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L’Opinione. Perché è stata censurata la rivoluzione democratica d’Islanda?
19/07/2011Questo articolo è stato letto 4420 volte!
L’Opinione. Perché è stata censurata la rivoluzione democratica d’Islanda?
Perché, siamo stati informati su tutto quello che sta succedendo in Egitto, Tunisia e Libia mentre i mass-media non hanno sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda? Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo! Sono state nazionalizzate le principali banche commerciali ed i cittadini hanno deciso all’unanimità di dichiarare l’insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l’Olanda, forti dell’inadeguatezza della loro politica finanziaria.
Infine, è stata creata un’assemblea popolare per riscrivere l’intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria rivoluzione contro il potere che aveva condotto l’Islanda verso il recente collasso economico. Perchè questi eventi non sono stati resi pubblici negli ultimi due anni? Cosa succederebbe se il resto d’Europa prendesse esempio dagli islandesi? Ecco la cronologia dei fatti: 2008)
A Settembre è nazionalizzata la più importante banca d’Islanda, la Glitnir Bank. La corona islandese crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta. 2009)
A Gennaio le proteste dei cittadini davanti al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e del Governo: l’Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin), costringendo il Paese alle elezioni anticipate.
La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 miliardi di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni al tasso di interesse del 5,5%. 2010)
I cittadini ritornano a occupare le piazze chiedendo di sottoporre a Referendum il provvedimento suddetto. 2011)
A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi.
Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell’esecutivo. L’Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l’Islanda.
In questo contesto di crisi,viene eletta un’Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa includere le elezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l’attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese).
Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere “liberi” dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori.
La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto “Magna Carta” dove confluiscono la maggior parte delle “linee guida” prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all’approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative.
Questa è stata, la breve storia della Rivoluzione democratica islandese. Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei? Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche? Abbiamo visto nella nostra TV un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l’Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo. Siamo sicuri che non ci sia “censura” o manipolazione nei mass-media?
Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa romantica storia di piazza e farla diventare leggenda divulgandola. L’importante è che, finalmente, attraverso la rete abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell’informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d’affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.
Il Consigliere Comunale Dr. Fabio Taddei, Velletri
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Quindi se ho capito bene, nazionalizzando le banche si è risolto il problema del signoraggio???giusto???