L’Opinione. IL METODO COMICO di Gianfranco Paris

L’Opinione. IL METODO COMICO di Gianfranco Paris

11/03/2013 0 Di Redazione

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Avvocato-Gianfranco-Paris-GiornalistaL’O­pi­nio­ne. IL METODO COMICO di Gian­fran­co Paris

Le ulti­me ele­zio­ni ci han­no rega­la­to una vera novi­tà. Chis­sà?

La vita poli­ti­ca ita­lia­na è in gra­ve fase di stal­lo da decen­ni. La Repub­bli­ca Ita­lia­na, nata dal­la Resi­sten­za, dopo il pri­mo decen­nio di asse­sta­men­to ed il secon­do di svi­lup­po ( il cosid­det­to boom eco­no­mi­co) è entra­ta in una fase di pro­fon­da cri­si isti­tu­zio­na­le che ha tra­sfor­ma­to l’at­ti­vi­tà poli­ti­ca dei par­ti­ti in un vero e pro­prio regi­me che i poli­to­lo­gi han­no pre­sto chia­ma­to par­ti­to­cra­zia.

Il gusto del pote­re, ma anche il suo sapo­re, han­no così tra­via­to gli uomi­ni poli­ti­ci ita­lia­ni, che la gestio­ne del­la cosa pub­bli­ca è pre­sto diven­ta­ta un vero e pro­prio regi­me, diver­so solo nel­la for­ma, ma mol­to simi­le a quel­lo di una dit­ta­tu­ra. Se duran­te la monar­chia sabau­da e duran­te il fasci­smo c’e­ra­no cara­bi­nie­ri pri­ma e cami­ce nere poi per  tene­re a fre­no con la for­za bru­ta colo­ro che ane­la­va­no ad una Ita­lia demo­cra­ti­ca, dal 1948 in poi  è segui­ta una poli­ti­ca di con­ces­sio­ni e di sot­to­go­ver­no scien­ti­fi­ca per tene­re a bada le mas­se ed indur­le a man­te­ne­re al pote­re sem­pre le stes­se per­so­ne.

Le con­se­guen­ze di tut­to que­sto sono sot­to gli occhi di tut­ti. Un’I­ta­lia i pie­na cri­si eco­no­mi­ca e mora­le che man­gia in mol­ti casi anche colo­ro che a vol­te sem­bra­no voler por­ci rime­dio. Vedi il caso Di Pie­tro che, par­ti­to come mora­liz­za­to­re del­la vita poli­ti­ca, è fini­to come Robe­spier­re. Ovvia­men­te Di Pie­tro ci ha rimes­so solo la testa poli­ti­ca, il pove­ro Robe­spier­re inve­ce quel­la del cor­po, ma meta­fo­ri­ca­men­te è la stes­sa cosa.

La meta­sta­si è tan­to dif­fu­sa che pochi osa­no spe­ra­re che se ne pos­sa usci­re con qual­che ricet­ta nor­ma­le. Ad ogni tor­na­ta elet­to­ra­le i poli­ti­ci di sem­pre chie­do­no di nuo­vo il voto pro­met­ten­do di auto rifor­mar­si ma, un vol­ta elet­ti, fan­no peg­gio di pri­ma. Anzi stu­dia­no di intro­dur­re nuo­ve rego­le per sen­tir­si sem­pre più sal­di al pote­re. Così schio­dar­li è diven­ta­to qua­si impos­si­bi­le.

Io pen­so da tem­po che se non acca­de un fat­to trau­ma­ti­co, ma vera­men­te trau­ma­ti­co, tut­to con­ti­nue­rà a peg­gio­ra­re per­ché la fame del pote­re è insa­zia­bi­le e la solu­zio­ne non è a por­ta­ta di mano.

Fino all’ul­ti­ma guer­ra mon­dia­le i fat­ti trau­ma­ti­ci che gene­ra­va­no i cam­bia­men­ti poli­ti­ci negli sta­ti era­no le guer­re.

Le guer­re d’in­di­pen­den­za nel 1800 tra­sfor­ma­ro­no gli sta­te­rel­li del­la peni­so­la in Regno d’I­ta­lia, la pri­ma guer­ra mon­dia­le det­te ori­gi­ne al fasci­smo, la secon­da guer­ra mon­dia­le tra­sfor­mò l’I­ta­lia da monar­chia a repub­bli­ca.

