L’Opinione. Priebke. Fuorischema di Maurizio Aversa

L’Opinione. Priebke. Fuorischema di Maurizio Aversa

18/10/2013 1 Di Redazione

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Maurizio Aversa, Segretario PdCI Marino

Mau­ri­zio Aver­sa, Segre­ta­rio PdCI Mari­no

L’O­pi­nio­ne. Prie­b­ke. Fuo­ri­sche­ma di Mau­ri­zio Aver­sa

 Offro ad ogni let­to­re del­le con­si­de­ra­zio­ni, alcu­ne poli­ti­che e/o filo­so­fi­che, altre di natu­ra ammi­ni­stra­ti­va e pena­le, non­ché onni­com­pren­si­ve del­la cul­tu­ra inti­ma del­la socie­tà. Que­sto, in rela­zio­ne ai fat­ti e misfat­ti acca­du­ti in Alba­no, ai Castel­li roma­ni, per la scel­ta del­la cele­bra­zio­ne – mai avve­nu­ta – del fune­ra­le del nazi­sta non pen­ti­to Erik Prie­b­ke.

La cura dei cari. Si pen­sa, soprat­tut­to nel­la par­te occi­den­ta­le del mon­do, quel­la non pan­tei­sta ad esem­pio, che l’evoluzione e la distin­zio­ne tra gli uomi­ni e don­ne e gli ani­ma­li, si basi soprat­tut­to sul­la “cura” dei mor­ti che uomi­ni e don­ne da mil­len­ni han­no adot­ta­to. Con la sepol­tu­ra, con i luo­ghi con­tras­se­gna­ti per la cura dei mor­ti ecc. For­se, que­sta visio­ne, alla luce del­le tec­ni­che del­la cre­ma­zio­ne, nel tem­po non saran­no più per­se­gui­te allo stes­so modo. E’ vero però, che resta il rito del­la cura del­le per­so­ne care che non ci sono più. Que­sto vale, sem­pli­fi­can­do in modo estre­mo, sia per chi pen­sa ad un al di là ultra­ter­re­no (le varie reli­gio­ni), sia per chi in modo ateo che con la fine del­la vita ces­sa l’esistenza mate­ria­le di quel­la per­so­na. Nel sen­so che, chi ricor­re alla reli­gio­ne ha moti­vo di met­te­re cura ver­so i cari per­ché spe­ra­no, per loro, una vita miglio­re nei para­di­si cele­sti. Ma anche per chi è ateo, imma­gi­na che il ricor­do del­la per­so­na cara si sostan­zia con le ope­re, le azio­ni, il “lasci­to” imma­te­ria­le, oltre che even­tual­men­te mate­ria­le, sia degno di vene­ra­zio­ne per per­pe­trar­ne l’esempio di vita. Quin­di nel­le due acce­zio­ni, van­no rispet­ta­te, anche per­ché inti­ma­men­te appar­ten­go­no agli esse­ri uma­ni, sia il com­por­ta­men­to di cura dei reli­gio­si che degli atei. Non solo, ma pro­prio per que­sta “equi­va­len­za” uma­na, van­no con­sen­ti­ti, garan­ti­ti, in qua­lun­que modo le scel­te “pri­va­te”, “riser­va­te”, dei cari di ognu­no per­ché appar­te­nen­te anche  alla sfe­ra dei sen­ti­men­ti. Quin­di anche all’essere abbiet­to, come ad esem­pio Prie­b­ke, va garan­ti­to che sen­ti­men­ti di affet­to dei pro­pri cari voglio­no mani­fe­sta­re nei suoi con­fron­ti. Per fare ciò, occor­re una tol­le­ran­za socia­le rispet­to al “lasci­to” del­la per­so­na scom­par­sa; e, soprat­tut­to, l’intimità, la riser­va­tez­za, la cura pri­va­ta, che le per­so­ne care in vita voglio­no espri­me­re: per strin­ger­si in pre­ghie­ra o per altri com­por­ta­men­ti.

