni­ten­zia­ria dia un segna­le ai pro­pri lavo­ra­to­ri, sospen­den­do quei ser­vi­zi, qua­li le tra­du­zio­ni degli arre­sta­ti e degli inter­nan­di, che non com­pe­to­no al Cor­po ma al Prov­ve­di­to­ra­to del Lazio”.

 

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