Oggi le guer­re in Euro­pa non sono più pos­si­bi­li. Lo si deve all’in­tui­zio­ne euro­pea di Giu­sep­pe Maz­zi­ni e alla lun­gi­mi­ran­za di  veri sta­ti­sti euro­pei­sti come Ade­nauer, Schu­man, Sfor­za ecc. se l’UE ren­de oggi la guer­ra impos­si­bi­le fra euro­pei.

E allo­ra, qua­le fat­to trau­ma­ti­co potrà acca­de­re per schio­da­re dal­la gestio­ne del­la poli­ti­ca ita­lia­na un regi­me par­ti­to­cra­ti­co cor­rot­to e cor­rut­to­re che sem­bra ina­mo­vi­bi­le?

Cer­co di rispon­de­re a que­sta doman­da da alme­no un ven­ten­nio. La Rus­sia sovie­ti­ca è cadu­ta da sola, si è avvol­to­la­ta nel­la sua inef­fi­cien­za buro­cra­ti­ca che ave­va ridot­to un pae­se ric­co di risor­se in una palu­de sen­za pro­dot­to. E’ crol­la­ta come un castel­lo di car­ta tra­sci­nan­do con se tut­ti i vec­chi pro­ta­go­ni­sti.

Anche l’I­ta­lia si avvia ver­so una situa­zio­ne ana­lo­ga. Qui da noi non fun­zio­na più nien­te, l’e­co­no­mia è allo stre­mo, men­tre i ric­chi se la godo­no e con­ti­nua­no ad accu­mu­la­re ren­di­te paras­si­ta­rie, la mag­gior par­te del­la popo­la­zio­ne rie­sce a soprav­vi­ve­re con­su­man­do ciò che era riu­sci­ta a met­te­re da par­te fino ad oggi. La giu­sti­zia non esi­ste più. La sua inef­fi­cien­za ser­ve solo a pro­teg­ge­re i più for­ti.

La sani­tà rie­sce anco­ra a pro­teg­ge­re i cit­ta­di­ni ma, per man­te­ner­la nei suoi spre­chi e nei suoi abu­si, si deve ricor­re­re sem­pre di più a tiket e aumen­to di tas­sa­zio­ne con ciò stran­go­lan­do i più pove­ri. La buro­cra­zia imper­ver­sa. Lo sta­to, le regio­ni e gli enti loca­li sono con­trol­la­ti da un eser­ci­to di impie­ga­ti che non fan­no qua­si nien­te dal­la mat­ti­na alla sera, a vol­te met­to­no i basto­ni tra le ruo­te per impor­re tan­gen­ti su auto­riz­za­zio­ni che sono dovu­te come dirit­ti. Il siste­ma del­le tan­gen­ti è diven­ta­to la rego­la del­la vita pub­bli­ca e pri­va­ta. E chi più ne ha più ne met­ta. La situa­zio­ne somi­glia mol­to a quel­la del­la URSS.

Il disa­gio socia­le è diven­ta­to insop­por­ta­bi­le. Milio­ni di fami­glie vivo­no in ristret­tez­ze eco­no­mi­che e  i pro­pri mem­bri man­ca­no di lavo­ro.

In demo­cra­zia si dovreb­be cam­bia­re con il voto, l’ar­ma mici­dia­le con cui il cit­ta­di­no eser­ci­ta il suo pote­re demo­cra­ti­co.

Ma in Ita­lia que­sta arma dal 1948 ad oggi non è sta­ta mai usa­ta. Da allo­ra gli ita­lia­ni han­no sem­pre vota­to nel­lo stes­so modo, ispi­ra­ti dal­la ideo­lo­gia.

Ad ogni ele­zio­ne, a par­ti­re dagli anni ’60 del seco­lo scor­so, a sen­ti­re gli elet­to­ri duran­te le cam­pa­gne elet­to­ra­li, sem­bra­va che tut­to doves­se cam­bia­re. Poi nien­te. A vota­zio­ne con­clu­sa tut­to come pri­ma, ognu­no a tute­la­re il pro­prio “par­ti­cu­la­re” col meto­do del sot­to­go­ver­no. Poi 5 anni di lamen­te­le (bubu­lio) fino alle pros­si­me ele­zio­ni.

Da qui la mia con­vin­zio­ne che per cam­bia­re fos­se neces­sa­rio l’ac­ca­di­men­to di un fat­to vera­men­te trau­ma­ti­co, come pri­ma lo era­no le guer­re, ma diver­so.