Lo scan­da­lo. Però, come sot­to­li­nea­to per­fi­no dai codi­ci del­la Chie­sa, quan­do ha adot­ta­to il prov­ve­di­men­to di non dispo­ni­bi­li­tà ad offi­cia­re mes­sa per il fune­ra­le di Prie­b­ke nel­la cit­tà di Roma, se il rito è inse­ri­to all’interno di una comu­ni­tà che avver­te come tur­ba­men­to la mani­fe­sta­zio­ne di com­mia­to al defun­to; ciò vale come scan­da­lo socia­le e come tale impe­di­sce la giu­sta armo­nia – pur nel­la dram­ma­ti­ci­tà dell’addio ad una vita – per lo svol­gi­men­to del rito stes­so.  Non a caso, pro­prio la Que­stu­ra di Roma, pren­den­do a base anche que­sto ragio­na­men­to adot­ta­to dal Vati­ca­no, ha emes­so una dispo­si­zio­ne di “divie­to asso­lu­to” (que­sto­re Ful­vio del­la Roc­ca) per non far svol­ge­re il fune­ra­le di Prie­b­ke nell’area di Roma e pro­vin­cia.

La stru­men­ta­liz­za­zio­ne del cada­ve­re. Non solo, ma il prov­ve­di­men­to del­la Que­stu­ra, a ben vede­re, è sta­to anche giu­sti­fi­ca­to da una cer­ta stru­men­ta­li­tà (A fini poli­ti­ci? A fini media­ti­ci per altri risvol­ti? Per­ché con­te­nu­ti nei “desi­de­ra­ta” del defun­to?) che pure non chia­ra nel­la sua ori­gi­ne, è cer­to, per l’evoluzione che ha avu­to suc­ces­si­va­men­te, che ha foca­liz­za­to l’attenzione pub­bli­ca sull’idea nazi­sta, inclu­sa l’ideologia nega­zio­ni­sta, che vole­va accom­pa­gna­re la fine di que­sto cada­ve­re. E qui un gio­co, anche se non chia­ris­si­mo, (e for­se var­rà la pena se qual­che uffi­cio del­la magi­stra­tu­ra voles­se apri­re un fasci­co­lo per l’allarme socia­le crea­to) è sta­to con­dot­to dall’avvocato di Prie­b­ke, Pao­lo Gia­chi­ni,  e dai suoi fami­glia­ri. Insom­ma, l’intento mostra­to, l’effetto ricer­ca­to, la moda­li­tà per­se­gui­ta, cer­ta­men­te non si inse­ri­sce nel­la scia di “fami­lia­ri ed ami­ci” che voglio­no dare l’estremo salu­to, sep­pu­re ad un cri­mi­na­le. No, ciò che si è cer­ca­to, e non sap­pia­mo quan­to di “motu pro­prio” ci sia nell’iniziativa dell’adunata, del­la pre­pa­ra­zio­ne con armi d’offesa, dell’agguato vigliac­co e del­la fuga, orche­stra­to dal­la destra estre­ma (gui­da­ta secon­do le cro­na­che da Mau­ri­zio Boc­cac­ci, noto fasci­sta degno di gale­ra che anche in que­sta occa­sio­ne – pro­prio men­tre il Par­la­men­to intro­du­ce un nuo­vo rea­to, quel­lo di “nega­zio­ni­smo” con­tro chi sostie­ne che non sia mai avve­nu­to lo ster­mi­nio degli ebrei – non si cen­su­ra nel lan­cia­re mes­sag­gi mafio­na­zi­sti con­tro Ric­car­do Paci­fi­ci pre­si­den­te del­la comu­ni­tà ebrai­ca), oppu­re quan­to era già “con­cor­da­to”.

