Marino: ieri notte tentato furto all’Associazione Punto a Capo Onlus. Una riflessione su un mondo di imbecilli

Marino: ieri notte tentato furto all’Associazione Punto a Capo Onlus. Una riflessione su un mondo di imbecilli

23/02/2012 0 Di Francesca Marrucci

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di Fran­ce­sca Mar­ruc­ci

Il mon­do è pie­no di imbe­cil­li, que­sto lo sape­va­mo un po’ tut­ti, ma a vol­te si esa­ge­ra. E’ il caso del ten­ta­to fur­to ai dan­ni del­la nostra Asso­cia­zio­ne edi­tri­ce, Pun­to a Capo Onlus, avve­nu­to ieri not­te in pie­no cen­tro sto­ri­co a Mari­no.

Una vol­ta anche i ladri era­no ‘pro­fes­sio­ni­sti’, sape­va­no dove anda­re, cosa cer­ca­re, cosa avreb­be­ro tro­va­to, oggi si va a ruba­re in un’as­so­cia­zio­ne che non ha pro­prio nien­te di valo­re e che paga quo­ti­dia­na­men­te, con i sacri­fi­ci dei suoi volon­ta­ri, ogni miglio­ra­men­to alla pro­pria sede.

Che spe­ra­va­no di tro­va­re a Pun­to a Capo Onlus? For­se sono sta­ti attrat­ti dal fat­to che fac­cia­mo cor­si di Pc e pen­sa­va­no di tro­va­re deci­ne di com­pu­ter di ulti­ma gene­ra­zio­ne. Il pro­ble­ma è che inve­ce abbia­mo 3 por­ta­ti­li di 4 anni fa e uno nuo­vo appe­na ‘rige­ne­ra­to’, cioè pre­so di secon­da mano e rimes­so a posto. Un valo­re di for­se 50 euro a mac­chi­na. Oppu­re il mio vec­chio ste­reo che ho rega­la­to all’as­so­cia­zio­ne dopo 20 anni di sta­si cro­ni­ca a casa mia? O il Mac, anch’es­so ormai vec­chio di 4 anni e sop­pian­ta­to già da altri 3 model­li e che vale poco o nien­te sul mer­ca­to?

Oppu­re, come ha scrit­to su Fb un nostro ami­co com­men­tan­do la noti­zia, era­no ladri igno­ran­ti che vole­va­no far­si una cul­tu­ra e quin­di mira­va­no alla nostra biblio­te­ca di oltre 3000 libri? O for­se era­no ladri ‘stan­chi’ e vole­va­no le sedie di pla­sti­ca? O maga­ri ave­va­no biso­gno di rilas­sar­si e pun­ta­va­no i tap­pe­ti­ni da yoga?

Il fat­to è pro­prio que­sto: in asso­cia­zio­ne non c’è nien­te di valo­re, tran­ne il por­to­ne. Non ci sono sol­di, né cose che si potreb­be­ro riven­de­re, a meno che uno non abbia for­se una car­to­le­ria, però il dan­no al por­to­ne per cer­ca­re di entra­re, da solo, ci coste­rà come se aves­se­ro ruba­to in una gio­iel­le­ria e noi i sol­di non ce li abbia­mo, tut­to qui. Ma cer­to non è poco. 

For­se qual­cu­no dovreb­be spie­ga­re a que­sti balor­di cos’è una onlus, cosa fac­cia­mo, per chi lo fac­cia­mo.

For­se, maga­ri solo a far fin­ta di chie­de­re spie­ga­zio­ni, avreb­be­ro dovu­to fare un sal­to e ren­der­si con­to pri­ma, di per­so­na, che non c’e­ra nien­te da pren­de­re.

For­se, se aves­se­ro chie­sto gli avrem­mo spie­ga­to che in quel­la sede tut­to quel­lo che c’è è frut­to del lavo­ro dei nostri volon­ta­ri: i qua­dri di Ros­sa­na, le ten­de e i cusci­ni fat­te da mia madre, l’im­pian­to elet­tri­co di Mau­ri­zio e Mar­co, le puli­zie fat­te da Gra­ziel­la, le tin­te date da me, i mobi­li mon­ta­ti da Celia, papà e Fabio, gli sca­to­lo­ni di car­ta e car­to­le­ria por­ta­ti da Sau­ro, Ales­san­dro e Rober­to, l’ar­chi­via­zio­ne fat­ta da Dana, la biblio­te­ca che Car­men si sta cata­lo­gan­do, gli incon­tri gra­tui­ti che orga­niz­za Patri­zia e così via. Gli avrem­mo spie­ga­to che ogni sol­do che entra va a copri­re le spe­se e ad aiu­ta­re chi è in dif­fi­col­tà e ha biso­gno.

E’ que­sto il vero patri­mo­nio che c’è lì den­tro. La ric­chez­za di Pun­to a Capo Onlus non è mate­ria­le, è nel lavo­ro dei suoi soci e dei suoi volon­ta­ri.

Ora per ripa­ra­re il por­to­ne, per­ché il padro­ne del loca­le rivuo­le tut­to così come ce lo ha dato, spen­de­re­mo sol­di che toglie­re­mo ad altre atti­vi­tà. Ecco il risul­ta­to di que­sto ten­ta­ti­vo di fur­to. Un dan­no per tut­ti quel­li che in Pun­to a Capo Onlus cre­do­no e spe­ra­no, un gua­da­gno per nes­su­no.

Lo ripe­to, alme­no una vol­ta si ruba­va ai ric­chi. Ora si ruba anche a chi è pove­ro e cer­ca di dare una mano a chi sta peg­gio. E’ un mon­do di imbe­cil­li, è vero, ma se sia­mo arri­va­ti a que­sto livel­lo, è bene riflet­te­re che qual­co­sa nel­la socie­tà si è spez­za­to e non è que­stio­ne di cri­si, è que­stio­ne di coscien­ze.

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