Ora, nel secon­do decen­nio del ter­zo mil­len­nio, è acca­du­to un fat­to nuo­vo che ha tut­to il sapo­re del fat­to trau­ma­ti­co da me vagheg­gia­to. E’ sta­to intro­dot­to nel­la poli­ti­ca ita­lia­na il “meto­do comi­co”.

La paro­la comi­co in ita­lia­no fino ad oggi ave­va un signi­fi­ca­to pre­ci­so, signi­fi­ca­va “che face­va ride­re”. E comi­ci era­no defi­ni­ti tut­ti colo­ro che face­va­no ride­re. Bep­pe Gril­lo era uno di que­sti. Uno che face­va ride­re descri­ven­do con bra­vu­ra quel­lo che acca­de­va nel­la vita quo­ti­dia­na che gli ruo­ta­va intor­no. E lo face­va con mol­to suc­ces­so. Tan­to che, pur essen­do sta­to ostra­ciz­za­to dal­la TV e dal pote­re in gene­re a cau­sa del­la sua sati­ra, lavo­ran­do mol­to ha gua­da­gna­to anche mol­to. Ed è giu­sto così per­ché lo ha fat­to one­sta­men­te e con scel­te corag­gio­se.

Ad un cer­to pun­to del­la sua vita Gril­lo ha comin­cia­to ad occu­par­si di poli­ti­ca. Ha tra­sfor­ma­to il suo spet­ta­co­lo in occa­sio­ne per far riflet­te­re gli ita­lia­ni. Ha intro­dot­to il “meto­do comi­co” di vede­re e giu­di­ca­re le cose per dare alla gen­te una nuo­va con­sa­pe­vo­lez­za del­la poten­za del loro voto, che non dove­va esse­re usa­to solo come mez­zo di scam­bio, do ut des, ma per “cac­cia­re dal tem­pio” i cat­ti­vi sacer­do­ti che se ne era­no impa­dro­ni­ti nel­l’in­dif­fe­ren­za gene­ra­le.

Que­sto “meto­do comi­co”, aiu­ta­to dal disa­gio socia­le, in bre­ve ha assun­to l’ef­fet­to del­lo tsu­na­mi che ha inve­sti­to l’I­ta­lia il 24 e 25 feb­bra­io u.s.

Il bel­lo è che intan­to colo­ro che pen­sa­va­no di con­ti­nua­re alle­gra­men­te come sem­pre sono rima­sti così sba­lor­di­ti che non san­no che pesci pren­de­re, pri­mo per­ché non capi­sco­no, secon­do per­ché non voglio­no capi­re.

Gior­nal­men­te i vari Ber­sa­ni, Ber­lu­sco­ni, Mon­ti, D’A­le­ma, Alfa­no, Casi­ni ecc…ci diver­to­no con dichia­ra­zio­ni che dimo­stra­no il loro imba­raz­zo, ma soprat­tut­to dimo­stra­no di non aver capi­to nien­te.

Il feno­me­no “gril­li­no” non è pas­seg­ge­ro. E’ la pri­ma vol­ta che gli ita­lia­ni in mas­sa han­no deci­so di rea­gi­re dal­l’U­ni­tà d’I­ta­lia (1861) ad oggi. Il Risor­gi­men­to fu un feno­me­no poli­ti­co d’e­li­te. Il fasci­smo non fu un feno­me­no di mas­sa, fu un feno­me­no di caste appog­gia­to dal­la monar­chia. Nean­che la resi­sten­za è sta­ta un feno­me­no di mas­sa, è sta­ta un feno­me­no d’e­li­te, chec­chè ne abbia­no det­to e scrit­to gli sto­ri­ci al ser­vi­zio dei comu­ni­sti.

E’ la pri­ma vol­ta che una mas­sa con­si­de­re­vo­le di cit­ta­di­ni, il 25% del votan­ti e buo­na par­te degli aste­nu­ti, ha deci­so pas­sa­re all’a­zio­ne usan­do l’ar­ma demo­cra­ti­ca del voto. E ciò è avve­nu­to gra­zie al “meto­do comi­co” intro­dot­to da Gril­lo nel­la poli­ti­ca ita­lia­na.

Mi sem­bra un even­to di gran­de por­ta­ta sto­ri­ca. Spe­ria­mo che non sia un fuo­co di paglia, e spe­ria­mo che i “gril­li­ni” non fac­cia­no la fine dei “leghi­sti”.

Ma è leci­to spe­ra­re che non sia così. Intan­to, che vada­no fino in fon­do per scac­cia­re i cat­ti­vi sacer­do­ti dal tem­pio.

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