Il Pre­fet­to sba­glia tut­to. Il Pre­fet­to, Giu­sep­pe Peco­ra­ro, in que­sta occa­sio­ne ave­va avu­to tut­te le “faci­li­ta­zio­ni” del caso. Ave­va a dispo­si­zio­ne la pre­sa di posi­zio­ne del Vati­ca­no. Ave­va da acco­glie­re l’esigenza dei fami­lia­ri di poter dare sepol­tu­ra al con­giun­to. Ave­va una dispo­si­zio­ne del­la Que­stu­ra che allon­ta­na­va da Roma, cit­tà tur­ba­ta da que­sto nazi­sta per l’orrore che ave­va cau­sa­to in vita, lo svol­gi­men­to del fune­ra­le. Quin­di non dove­va fare altro che segui­re que­sta seque­la di com­por­ta­men­ti “azzec­ca­ti” sia in fun­zio­ne degli sen­ti­men­ti col­let­ti­vi del­la comu­ni­tà roma­na e lazia­le, sia in fun­zio­ne del­la pre­ven­zio­ne di pro­ble­mi di ordi­ne pub­bli­co. Per con­ver­so, si pen­si solo al prov­ve­di­men­to di anti­ci­po di una par­ti­ta di cal­cio dispo­sta dal­lo ses­so Pre­fet­to Peco­ra­ro per “pre­ve­ni­re” situa­zio­ni di cri­ti­ci­tà nel­la gestio­ne dell’ordine pub­bli­co. Cos’è il prin­ci­pio di pre­cau­zio­ne e di rispet­to del­lo scor­re­re tran­quil­lo del­la vita quo­ti­dia­na dei cit­ta­di­ni per il Pre­fet­to vale se c’è di mez­zo una par­ti­ta, e scom­pa­re se c’è di mez­zo un nazi­sta? Non uno qual­sia­si, ma quel­lo che ha ese­gui­to l’eccidio del­le Fos­se Ardea­ti­ne? E, comun­que sia, se il Pre­fet­to è addi­ve­nu­to ad assi­ste­re allo scor­re­re degli even­ti, inve­ce che pre­ve­nir­li, per­ché alla for­za­tu­ra del­la Fra­ter­ni­tà Lefeb­vria­na di Alba­no non ha oppo­sto resi­sten­za? Ovve­ro, per­ché dopo la sua non oppo­si­zio­ne, quan­do il sin­da­co di Alba­no, Nico­la Mari­ni soste­nu­to e sol­le­ci­ta­to dal­la comu­ni­tà di cit­ta­di­ni demo­cra­ti­ci e anti­fa­sci­sti castel­la­ni, ha emes­so una ordi­nan­za di divie­to di tran­si­to del­la sal­ma del nazi­sta nel­la cit­tà meda­glia d’argento del­la Resi­sten­za, inve­ce si è sol­le­ci­ta­men­te atti­va­to per annul­la­re la stes­sa? Peco­ra­ro dove­va inter­ve­ni­re già pri­ma, quan­do il lega­le, o la fami­glia, ave­va­no con­tat­ta­to la Fra­ter­ni­tà per­ché era una scel­ta chia­ra­men­te in con­tra­sto con quan­to dispo­sto dal­la Que­stu­ra. O, anco­ra, sic­co­me non era inter­ve­nu­to, non dove­va nep­pu­re oppor­si alla pre­sa di respon­sa­bi­li­tà del Sin­da­co che l’autorità mas­si­ma in sede loca­le!

 Le dimis­sio­ni. Poi­ché è evi­den­te a tut­ti che lo svol­gi­men­to dei fat­ti nel­la gior­na­ta di ieri e sta­not­te (15/16 otto­bre – tra l’altro coin­ci­den­te con la data dell’ordine e dell’azione di rastrel­la­men­to del ghet­to ebreo roma­no ordi­na­to da Prie­b­ke-) sono sta­ti, dal pun­to di vista del­la pre­cau­zio­ne per l’ordine pub­bli­co, una mez­za cata­stro­fe, ora non resta che tira­re le som­me. La fami­glia e l’avvocato non sem­bra abbia­no per­se­gui­to un dirit­to pri­va­to alla cura del con­giun­to scom­par­so, ma stru­men­ta­liz­za­to un “even­to”. Il Pre­fet­to non ha com­pre­so che sta­va acca­den­do pro­prio que­sto. Quin­di deve ras­se­gna­re ovvie, dovu­te dimis­sio­ni. Chie­den­do anche scu­sa, da ser­vi­to­re del­lo Sta­to e del­la Repub­bli­ca e del­la Costi­tu­zio­ne sul­la qua­le ha giu­ra­to, anche ai mar­ti­ri del­le Fos­se Ardea­ti­ne e ad una del­le cit­tà sim­bo­lo del­la Resi­sten­za castel­la­na. Oppu­re, se tut­to quan­to ha fat­to non è sta­to scel­to da lui stes­so, ovve­ro ha ese­gui­to indi­ca­zio­ni poli­ti­che, per esem­pio del Mini­stro dell’Interno, allo­ra ren­da nota la cosa. Un vali­do esem­pio da segui­re mi sem­bra che l’abbia a por­ta­ta di mano e di memo­ria a bre­ve. Ricor­da Peco­ra­ro, come si è com­por­ta­to – da vero ser­vi­to­re del­lo Sta­to e da lea­le fun­zio­na­rio api­ca­le del­la Repub­bli­ca – il Pre­fet­to Giu­sep­pe Pro­cac­ci­ni? Ecco, adot­ti lo stes­so com­por­ta­men­to, sia che deb­ba paga­re per una scel­ta pro­pria che è risul­ta­ta total­men­te erra­ta e che ha feri­to sen­ti­men­ti e stra­ti­fi­ca­zio­ne cul­tu­ra­le di inte­re comu­ni­tà; sia che deb­ba espli­ci­ta­re che ha solo ese­gui­to un ordi­ne fal­la­to: ne rispon­de­rà chi even­tual­men­te ha impar­ti­to quell’ordine!

