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- Armando Lauri
Il Presidente della Repubblica giovedi 6 ottobre ha citato, come riferimento “storico” per un governo di decantazione e pacificazione, il governo Pella: estate 1953. I commentatori si sono affrettati, quasi tutti, a ritenere chiaro e perspicuo il messaggio.
A me tanta chiarezza non risulta.
Capisco che Napolitano è nobilmente un po’ nostalgico dell’immaginario e delle azioni concrete delle attività politiche della sua giovinezza. Chi non lo è?
Se è lecito paragonare le cose piccole alle cose grandi, anch’io sono un nostalgico, quasi “prigioniero” culturalmente degli anni miei. Tuttavia una persona capace e intelligentissima come il nostro Presidente ha scelto una vicenda parlamentare che non ha molto a che vedere (nelle rappresentazioni e nelle analogie, ovviamente), credo, con il nostro presente e che comunque salta, a mio giudizio, con una cesura troppo ampia, i vari periodi (epoche) politici susseguenti a quell’esperienza pur, indubbiamente, significativa: quasi, ho percepito, volesse fermare l’orologio della storia politica e istituzionale italiana al dopoguerra e alla crisi del degasperismo.
E i numerosissimi governi “balneari” e di tregua delle crisi del centrosinistra storico?
E i periodi, lunghi, della “non sfiducia”?
E i governi-sonda degli anni ’80 (inizio e fine)?
Posso anche capire che il bypassare, da parte sua, gli ultimi venti anni sia già di per sè una scelta forte e grave ma nel contempo da lui un’uscita pensata come accorta e necessaria: però, recuperare di peso una quasi “preistoria” istituzionale getta un interrogativo denso sulla considerazione che Napolitano ha delle numerose generazioni politiche seguenti e, per ciò stesso, della Patria che Lui stesso autorevolmente rappresenta.
A meno che il Presidente non abbia voluto omaggiare Pella nella sua provincia di nascita con un messaggio politico-storico che altri hanno voluto enormemente enfatizzare.
Ma se è così, perchè le interpretazioni “forzatissime”, visto, tra l’altro, che poi un successo enorme, quel governo appoggiato dai monarchici con l’astensione dei (allora fascisti purissimi) missini, di fatto non lo ebbe, in quanto a pacificazione?
Siamo sicuri che tutto sia chiaro, come afferma la maggioranza dei commentatori?
Armando Lauri
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Oggi 8 ottobre alle 13.00 il Presidente Napolitano ha rilasciato la seguente dichiarazione, grazie a Cesca che mi ha pubblicato e grazie a chi mi ha voluto benevolmente leggere:
Napolitano: governo di tregua? Solo riferimento storico. Giorgio Napolitano ha spiegato che il suo ricordo del governo di tregua formato nel 1953 da Giuseppe Pella aveva un valore puramente storico senza riferimenti all’attualità. Lo ha detto durante la celebrazione di Luigi Einaudi a Dogliani, auspicando «più distacco». «Qualche giorno fa, una occasionale reminiscenza storica da parte mia, durante la visita al Consiglio comunale di Biella, dove — ha detto il presidente della Repubblica — su un seggio è segnato ancora il nome di Giuseppe Pella che lo occupò a lungo, mi ha portato a fare un richiamo al governo che egli formò nel 1953 su incarico di Einaudi. Quel richiamo è bastato a indurre solerti commentatori a immaginare scenari di attualità. Spero si giunga a recuperare un po’ di distacco quando si discute di fatti storici».