Trop­pi silen­zi. Non sap­pia­mo, non abbia­mo appu­ra­to se ci sono sta­te dichia­ra­zio­ni (in appog­gio o a com­men­to del­le pre­se di posi­zio­ni di Nico­la Mari­ni, ad esem­pio, o del­le scel­te pre­fet­ti­zie, ecc) oltre quel­le paio che abbia­mo let­to (Ilea­na Piaz­zo­ni, Sel; Ele­na Fat­to­ri, M5S) di elet­ti regio­na­li e par­la­men­ta­ri nazio­na­li. Sap­pia­mo che viva è sta­ta la mobi­li­ta­zio­ne e la pre­sen­za di una inte­ra comu­ni­tà (sin­da­ci, con­si­glie­ri, giun­te), quel­la castel­la­na che con le fac­ce degli impren­di­to­ri loca­li, dei cit­ta­di­ni, dei par­ti­ti loca­li, degli stu­den­ti e di uomi­ni e don­ne, dell’Anpi, han­no affron­ta­to e vis­su­to tut­ta l’esperienza di aspra bat­ta­glia ver­ba­le e respin­to per­fi­no l’assalto fasci­sta, per cac­cia­re dal suo­lo castel­la­no il nazi­sta e i suoi segua­ci in cer­ca di noto­rie­tà. Que­sta mobi­li­ta­zio­ne ha vin­to: per­ché non ha con­sen­ti­to stru­men­ta­liz­za­zio­ni del cada­ve­re nazi­sta; per­ché ha mostra­to una spon­ta­nea viva­ci­tà uni­ta­ria anti­fa­sci­sta che è una del­le basi (la fin­da­men­ta­le) del­la dife­sa e attua­zio­ne del­la Costi­tu­zio­ne repub­bli­ca­na; per­ché ha con­fer­ma­to che una dif­fu­sa cul­tu­ra demo­cra­ti­ca è il giu­sto anti­do­to alla vio­len­za, al qua­lun­qui­smo, al disfa­ci­men­to sta­tua­le. Que­sta mobi­li­ta­zio­ne, ora, con­sen­te a tut­te quel­le voci anco­ra rima­ste in silen­zio di assu­mer­si l’onere e l’onore di con­ti­nua­re que­sta bat­ta­glia. Invi­tia­mo con­si­glie­ri regio­na­li e par­la­men­ta­ri a chie­de­re l’intervento del­la magi­stra­tu­ra per una inda­gi­ne su quan­to acca­du­to; a chie­de­re di sape­re la veri­tà dei com­pro­ta­men­ti pre­fet­ti­zi: sia nel caso dell’errore tota­le del Pre­fet­to Peco­ra­ro, nel qual caso van­no chie­ste le dimis­sio­ni; sia nel caso dell’esecuzione di ordi­ni supe­rio­ri, nel qual caso van­no chie­ste le dimis­sio­ni del Mini­stro che le ha impar­ti­te. Veri­fi­che­re­mo le rispo­ste e le ini­zia­ti­ve di con­si­glie­ri regio­na­li e dei par­la­men­ta­ri.

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